venerdì 25 dicembre 2009

Il caso sicurezza e il Vaticano: «Il Papa vicino ai fedeli? È inevitabile» (Vecchi)


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Il caso sicurezza e il Vaticano
«Subito placcata, non era armata»


Controlli doppi agli ingressi, impossibili quelli nominativi in Basilica. «Il Papa vicino ai fedeli? È inevitabile»

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

«Come Maria, la Chiesa non ha paura, perché quel Bambino è la sua forza». Benedetto XVI parla in piazza San Pietro per il tradizionale messaggio «Urbi et Orbi», saluta sorridente i fedeli e appare in buona forma, «il Papa ha dormito molto bene, serenamente», spiega padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede.
E basterebbe il fatto che dopo la celebrazione, rientrato nell'Appartamento apostolico, prima di andare a riposare abbia festeggiato la notte di Natale mangiando il panettone assieme a monsignor Georg Gänswein, suo segretario particolare. «Che il Papa abbia reagito così bene dimostra come il Papa abbia superato questo episodio, piccolo ma certo non piacevole», spiega Padre Lombardi. Oltretevere si mostra grande tranquillità, nonostante tutto. Certo non è stata una cosa simpatica: per una persona anziana - vedi la frattura al femore del cardinale Etchegaray - una caduta può essere pericolosa, quest'estate Benedetto XVI incespicò di notte nella piccola baita di Les Combes, in Val D’Aosta e nella caduta si fratturò il polso destro. In ogni caso i rischi possono essere ridotti al minimo ma non eliminati del tutto, si fa sapere.
«Il Papa desidera avvicinare i fedeli, stringere le mani, abbracciare i bambini. In San Pietro i fedeli sono migliaia, per assistere alla Messa basta fare richiesta alla Prefettura pontificia o andare al portone di bronzo per vedere se ci sono ancora ingressi disponibili, non può esistere un controllo nominativo».
La Gendarmeria vaticana non perde mai d'occhio il Pontefice e controlla tutt'intorno, anche in questo caso la donna che ha scavalcato le transenne è stata subito «placcata» dal comandante Domenico Giani, direttore dei servizi di sicurezza e ispettore generale del Corpo della Gendarmeria. L'essenziale è che la donna non era armata: i controlli sono doppi, all'esterno della Basilica ci sono dei metal detector, «la polizia italiana procede con verifiche molto serie e capillari e la Gendarmeria procede poi con un secondo filtro», si fa sapere in Vaticano.
All'interno di San Pietro c'erano una cinquantina di gendarmi vaticani più un trentina della Guardia Svizzera. La sicurezza, insomma, ha funzionato come doveva: si trattava di una celebrazione eucaristica ed è inevitabile che il Papa passi vicino ai fedeli, «capita tantissime volte che persone cerchino di avvicinarsi e vengano bloccate senza che si sappia». Talvolta, c'è da dire, tra i fedeli nasce qualche malumore, spesso i gendarmi sono considerati troppo severi. Resta il fatto che «la donna è stata bloccata subito», in ogni caso «non si può impedire che il Papa svolga il suo ministero». A questo punto, spiegano nella Santa Sede, procederà l‘autorità giudiziaria della Santa Sede. La città del Vaticano è uno Stato sovrano e ogni decisione è affidata al Promotore di Giustizia. Se e quando il Vaticano deciderà di avvalersi delle autorità italiane «è prematuro dirlo».

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