domenica 10 gennaio 2010

Mons. Guido Marini: fuorviante ideologia distinguere fra chiesa pre e post conciliare. Le opinioni di Messori e Melloni (Rodari)


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SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Ed ecco a voi la vera riforma del Papato ratzingeriano. Intervista al cardinale Cañizares. Il culto e la banalizzazione postconciliare (Rodari)

L’appello del 1971 per salvaguardare la messa antica. A pubblicarlo fu il Times (Rodari)

Introduzione allo Spirito della Liturgia. Conferenza per l’Anno sacerdotale. Relazione di Mons. Guido Marini

Su segnalazione di Alessia e Fabiola leggiamo questa meraviglia di intervista:

ED ECCO A VOI LA VERA RIFORMA DEL PAPATO RATZINGERIANO. Intervista al cardinale Cañizares. Il culto e la banalizzazione post/conciliare

Paolo Rodari

Un’ideologia fuorviante

Oggi è urgente riaffermare l’“autentico” spirito della liturgia, così come è presente nella ininterrotta tradizione della chiesa e testimoniato, in continuità con il passato, nel più recente magistero: a partire dal Concilio Vaticano II fino a Benedetto XVI.
Ho pronunciato la parola “continuità”. E’ una parola cara all’attuale Pontefice, che ne ha fatto autorevolmente il criterio per l’unica interpretazione corretta della vita della chiesa e, in specie, dei documenti conciliari, come anche dei propositi di riforma ad ogni livello in essi contenuti. E come potrebbe essere diversamente? Si può forse immaginare una chiesa di prima e una chiesa di poi, quasi che si sia prodotta una cesura nella storia del corpo ecclesiale? O si può forse affermare che la Sposa di Cristo sia entrata, in passato, in un tempo storico nel quale lo Spirito non l’abbia assistita, così che questo tempo debba essere quasi dimenticato e cancellato? Eppure, a volte, alcuni danno l’impressione di aderire a quella che è giusto definire una vera e propria ideologia, ovvero un’idea preconcetta applicata alla storia della chiesa e che nulla ha a che fare con la fede autentica.
Frutto di quella fuorviante ideologia è la ricorrente distinzione tra chiesa pre conciliare e chiesa post conciliare: una – quella pre conciliare – che non avrebbe più nulla da dire o da dare perché irrimediabilmente superata; e l’altra – quella post conciliare – che sarebbe una realtà nuova scaturita dal Concilio e da un suo presunto spirito, in rottura con il suo passato.
La liturgia non deve essere terreno di scontro tra chi trova il bene solo in ciò che è prima di noi e chi in ciò che è prima trova quasi sempre il male.
Solo la disposizione a guardare il presente e il passato della liturgia come a un patrimonio unico e in sviluppo omogeneo può condurci ad attingere con gusto spirituale l’autentico spirito della liturgia. Uno spirito che dobbiamo accogliere dalla chiesa e che non è frutto delle nostre invenzioni. Uno spirito che ci porta all’essenziale della liturgia ovvero alla preghiera ispirata e guidata dallo Spirito Santo.

monsignor Guido Marini
maestro delle Celebrazioni Pontificie

(Clicca qui per leggere il testo integrale della lectio di Mons. Marini)

Parlano Messori e Melloni

Dice Vittorio Messori al Foglio che a Ratzinger “sta a cuore il problema della fede, come viverla e salvaguardarla”.
Lo ha scritto, il Papa, anche nella lettera con la quale ha spiegato ai vescovi il motivo del Summorum Pontificum: “Mentre noi facciamo convegni la fede si sta spegnendo come una candela che non trova più alimento”.
E’ per questo che al Papa interessa la liturgia: “Perché – dice Messori – la liturgia è espressione orante della fede. Lex orandi lex credendi, come si prega è come si crede. La fede, insomma, nella liturgia si fa culto”. E’ per questo motivo, perché la liturgia esprime la fede della chiesa, che “il Papa desidera che la liturgia sia espressione d’una fede ortodossa”. Ed è per questo che “la riforma liturgica del post Concilio studiata a tavolino non l’ha convinto: del resto non era mai successo che una riforma liturgica non nascesse dal popolo credente”.
Secondo Messori il Papa arriverà a “una riforma dell’et-et della liturgia”.
Ovvero non tornerà all’antico ma farà sì che antico e nuovo convivano assieme: “Il canone tornerà a essere pronunciato in latino mentre le parti in comune resteranno nelle lingue volgari. Insieme la celebrazione avverrà in parte con l’altare rivolto a oriente e in parte no”.

Alberto Melloni non ritiene sia corretto parlare di riforma liturgica nel pontificato di Ratzinger. Dice al Foglio che “i cambiamenti portati dal Papa nella liturgia sono quelli di un pastore che intende usare tutte le libertà che il messale concede al fine di reinterpretarle in senso restauratore”. La sua, dunque, “non è la volontà di riformare la liturgia così come il Concilio l’ha consegnata, bensì è il tentativo legittimo di addattare la liturgia al proprio gusto”.
Secondo Melloni in molti cadono oggi nel tentativo di interpretare Benedetto XVI a proprio piacimento.
“Ma se il Papa avesse in mente una riforma della riforma lo direbbe apertamente.
Non è un Papa che maschera le proprie azioni, anzi è sempre chiaro ed esplicito nelle sue decisioni. E’ vero: l’abbiamo visto in Tv celebrare rivolto a oriente: ma l’ha fatto nella sua cappella privata, non in pubblico”.

© Copyright Il Foglio, 9 gennaio 2010

Interessante, come sempre, Messori.
Melloni...Melloni...Melloni...il Papa non e' un "relativista liturgico" che interpreta la liturgia a suo modo.
Ha partecipato in prima persona al Concilio e conosce perfettamente i testi (saltando il presunto "spirito"). Se Melloni accende la tv, stamattina alle 10, vedra' il Papa celebrare in parte rivolto ad oriente. Il rito si terra' nella Cappella Sistina ed il Santo Padre usera' il "Messale detto di Paolo VI", non quello di San Pio V.

R.

6 commenti:

mariateresa ha detto...

Mi sembra che Melloni abbia la memoria corta. Non fu proprio lui a ricamare un intero lenzuolo di commenti sulla celebrazione in Sistina , argomenti che furono poi utilizzari da quel gigante di liturgia che è Eugenio Scalfari?A seguire certi commentatori al cervello viene il ballo di S. Vito.

euge ha detto...

Hai ragione mariateresa! Melloni....... Melloni..........
CHE PAZIENZA!

Anonimo ha detto...

uffa, che noioso che è Melloni!

Sembra che tutto ciò che non segue l'interpretazione data del Concilio dalla scuola bolognese, sia gusto personale!

Più gusto personale della ermeneutica della rottura propagandata dai bolognesi!

Joe ha detto...

Molto giusta l'osservazione di Melloni. La politica liturgica del Papa manca di coerenza reale.

Raffaella ha detto...

Si spieghi l'affermazione buttata la' sullo stile della provocazione.
R.

luigic ha detto...

Melloni che SOGGETTIVAMENTEpuò autoritenersi cattolico, ma non lo è OGGETTIVAMENTE, è la foglia di fico del Corriere della Sera per poter prendere le posizioni dei c.d. "cattolici adulti".
Luigi C