lunedì 11 gennaio 2010

Se dai pulpiti piove uggiosa insignificanza, dalle pagine dei giornali, con gli articoli di certi soloni, diluvia il tedio: Socci risponde a Zizola

Clicca qui per leggere il commento di Antonio Socci su "Libero".

Se il prete non sa più parlare dal pulpito: Zizola incensa Martini ma "dimentica" di citare il più grande omileta della Chiesa, Benedetto XVI

8 commenti:

sonny ha detto...

Concordo pienamente con Socci, rinnovando la preghiera per la sua Caterina. Buona giornata cara Raffaella.

Maria R. ha detto...

Quoto Socci dalla prima all'ultima riga. Anni fa ascoltai l'omelia di un sacerdote che, non so se per imbarazzo o per mancanza di capacità dialettica, veniva anche "aiutato" dai fedeli (ricordo ancora il "suggerimento" di una suora al primo banco), eppure disse parole così belle, nel senso di "cariche di significato", che ancora oggi me lo ricordo!

Anonimo ha detto...

Magris ormai è un'alluvione e penso che l'aumento del prezzo del Corriere sia addebitabile alla sua grafomania. Eufemia

mariateresa ha detto...

ho sentito omelie in giro per la mia città da fare rizzare i peli sulle braccia.Se la fede è solida, si resiste.L'articolo di Socci mi piace abbastanza, come non mi succede sempre. Prego per la sua bambina addormentata e spero che il Signore ci ascolti.

Anonimo ha detto...

Partecipando un'esequia funebre, nel periodo natalizio, sono rimasto sorpreso della determinazione dottrinale di un anziano, ma vigoroso ed efficace sacerdote che non conoscevo (mi ha detto di avere 74 anni)e che, nella circostanza ha tenuto un sermone molto pregnante, parlando di paradiso, ma soprattutto di purgatorio ed inferno e richiamando i fedeli presenti a riordinare la loro vita.
Andando contro mano e contro il buonismo tipico dei preti dell'ultima generazione, che "indorano" comunque ormai tutti i defunti, esaltandone oltre ogni ragionevole misura le presunte virtù in vita(anche se i defunti risultavano pluriammoliati, talvolta maniaci sessuali, atei professi, anticlericali e mangiapreti di lungo corso, scellerati in faccende di vario genere) il Sacerdote, pur invitando a considerare il Dio misericordia , non ha potuto fare a meno di richiamare i presenti al Dio giustizia, al dovere di una vita coerente con l'insegnamento morale cristiano, secondo i dettami del Vangelo e la predicazione secolare della Chiesa.
Molti dei presenti erano stupidi di ascoltare "un linguaggio antico e desueto", fatto di inferno e di purgatorio, due "zone trascendenti" che ormai sono fuori dalla moda ecclesiastica.
Mi risulta addirittura che alcuni religiosi consacrati sostengano, con presuente argomentazioni teologiche, che l'inferno non esista.
Che sarebbe venuto a fare Cristo sulla terra, allora, se non fosse esistita la necessità di correggere il peccato ed i peccatori? Poteva starsene tranquillamente a casa sua.
Peraltro, la Chiesa ufficiale, Vangelo alla mano, ha sempre sostenuto il contrario, che cioè Paradiso, Purgatorio ed Inferno esistano ed accolgano.
Allora delle due, l'una: o i preti della "nouvelle vague" hanno una tremenda confusione in testa; oppure la Chiesa, in tempi recenti, è stata poco chiara al riguardo e farebbe bene a ribadire che senza pentimento finale dei peccati e senza una vita ispirata al Vangelo anche sul piano morale, al termine, potrebbero emergere le fiamme dell'inferno

Parati semper ha detto...

La predica non è un gioco letterario, ma un fatto reale e salvifico che ci prende e ci cambia
(Mons. Alessandro Maggiolini - omelia del 30/5/2008)

Maria R. ha detto...

All'anonimo delle 11.45:
le "divagazioni" pseudoteologiche sull'inferno (non esiste, roba inventata etc etc), non risultano solo a te, purtroppo...
La cosa brutta è qualcuno ci crede e a qualcuno (non terreno), la cosa fa molto piacere, perchè tanto, se l'inferno non esiste, allora via libera a tutto quello che vogliano fare!

Poveri noi....

euge ha detto...

Cara Maria basta guardarsi in giro per vedere a quali nefasti risultati hanno portato certe omelie inconcludenti e profondamente alterate nei significati da modi di pensare strettamente personali.