venerdì 26 febbraio 2010

La centralità della liturgia nella storia della salvezza di don Enrico Finotti


Clicca qui per i particolari.

Mi permetto di riportare il commento di Domenico che ci ha segnalato il testo:

“LA CENTRALITA’ DELLA LITURGIA NELLA STORIA DELLA SALVEZZA – Le sorti dell’uomo e del mondo tra il primato della Liturgia e il suo crollo”

Il libro di don E. Finotti esce a cura della piccola ma intraprendete Editrice FEDE E CULTURA di Verona ed è un’interessante riflessione sulla liturgia, perfettamente in linea con il magistero di Benedetto XVI.
La liturgia è oggi spesso emarginata dalla vita della Chiesa. Col pretesto che è necessario dedicarsi a problemi più gravi e urgenti, la liturgia, nelle nostre comunità, finisce inesorabilmente per essere esclusa dalle attività e dai programmi pastorali e, se per forza di cose evocata, lo si fa con dilettantismo e superficialità. Non poco diffusa, inoltre, è la mentalità di chi ancora pretenderebbe relegare la liturgia nell’ambito della pura formalità. Tuttavia, oggi, grazie al sapiente magistero di Benedetto XVI, possiamo percepire più consapevolmente le conseguenze e i rischi di questa emarginazione. Già da cardinale, Joseph Ratzinger non esitava a denunciare che “la crisi ecclesiale in cui ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia” e che la sfida oggi è tra la liturgia e “l’autoinvenzione”. L’Autore di questo libro vuole condurci gradualmente a considerare il significato del primato della liturgia a partire dalla Sacra Scrittura, poiché è proprio nel contesto della storia della salvezza che la liturgia viene istituita e codificata. Si noterà che la liturgia è lo scopo fondamentale della creazione e che il suo crollo, con la disobbedienza originale, ha provocato una crescente incrinatura nella gestione del creato e nell’organico sviluppo della storia umana. Sarà inoltre evidente che il ritorno alla liturgia segnerà i primi atti di ogni snodo storico sulla lunga strada che porta alla redenzione del genere umano, verso la Liturgia perenne del Cielo, già profetizzata nell’Apocalisse.

http://fedecultura.com/centralitadellaliturgia.aspx

5 commenti:

Fabio ha detto...

Il Papa ha ragione a parlare di "crollo della liturgia". E' un'espressione molto forte ma non è per niente esagerata...
E' urgente ridare spazio a Dio de-clericalizzando la liturgia e riportando l'attenzione di tutta l'assemblea al Mistero di Dio che si fa presente.
Inoltre, le nostre celebrazioni assumono spesso un'impostazione didattica dimenticando la contemplazione e l'adorazione... Senza contemplazione e adorazione non c'è liturgia!!!

Dido ha detto...

Ormai il Papa sta facendo scuola!

Domenico ha detto...

Dal libro: "La liturgia è l'accettazione di Dio e della sua maestà nella nostra vita, che si esprime nell'adorazione contemplativa e nell'obbedienza operativa. E' questa la base primaria della liturgia, che si pronuncia necessariamente nelle forme rituali esteriori stabilite da Dio e dalla sua Chiesa".
Senza pietà e adorazione non è possibile quindi una vera liturgia.

Molto bella poi è la riflessione su S. Benedetto e S. Gregorio Magno, le due colonne della liturgia romana: Benedetto esprime la liturgia monastica la cui finalità è la preghiera incessante mentre in Gregorio con la liturgia della Cattedrale, la finalità è l'introdurre il popolo nei Misteri. Bisogna tornare alle fonti per capire la liturgia!

Fabio ha detto...

E' vero. Concordo. Manca nelle nostre celebrazioni il senso del sacro. Il Santo Padre ci insegna continuamente che durante la S. Messa il Cielo scende sulla terra.
Ma come fare a cambiare mentalità? non penso che tutto si risolva ritornando al rito precedente di S. Pio V...

Anonimo ha detto...

L'intento pastorale di S. Gregorio magno risplende nel sapiente magistero di Benedetto XVI. Egli conduce la Chiesa nelle profondità della teologia liturgica, senza la quale ogni forma rituale è incerta e ogni progetto e azione pastorale compromessi alle loro radici. In una superiore sintesi e su solide basi dottrinali, anche alla luce delle recenti realizzazioni liturgiche del post-concilio, il Papa opera un'attenta verifica, affinché nulla "di ciò che è vero, nobile e giusto e merita lode" nella tradizione secolare della Chiesa vada perduto.