domenica 23 maggio 2010

Un pensiero per Papa Benedetto e per le vittime degli abusi. E' il tempo della penitenza per la Chiesa degli ultimi sessant'anni


Carissimi amici,
oggi vorrei esprimere un pensiero per il Papa e per le vittime degli abusi da parte di sacerdoti.
Il blog e' in prima linea da tempo e, grazie all'esempio di Benedetto XVI, si e' sempre posto dalla parte delle vittime e delle loro famiglie.
Vedendo Annozero, giovedi', non nego di essermi sentita un po' delusa dalle dichiarazioni di una delle persone che il Papa ha incontrato a Malta, ma cio' non toglie che sono molto vicina alle sofferenze di tutti coloro che hanno vissuto questo grande dolore.
Non posso dire certamente di comprendere cio' che provano, pero' posso esprimere tutta la mia solidarieta'.
Tanto poteva essere detto ad Annozero ed invece tanto e' stato taciuto.
E' stata un'occasione persa a mio avviso anche se, dobbiamo ammetterlo, la presenza di Antonio Socci e' riuscita a bilanciare molte delle cattiverie e della false accuse mosse nei confronti di Benedetto XVI.
Come ho gia' detto, ho apprezzato molto sia l'intervento di Travaglio sia quello di Vendola. Piu' ci penso e piu' urlo dai tetti che e' meglio che vescovi e preti rimangano a casa e lascino certe trasmissioni ai laici attrezzati e preparati per affrontare offensive mediatiche.
Per smontare ogni ricostruzione filmata mirante ad attaccare solo ed unicamente Benedetto XVI bastava citare un anno: 2001! Solo dal maggio del 2001 le cause di pedofilia sono di competenza della Congregazione per la dottrina della fede. Prima di allora l'unico responsabile era il vescovo diocesano. Tutti i casi citati da Formigli risalgono a ben prima dell'anno citato.
Inoltre un particolare non e' stato sufficientemente approfondito: gli abusi di cui stiamo parlando e di cui ha trattato Annozero non si sono verificati un mese fa, un anno fa o cinque anni fa. Parliamo di reati (e sottolineo: reati!) consumati dieci, venti, trenta, anche sessant'anni fa!
Benedetto XVI ha deciso di portare la croce per tutta la Chiesa, anche quella di Pacelli, quella di Roncalli, quella di Montini e quella di Wojtyla.
E' sbagliato parlare di chiesa di un Papa, perche' la Chiesa non appartiene ad un singolo Pontefice (nonostante cio' che pensa qualche giornalista), ma mi preme sottolineare il dato temporale e, facendo riferimento ai Pontificati, l'esempio e' piu' comprensibile.
Perche' il Papa ha accettato di pagare per tutti, come intelligentemente ha fatto notare Travaglio? La risposta puo' essere una sola: non c'e' rottura, ma continuita' nella storia della Chiesa.
Questo e' il tempo della penitenza!
Ecco la novita' sempre attuale del Messaggio di Fatima. Che cosa disse l'Angelo ai pastorelli? Per ben tre volte grido': Penitenza, penitenza, penitenza!
Forse finora nessuno di noi aveva capito fino in fondo il significato di questo triplice richiamo.
Ora riusciamo ad afferrarne pienamente il senso.
Non e' piu' il tempo della chiesa trionfante, mediatica, piena di fasti, luci e televisioni prone al passaggio del Papa sul carro alato.
E' il tempo della penitenza, dell'umilta', della spiritualita', della riconciliazione e della richiesta di perdono non per episodi accaduti secoli fa, ma per l'immoralita' di pochi anni or sono e tuttora visibile.
Non c'e' solo la pedofilia, c'e' anche l'allegra gestione delle finanze, il potere, il carrierismo di certi uomini di chiesa. In una parola: c'e' sporcizia!
Benedetto XVI ha deciso consapevolmente di rimboccarsi le maniche e di mettere il bisturi nella piaga. Solo cosi' il paziente potra' guarire e guardare al futuro con ottimismo e serenita'.
Solo svelando la verita' saremo liberi.
Non e' certo semplice il lavoro del medico che incide una parte del corpo infetta. Il paziente sente male e, in un primo momento, incolpa il medico (non la malattia) per quel dolore terribile. Poi, pero', nel tempo comprende che il dottore l'ha salvato e gliene e' profondamente grato.
Un compito davvero difficile quello del Papa e, in un certo senso, ingrato.
Per lui non si evidenziano le luci ma le ombre come il malato da' la colpa del suo dolore al medico che lo opera.
La Chiesa degli ultimi sessant'anni viene descritta dai media come un quadro di Caravaggio, come un insieme di luci ed ombre.
L'attribuzione della luce ad un Papa piuttosto che all'altro dipende dalle simpatie dei giornalisti e degli editori.
Ben poco possiamo fare per ribaltare questa situazione.
Sara' la storia a comprendere l'insieme del quadro del Caravaggio che e' ora la Chiesa. Sara' allora che si capira' che quella che ora qualcuno chiama ombra, in realta', e' indispensabile per il sorgere del sole.
Dobbiamo imparare a rispettare ed a comprendere il peso di cui Benedetto XVI si e' caricato. Non e' facile perche' il primo impulso e' subito quello di mettere i puntini sulle "i", cosa che il Papa non fa mai.
La Chiesa di Papa Ratzinger (come amano scrivere i giornalisti) e' umile, penitente e indifesa rispetto al mondo.
In fondo che cos'e' se non lo specchio della Chiesa di Pietro? Di Paolo? Dei primi martiri cristiani? Di Stefano? Degli immediati successori di Pietro tutti uccisi in nome di Cristo?
Accettiamo, quindi, questo momento di penitenza che, come ci spiega Benedetto, e' un momento di grazia.
Buona Pentecoste a tutti
.
Raffaella

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mettiamo da parte il politicamente corretto: almeno da parte mia non ho difficoltà ad affermare che nella storia della Chiesa Benedetto XVI sarà considerato più "grande" di Giovanni Paolo II, ovviamente lo si vedrà nei secoli, ma la battaglia che sta combattendo Benedetto è ben più difficile di quella del suo predecessore che aveva di fronte un nemico evidente e palese ad almeno metà del mondo: il comunismo (si veda l'intervista a Mosebach pubblicata dal Foglio).
Oggi Benedetto combatte contro un nemico "occulto": il relativismo culturale, il sincretismo, il "politicamente corretto", tutti nemici che purtroppo sono ben forti ed insediati anche DENTRO la chiesa. Benedetto ha capito che su questi temi non si possono fare sconti: su questa battaglia la chiesa sta o cade, il Papa e ciascun cristiano sono chiamati per prima cosa ad essere testimoni della Verità, senza se e senza ma, perchè "la Verità vi farà liberi".
Se vengono meno a questo ordine del Maestro sono "servi inutili" destinati ad essere spazzati via dal mondo.

gemma ha detto...

Buona Pentecoste Raffaella e grazie per questa tua riflessione, che faccio mia

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella... anche Galeazzi riprende questo tuo pensiero....
v. http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=242

li.pa.

Anonimo ha detto...

Bellissima e condivisibile riflessione. Mettiamoci alla sequela di Cristo, di Sua Madre e del nostro Papa. Oggi è più che mai necessario seguirli
Buona Pentecoste, Raffa cara.
Alessia

Nuovo ha detto...

Sono d’accordo con l’anonimo delle ore 11:20
In verità le difficoltà che affronta Benedetto XVI sono ardue e soprattutto ostacolate fortemente in modo occulto.
Però ogni periodo ha delle tematiche prevalenti. Sicuramente Giovanni Paolo II, non ha “dato “ una forte attenzione alla tematica della pedofilia. Pero nel frattempo dobbiamo tenere in considerazione che qualsiasi pontefice da solo non può trattare e approfondire tutte le molteplici questioni della Chiesa. Intorno a G.P.II c’erano personaggi che consciamente hanno cercato di allontanare l’attenzione da un tema cosi gravoso. Invece intorno a B.XVI ci sono figure di spessore e senza paura di esporre a collaborare con il Pontefice in modo da sradicare questa brutta piaga che sta martellando la Chiesa

Maria R. ha detto...

"il primo impulso e' subito quello di mettere i puntini sulle "i", cosa che il Papa non fa mai".

E' vero, a volte viene da urlare, invece che da ragionare con calma, ma il Papa oggi ha detto una cosa molto bella al Regina Coeli: non c'è Pentecoste senza Maria.
E Maria Santissima, mentre prendevano il Figlio come un malfattore e lo crocifiggevano, non ha detto una sola parola.
Il tempo della penitenza, nella storia umana (fatta di alti e bassi) è evidentemente necessario, perché non tutti riescono a "rigar dritti" e a volte lo scossone serve per riprendere molti e riportarli sulla retta via. Per gli altri, serve a fare pulizia, scartando la zizzania.
In ogni caso, come ha detto il Papa, anche questo è grazia.
Però non dimentichiamo che noi laici abbiamo un compito che è sempre e comunque quello della ricerca della verità.
Fare luce, con il giusto equilibrio e tenendo conto della continuità di cui tu parli e che Benedetto XVI non manca mai di sottolineare, credo che sia doveroso, oggi, specialmente per noi, che rimaniamo pur sempre il sale della terra :)
E scusa se rispondo solo adesso, ma stamattina sono stata fuori casa.