sabato 17 luglio 2010

Vicariato, stretta sui preti forestieri a Roma: per restare serve anche la buona condotta (Repubblica)

Clicca qui per leggere l'articolo con l'ennesima, inutile, polemica.

5 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

Non è un'inutile polemica. E' un reale problema di dimensioni particolari che l'articolo descrive abbastanza bene. Anche in questo caso si paga ora il conto di anni di mancato controllo - che deve essere molto severo.

euge ha detto...

Questa eredità quanto pesa e quante magagne nasconde dietro il manifesto della mediaticità!

SERAPHICUS ha detto...

Questo caso è particolarmente rilevante perché parliamo di persone, della loro vita, del loro destino. E' un dovere umano e pastorale occuparsi di una situazione complessa. I media - riportano ciò che accade, naturalmente a modo loro, con i loro fini. Ciò non toglie che è un bene che il cardinale vicario si occupa di questo problema.

euge ha detto...

Hai ragione SERAPHICUS. Vallini non ha solo questo di problema a Roma ma, a mio modesto avviso il suo tempo di reazione è moooolto lento!

Anonimo ha detto...

Dopo aver "dormito a lungo" (più o meno come nella vicenda dei pedofili nella Chiesa) la Chiesa di Roma (e non è la sola) si è accorta che la formazione spirituale di molti giovani sacerdoti o aspiranti sacerdoti, provenienti da paesi principalmente africani od asiatici, non raramente, pone problemi di difficile inserimento ed "integrazione" nel contesto civile e sociale del nostro Paese, soprattutto, ma non solo, a Roma.
Alcuni di loro sembrano talvolta molto interessati a crearsi una qualche occasione di lavoro in Italia, da utilizzare in caso di fallimento della vocazione sacerdotale. Ma a Roma, purtroppo, capitano pure sacerdoti italiani ed europei, dai curriculun morali e religiosi parecchio discutibili, che i loro vescovi hanno allontanato dalle loro diocesi, ma non impedito loro di "cercarsi qualche accogliente nido altrove, magari a Roma", dove "la selezione morale" talvolta appare insufficiente.
Bel vengano le impostazioni restrittive de Card. Vallini perché religiosi consacrati o da consacrare, talvolta anche qualche vescovo, autoriformatosi secondo la sua libera interpretazione del Concilio Vaticano Secondo, danno pessimi esempi di adesione al Vangelo e concorrono ad allontare le persone dalla fede.
La CEI dovrebbe porsi anche una domanda, che può sembrare "minore e di scarsa rilevanza", ma che invece, di questi tempi, conta e molto: "Presbiteri e vescovi, prima di venire consacrati nei rispettivi ruoli, vengono adeguatamente istruiti che il loro ruolo ministeriale non contempla in alcun modo la loro competenza accessoria come "agenti di viaggio", al pari dei promotori di viaggi nelle agenzie turistiche?
Si perché spesso quando "si rincorre" un prete o addirittura un vescovo, per esigenze personali, essi sono sempre in giro per il mondo a destra ed a manca, con la "scusa", spesso di comodo, ma buona per giustificarsi, che si trovano in pellegrinaggio a destra od a manca; sono ovunque, salvo nelle parroccchie. E la gente, non del tutto a torto, mormora!