domenica 29 agosto 2010

Card. Bagnasco: urgono politiche a favore delle famiglie. E' stolto ignorare la catastrofe demografica (Izzo)


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BAGNASCO: URGONO POLITICHE A FAVORE DELLE FAMIGLIE

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 29 ago.

Varare provvedimenti efficaci a favore delle famiglie rappresenta la principale priorita' per il nostro Paese. Lo afferma il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, sottolineando che "mettere in atto delle politiche adeguate ai reali bisogni della famiglia perche' possa avere dei figli, significa guardare lontano, assicurare un corpo sociale equilibrato".
Invece, "trascurare la famiglia, ad esempio nelle sue esigenze economiche, significa sgretolare la societa' stessa".
Secondo il cardinale, che ne ha parlato a Genova nell'omelia per la messa celebrata in occasione della festa della Madonna delle Guardia, "la societa' deve considerare seriamente questa realta' che e' la base, il suo fondamento naturale: deve innanzitutto difenderla da ogni deformazione. Ma deve anche promuoverla in tutti i modi.
"Non si finira' mai di insistere - promette il capo dei vescovi italiani - perche' le misure siano sempre piu' aderenti ed efficaci alla realta' della famiglia grembo della vita".

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BAGNASCO: E' STOLTO IGNORARE CATASTROFE DEMOGRAFICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 29 ago.

Non basta l'attuale timida inversione di tendenza in atto: il calo delle nascite rappresenta ancora "una vera corsa verso la morte", perche' la societa' "senza bambini non ha futuro".
E "in Occidente, dietro ad una bassa demografia sta una catastrofe culturale grave". Usa parole molto forti, su questo tema, il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, per il quale "che l'Italia non goda di buona salute sul piano della natalita' e' sotto gli occhi del mondo intero". Ma, se "e' scontato che gli altri Paesi non se ne preoccupino, se non ce ne preoccupiamo e non ce ne occupiamo noi e' stolto".
Nell'omelia per la messa celebrata questa mattina a Genova in occasione della festa della Madonna della Guardia, Bagnasco ricorda che proprio "la Liguria si trova nelle primissime posizioni in quella che e' una vera corsa verso la morte". "Per la verita' - ammette - i segni di una ripresa esistono anche da noi, e non solo grazie agli immigrati. Ma l'inversione di tendenza non e' ancora decisa. Quali siano gli effetti negativi a tutti i livelli di questo inverno demografico sono noti a chi riflette e s’informa: sul piano economico, politico, sociale, psicologico, culturale, ecclesiale".
"Sembra strano - ragiona il porporato - parlare di rapporto tra demografia e democrazia, ma bisogna tuttavia riconoscere che l'equilibrio demografico non solo e' necessario alla sopravvivenza fisica di una comunita' - ma e' anche condizione per quella alleanza tra generazioni che e' essenziale per una normale dialettica democratica". Per questo, spiega, la Chiesa batte su questo argomento "da molto tempo".
"La scarsita' di bambini - del resto - significa non solo un futuro autunnale, ma gia' ora crea squilibri tra le generazioni, causa una poverta' educativa non solo perche' noi adulti siamo sottratti al compito di educare, ma anche perche' non siamo piu' educati noi stessi: i ragazzi e i giovani, infatti, ci costringono a metterci in discussione; ci provocano a uscire da noi che, per eta' e acciacchi, tendiamo a ripiegarci sui nostri bisogni immediati". Per Bagnasco, "non sono solamente i genitori che, avendo dei figli, devono cambiare prospettive e stili, devono pensare e organizzarsi in rapporto ai figli nelle diverse eta'. E' la societa' nel suo insieme - infatti - che deve pensarsi e organizzarsi in tal senso". Del resto, "per assurdo, una societa' senza bambini e ragazzi, cosi' come una societa' senza anziani, sarebbe gravemente mutilata, non potrebbe funzionare".
Secondo il cardinale, "e' vero" che la scarsa natalita' e' legata anche alla crisi economica in atto, perche' "i figli sono un impegno economico non indifferente", ma "la questione dei figli non ha solo delle implicazioni di tipo economico. Richiede anche un cambiamento culturale".

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BAGNASCO: NESSUN FUTURO SENZA DIFESA MATRIMONIO UOMO-DONNA

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 29 ago.

"Il mondo potra' continuare a guardare con fiducia al futuro finche' un uomo e una donna uniranno le loro vite per sempre nel vincolo del matrimonio". Per questo, afferma il card. Angelo Bagnasco parlando a Genova in occasione della festa della Madonna della Guardia, "la famiglia fondata sul matrimonio, e in modo del tutto speciale nel sacramento, e' una prova che Dio continua ad amare il mondo, che ha fiducia nell’uomo, che esiste il futuro, che l'amore e la speranza sono piu' forti del male".
Con il matrimonio, ricorda Bagnasco, "gli sposi prendono la propria vita e la depongono nelle mani dell'altro: ognuno si consegna per sempre non in forza di un sentimento passeggero ma di una decisione definitiva; non solo nella buona salute o nella fortuna, ma anche nelle situazioni malferme e difficili, fino alla morte". Si tratta dunque di un impegno "per sempre", una prospettiva, ammette il cardinale, che "forse intimorisce e spaventa", alla quale i credenti guardano tuttavia con la consapevolezza che "la fedelta' vera, quella dell'amore fino al sacrificio di se' e' qualcosa che sta sul confine tra l’umano e il divino, e' la traccia di Dio nel mondo". "Siamo lontani - commenta - da un certo modo di pensare di oggi, che non e' maggioritario come si vorrebbe far credere, ma e' invadente e subdolo: 'la vita e' solo tua; dopo la morte non c'e' nulla; godi il piu' possibile e approfitta di tutto senza scrupoli; fai quello che ti senti di fare; lasciati guidare dalle sensazioni'". "Non e' forse questa - si chiede l'arcicescovo di Genova - la musica che ci viene suonata in tutti i modi? In questo clima suadente, anche la coppia e la famiglia acquistano una leggerezza particolare, una inconsistenza che frana davanti agli urti della vita e dei rapporti.
Le fatiche di ogni giorno sembrano noiose e senza senso, quindi insopportabili. Il futuro perde valore e smalto, il presente si enfatizza per cio' che promette di soddisfazione immediata. In una visione cosi' piatta sembra esserci poco spazio per il dono di se', viene a mancare la speranza, la capacita' di credere al futuro; e porre al mondo dei figli ha sempre a che fare col futuro". "E' vero - ragiona il porporato - che ognuno deve ragionare con la propria testa, ma e' anche vero che l'aria che si respira, alla lunga, non e' indifferente al nostro modo di pensare. Bisogna esserne coscienti e lottare per ragionare secondo le categorie del Vangelo. Ma lottare - insiste Bagnasco - con la testimonianza e le ragioni, anche per cambiare certi modi di pensare che in nome di una liberazione dell’individuo, lo confinano solo con se stesso, privandolo della gioia del dono di se' e del sacrificio per amore".
Oggi, rileva il capo dei vescovi italiani, "quanto grande sia il bisogno di testimoniare che la fedelta' e' possibile tutti lo vediamo: la fedelta' responsabile all'amore, all'amicizia, al proprio dovere, agli impegni assunti, alla parola data, alla Chiesa, alla società in cui si vive e che siamo tutti chiamati a servire". Per Bagnasco, del resto, anche nel matrimonio "la fedelta' e' possibile con l’aiuto della grazia" ed "ha anche un fascino e una bellezza tutta speciale che vediamo sul volto di chi - giovane o vecchio - la vive giorno per giorno, fiero di essere fedele anche se una certa cultura irride a questi valori ritenuti antiquati". Spesso, infatti, "si intende la fedelta' come qualcosa di ripetitivo, noioso, privo di brivido; mentre, al contrario, e' la condizione della crescita".
"Nella vita di coppia e di famiglia - osserva poi il capo dei vescovi italiani - l'amore si trasforma col tempo: dall'effervescenza iniziale si muta in qualcosa di piu' profondo e radicato, fortificato dalle gioie e dalle fatiche" mentre "la ripetizione quotidiana di tanti piccoli o grandi doveri, di tante azioni che sembrano grigie, e' come la pioggia tranquilla e continua che bagna la terra e la feconda".
Del resto, secondo il porporato, "non sono le tempeste delle grandi passioni e dei trasporti impetuosi che fanno crescere o misurano la sostanza dell’amore, ma la fedelta' quotidiana e umile nel segno dell'amore". Bagnasco, indica dunque ai fedeli "la sacra immagine della Madonna con il Bambino".
"A Nazaret - spiega - essi vivono nella assoluta semplicita' delle cose, nella gioiosa fatica del lavoro quotidiano, in casa e nella bottega del falegname; vivono la vita del villaggio, i rapporti con i vicini di casa, la partecipazione al culto, la presenza di Dio". "La Madonna della Guardia - conclude Bagnasco - continua a presentarci il piccolo Gesu': e' un invito alla speranza e alla vita, che di speranza si alimenta: non smettiamo di guardarlo. In quel Bambino che la Santa Vergine porta in braccio risplendono la dignita' piena di ogni persona, e' lui il criterio e l'unita' di misura della grandezza umana".

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