mercoledì 4 agosto 2010

Il Papa «segreto» di Castel Gandolfo. L’estate del Santo Padre (Cardinale)


Il Papa e quel cappellino con visiera per proteggere gli occhi (Cardinale)

L’estate del Santo Padre

Il Papa «segreto» di Castel Gandolfo

Gianni Cardinale

Riprendendo la tradizione dei suoi predecessori, che dal 1946 fino al 1986 hanno ininterrottamente trascorso ogni anno tutto il periodo estivo sui Colli Albani, papa Ratzinger ha scelto quest’anno di raggiungere la Villa pontificia di Castel Gandolfo fin dal 7 luglio. Il motivo è semplice, la Villa pontificia offre tutto quello che papa Ratzinger ritiene necessario: un’altitudine giusta, una riservatezza adeguata, una biblioteca fornitissima a portata di mano.

Il ritmo delle vacanze del Papa è piuttosto metodico. Scandito da momenti di preghiera, lavoro, contatto con la natura, musica. Gli orari sono leggermente ritardati rispetto a quelli del Palazzo apostolico in Vaticano. La sequenza mattutina è la stessa. Messa (celebrata in italiano secondo il Novus Ordo e versus altarem, in latino quando concelebra il fratello Georg), ringraziamento, lettura del breviario, prima colazione. Quindi il disbrigo delle pratiche.

«Le vacanze di lavoro del Papa», ha titolato l’Osservatore Romano. E non è retorica piaggeria. Il Papa rimane pastore della Chiesa universale anche durante il periodo estivo. E così ogni mattina arriva a Castello la cosiddetta "borsa" dalla Segreteria di Stato con testi e documenti che il Papa legge, studia, valuta e quando serve vi annota le sue indicazioni siglandole o firmandole con la sua calligrafia minuta e inconfondibile. Il flusso delle pratiche che raggiunge il sacro tavolo è più tenue visto che i dicasteri romani lavorano a ritmi molto ridotti. Ma al Papa arrivano per canali diversi anche altri testi e corrispondenza. Il tutto viene disbrigato, raccontano i suoi collaboratori, con accuratezza e rapidità. Nella "borsa" c’è anche la rassegna stampa internazionale curata dalla Segreteria di Stato: il Papa la scorre, sfogliando poi anche qualche quotidiano (e Avvenire non manca), ma tende a non dare eccessivo spazio a questa attività.

Alle 13,00 è l’ora del pranzo, preparato dalle consacrate laiche Memores Domini. Normalmente sono quattro (Loredana, Carmela, Cristina, Manuela) ma anche loro hanno i loro turni di vacanza o di esercizi spirituali, comunque due sono sempre presenti. Le pietanze del Papa sono le stesse del resto dell’anno, con qualche variazione determinata anche dai doni per la tavola del Papa che arrivano sempre copiosi e graditi. Come ormai è noto il Papa non beve vino, ma succo d’arancia, anche se in occasione di qualche ricorrenza o festeggiamento particolare a fine pasto non disdegna di sorseggiare del vin santo, un limoncello o un porto.

La tavola è servita dal cameriere Paolo Gabriele, che però anche lui ad agosto va in vacanza con la sua famiglia e così viene sostituito dal veterano Angelo Gugel, apprezzato per la sua affidabilità e discrezione, che ovviamente è ben contento di sospendere il suo status di pensionato per tornare a servire il Papa come ha fatto ininterrottamente dal 1978 al 2005.

Anche il segretario particolare monsignor Georg Ganswein per Ferragosto torna in patria per stare vicino ai propri cari, ma a Castello rimane il secondo segretario, il maltese Alfred Xuereb, che nel frattempo ha già consumato le vacanze personali.

Con agosto giunge a Castello anche monsignor Georg Ratzinger, il fratello più anziano del Papa. E ovviamente a lui il pontefice dedica parte del suo tempo, soprattutto nel pomeriggio e nella sera. Con lui si concede lunghe chiacchierate e insieme ascoltano della buona musica. Con la delicatezza che lo contraddistingue, il pontefice approfitta di questi momenti per leggere ad alta voce libri o giornali per il fratello maggiore, che ha ormai una vista molto indebolita.

Consumato il pranzo Benedetto XVI, accompagnato dal segretario, si concede una breve passeggiata nel Giardino del Moro, il più antico della Villa pontificia. E quindi una "pennichella" ristoratrice. Breve però. Perché i pomeriggi, soprattutto quelli di luglio precedenti l’arrivo del fratello, sono riservati al lavoro e allo studio personale. È in questi momenti che prendono forma opere come i due volumi su Gesù di Nazaret già scritti (il secondo, in corso di traduzione, uscirà presumibilmente all’inizio del prossimo anno). Come ha confermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, tra i lavori che il Papa ha iniziato in questo periodo c’è infatti il terzo volume su Gesù, dedicato ai cosiddetti vangeli dell’infanzia.

Potrebbe poi venir fuori anche una qualche pubblicazione a sorpresa, ma non una nuova enciclica di cui non risultano tracce scritte. In questa fase della giornata può accadere che, anche per aiutare l’ispirazione nella scrittura, il Papa ascolti della musica (Haydn, Bruckner, Vivaldi, ma anche Beethoven e Brahms e ovviamente i concerti dei Regensburger Domspatzen, il coro di cui fratello è stato maestro per molti anni). A volte il Papa poi approfitta del pianoforte a coda che gli venne donato all’inizio del pontificato per suonare brani di Mozart, Schubert o Chopin. Nonostante che dopo il piccolo incidente dello scorso anno e dopo gli esercizi di riabilitazione la mano destra debba ancora sciogliersi completamente, questo momento musicale può ripetersi anche nel dopo cena, non alla ricerca d’ispirazione ma come semplice relax.

Alle 18,45, e fino alle 19,30, è il momento della lunga passeggiata giornaliera. Il Papa raggiunge un tratto pianeggiante dei giardini con una golf-car e poi inizia, accompagnato dal segretario, la recita del Santo Rosario, che si conclude con un canto mariano intonato davanti alla statua della Beata Vergine Maria innalzata da Pio XI nei pressi del laghetto. Il Ctv ha diffuso le immagini di questo specchio d’acqua facendo vedere il simpatico gesto del Papa che vi getta delle molliche di pane per nutrire i pesci bianchi e rossi, e le due carpe, che lo abitano. Non si è trattato di una concessione pontificia ad esigenze televisive, ma di un gesto spontaneo che ogni giorno il Pontefice compie con la semplicità di un bambino.

Arriva quindi il tempo della cena. Ed è questo l’unico momento della giornata concesso alla tv. Ma solo per seguire, dipende dall’ora che si è fatta, il Tg1 o il Tg2. Quando c’è monsignor Georg Ratzinger, a Castello ci si sintonizza su qualche tv tedesca, che è particolarmente apprezzata anche perché concede più spazio agli avvenimenti internazionali e indulge meno sulla cronaca – nera o rosa – e il gossip estivo.

Dopo una breve passeggiata "digestiva", sempre nel Giardino del Moro, c’è giusto il tempo per una breve chiacchierata o per un po’ di musica e poi si recita la compieta. Alle 21,00 il Papa si ritira nella sua camera. Al mattino infatti si sveglia piuttosto presto. Nei giorni di festa, la domenica e la solennità dell’Assunta, le giornate hanno ovviamente ritmi diversi. C’è la recita dell’Angelus e, a Ferragosto, la messa nella chiesa parrocchiale. Da oggi poi ricominciano le udienze generali del mercoledì. E poi ci può essere sempre un fuori programma, come l’anteprima del film della Bayerischer Rundfunk sui primi cinque anni di pontificato proiettata nel pomeriggio di giovedì scorso. O, sussurra qualcuno, anche qualche scampagnata fuori Castello. Ma di questo si saprà a cose fatte. Forse.

© Copyright Avvenire, 4 agosto 2010 consultabile online anche qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il «talento» dimenticato dall'Italia
di Filippo Di Giacomo
su finesettimana.org
Alessia

Anonimo ha detto...

Altro OT, Raffa.
Correggimi se sbaglio, al corrierone sono proprio de coccio. Edoardo Patriarca è stato addirittura promosso a monsignore, lui un laico sposato e padre.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201008/100804garzonio.pdf
Alessia

Raffaella ha detto...

:-)))
Forse hanno pensato che Patriarca fosse un titolo, come quello del card. Scola :-))
R.

sam ha detto...

Ma scusate, io ho due foto simpaticissime, scattate in circostanze diverse, del mio amatissimo Card. Ratzinger che si scola una bella birra fresca nel mega bicchierone bavarese.
Sappiamo che gli piace la fanta, ma io sono contenta se anche da Papa gli passano qualche birra... :-)
Ho come l'impressione che molte volte le descrizioni giornalistiche indulgano un po' alla retorica quasi caricaturale del Papa timido, etereo, contemplativo, tralasciandone del tutto gli aspetti più umani(invece sempre fortemente esasperati quando si parla di Carol).
Ma Joseph Ratzinger è un mistico con i piedi molto per terra e che ha sempre condotto una vita sobria e santa all'insegna dell'umile normalità.