giovedì 12 agosto 2010

Mons. Burke: Il Summorum Pontificum è un atto di legislazione universale del Papa e quindi si rivolge alla Chiesa nel suo complesso (Calabrò)

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Anche in questo caso, formalmente, TUTTI devono applicare le disposizioni del Papa. In pratica, poi, ciascun vescovo fa (o non fa) cio' che gli pare.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La diatriba sulle "chierichette" mi sembra quanto mai insulsa. L'esclusione precedente, più che da ragioni dottrinali o teologiche nella antica Messa Latina Tridentina e nelle liturgie precedenti, derivava da stili relazionali che "distanziavano" in tutto le donne dagli uomini, secondo una sorta di ipocrisia sessuale per la quale era bene che i religiosi ed anche i chierichetti stessero più lontano possibile dalle tentazioni sessuali, (per i fanciulli:.il gioco del dottore con le fanciulle)del sesso femminile, visto ancora, in larga misura ideologica e filosofica, come fonte della tentazazione al peccato di impurità.
Così le fanciulle non venivano utilizzate come chierichette (anche per preservarne le virtù verginali), mentre i presbiteri che avrebbero dovuto " saper controllare le tentazioni femminili e le puslsioni erotiche" standose lontani dalle donne il più possibile, talvolta non disdegnavano il contrario, cedendo ai sensi.
In un rapporto del 1600, dopo il Concilio di Trento, un ispettore pontificio mandato a "visitare" conventi maschili e femminili riferì a Roma che non pochi di questi conventi (femminili compresi) "tenevano fama ed opere di bordello".
A me la Messa Latina, nella mia lontana infanzia, ma più recentemente anche nelle messe internazionali (per esempio a Lourdes) ha sempre coinvolto moltissimo, specie se integrata con la potenza del canto gregoriano negli inni del Gloria, Credo, Sanctus, ecc. A mio avviso la sua potenza espressiva e la sua solennità trascendentale erano ineguaguabili.
Tuttavia non sono così stolto dal pensare che essendo escluse le chierichette nel rito antico in latino, esse, nello stesso rito latino attuale, non possano essere utilizzate! Amici non cadiamo in un'atrofia mentale; non facciamo onubliare il cervello da dettagli insignificanti, guardando le pagliuzze e non vedendo le travi!

don gianluigi ha detto...

Caro Anonimo, le questioni liturgiche non sono mai insulse, poiché alla base di ogni gesto liturgico c'è una ragione teologica esplicita o implicita (esempio le vesti liturgiche, che sono retaggio di abiti profani, rivisitati da un significato spirituale)L'esclusione delle chierichette non è questione di razzismo sessista, ma di tenore squisitamente liturgico, come le balaustre a delimitare il presbiterio. Appunto si chiama così quella parte della chiesa in cui si svolgono i sacri riti e in cui agiscono i sacerdoti in persona Christi. Poiché anche chi serve all'altare fa parte del servizio sponsale di Cristo per la sua chiesa, è giusto e santo che i ministri sacri siano assimilabili a Cristo uomo. Tutte le altre frivolezze dei peccati contro la purezza nel '600 sono ridicole. Guarda quello che succede oggi a Roma che è meglio.

Quanto alla Messa latina internazionale di Lourdes, se intendi quella kermesse con tanto di maxischermo e di riti inventati da quei liturgisti, beh allora vuol dire che non hai mai partecipato alla messa tradizionale!!

Anonimo ha detto...

Caro don Luigi, le sue spiegazioni sulla questione dei chierichetti, sia detto con il dovuto rispetto, non mi sembrano convincenti.
Quanto poi al fatto che non ho mai partecipato ad una Messa tradizionale (lasciamo da parte Lourdes9 si sbaglia di grosso ed è poco accorto, da parte sua, affermare il contrario senza averne le prove.
Una maggior riflessione nelle risposte, non guasterebbe, specie per un prete!

Areki ha detto...

Grazie caro don Gianluigi per le tue precisazioni, avevo in animo anch'io di replicare all'aria fritta e alle panzane del primo anonimo, ma vedo che lo hai fatto molto meglio tu con sicurezza dottrinale e con stile.
don Bernardo

Anonimo ha detto...

Melloni pare voler rispondere a Mons. Burke (grande Leo!).
I vescovi alla prova della messa in latino di Alberto Melloni
in “Corriere della Sera” del 13 agosto 2010
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201008/100813melloni.pdf
Alessia

Anonimo ha detto...

Don Luigi sostiene che le balaustre servano a delimitare l'altare, secondo una motivazione teologico-dottrinale, ricondotta alle forme liturgiche.
Le sue conoscenze liturgiche di sacerdote saranno senza dubbio qualificate; ma come la mettiamo allora con il fatto che oggigiorno, nella maggior parte delle Chiese del Nord Italia, della balaustra non c'è più nemmeno l'ombra delle balaustre e dove le balaustre c'erano, sono state successivamente gradualmente smantellate.
Se le balaustre sono un segno fondamentale di carattere teologico-dottrinale-liturgico, perché le hanno tolte?
Se hanno "tolto" le balaustre non vedo perché non possano aggiungere le chierichette? Non perdiamoci inutilmente nei dettagli, con battaglie di retroguardia, mentre "la Ridotta della fede" corre ogni giorno di più il rischio di venire gradualmente sbrecciata dai suoi nemici.