lunedì 23 agosto 2010

Troppi attacchi al Papa. Non c'è una squadra che lo sostenga adeguatamente. Ansaldo recensisce il libro di Tornielli e Rodari


Su segnalazione di Alessia ed Eufemia leggiamo:

TROPPI ATTACCHI AL PAPA COSÌ A BENEDETTO XVI MANCA UNO SPIN DOCTOR

MARCO ANSALDO

Repubblica — 23 agosto 2010 pagina 34 sezione: CULTURA

Quando il Papa è in viaggio all' estero, c'è un momento molto importante della giornata, addirittura centrale da un punto di vista mediatico. Si svolge immancabilmente all' alba, quando nella stanza d' albergo dove alloggia l' assistente del direttore della Sala stampa vaticana, il burbero ed efficentissimo Victor van Brantegem, avviene la distribuzione dei testi che il Santo Padre leggerà quel giorno.
Così fu anche la mattina del 12 settembre 2006, a Ratisbona, primo viaggio di Joseph Ratzinger nella sua Baviera come Benedetto XVI. Ma quella volta accadde qualcosa. Una volta pronunciata la sua lezione all' università, le agenzie di stampa rilanciarono il discorso puntando soprattutto su una citazione di Manuele II Paleologo, dalla quale poteva evincersi il messaggio che per il Papa cattolico l' Islam è una religione violenta, votata alla guerra santa. Una frase che estrapolata dal suo contesto ampio e articolato, 12 pagine fitte, scosse profondamente il mondo islamico che reagì indignato alla vigilia del viaggio seguente di Benedetto nella Turchia di fede musulmana. Eppure, otto ore prima che il testo venisse pronunciato, gli stessi giornalisti leggendolo mentre facevano colazione capirono che quella sola frase poteva dare adito a pericolosi fraintendimenti e risultare potenzialmente esplosiva. Segnalarono subito la cosa all' ufficio stampa papale, insistendo, ma nulla venne cambiato.E puntualmente una bufera internazionale si abbatté violenta e durissima sul Vaticano, con tanto di richieste di scuse al Pontefice da parte di alti esponenti religiosi islamici, sopite infine dalla geniale intuizione della preghiera comune del Papa di Roma con il Mufti di Istanbul nella Moschea Blu. Ma com' è possibile che a Ratisbona nessuno dello staff papale avesse avuto la prontezza di avvisare Benedetto dei rischi? Un libro illuminante in proposito affronta non solo l' interessante ricostruzione di quell' incidente, ma tutta una serie di infortuni clamorosi e crisi mediatiche in cui il Vaticano si è trovato impigliato, soprattutto in quest' ultimo anno difficile per il Papa tedesco.
Lo hanno scritto due fra i più preparati vaticanisti italiani, Paolo Rodari e Andrea Tornielli ( Attacco a Ratzinger, editore Piemme). Ratisbona infatti fu solo il primo caso, a cui ne seguirono molti.
Quello della nomina del vescovo polacco Wielgus, in odore di spionaggio; della scomunica revocata al prelato negazionista Williamson; delle parole in Africa sui preservativi destinati ad aumentare il problema dell' Aids; della difficile gestione dello scandalo sulla pedofilia nella Chiesa; fino all' inedito scontro fra cardinali, con l' attacco della rampante eminenza austriaca Schoenborn all' ex segretario di Stato vaticano Sodano. Tutti questi infortuni destinati a intaccare gravemente l' immagine dell' istituzione cattolica e di chi la guida, sostengono i due autori, potrebbero invece essere sapientemente depotenziati da parte della Santa Sede. Basterebbe un accurato controllo preventivo e la possibilità successiva di applicarlo, come l' incidente di Ratisbona ha dimostrato e pure i casi seguenti, che Rodari e Tornielli analizzano uno per uno nelle loro complesse sfaccettature e nei brutali effetti successivi.
La loro deflagrazione rivela piuttosto che la Gerarchia difetta - anche se ciò può sembrare strano - di una vera strategia comunicativa. Manca una regìa complessiva. E ci si limita, dopo, a tamponare le falle, a spegnere gli incendi, a disinnescare bombe già esplose.
Le mansioni affidate all' attuale direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, uomo di grandissima preparazione e abnegazione, e la sua stessa confidenza e accessibilità al Papa appaiono diverse da quelle del suo predecessore, Joaquim Navarro Valls, che con Karol Wojtyla aveva non solo un rapporto di consigliere, ma agiva come un vero e proprio spin doctor. Una questione a cui la Santa Sede dovrà prestare molta attenzione. Perché come ha efficacemente spiegato ai due vaticanisti un autorevole porporato interno ai sacri palazzi, gli attacchi a Ratzinger si sono moltiplicati. «Attacchi di ogni tipo. Una volta si dice che il Papa si è espresso male, un' altra volta si parla di errore di comunicazione, un' altra ancora di un problema di coordinamento tra gli uffici curiali, un' altra di inadeguatezza di certi collaboratori. Vuole sapere la mia impressione?
Non c' è una squadra che lo sostiene adeguatamente, che previene l' accadere di certi problemi, che riflette su come rispondere in modo efficace. Che cerca di far passare, di espandere l' autentico suo messaggio, spesso distorto.
Così la domanda più frequente è diventata questa: a quando la prossima crisi?».

© Copyright Repubblica, 23 agosto 2010 consultabile online anche qui.

Sara' interessantissimo leggere il saggio di Rodari e Tornielli. Non possiamo che concordare con questa prima anticipazione: al Papa purtroppo manca una squadra che lo sostenga. Non si e' capaci di prevedere le mosse dei media, non si interviene tempestivamente quando scoppiano le "bombe", si vive nell'illusione che tutto si risolva da se'. Di qui gli interventi inutili e tardivi (vedi biglietti a pagamento per le Messe del Papa in GB tanto per fare un esempio freschissimo). Cio' che e' peggio, pero', e' che nessuno fa nulla per veicolare nel modo opportuno il messaggio del Papa. Inoltre in questi anni abbiamo visto una curia che non sostiene il Papa ma che si nasconde dietro al Papa. Non si fa scudo a Benedetto XVI, ma ci si fa scudo della sua persona. Nessun curiale ha mai fatto un passo avanti per assumersi un minimo di responsabilita' nella gestione del caso Williamson. E il caso Boffo? E la questione dei preti pedofili? C'e' molto che non funziona e dobbiamo ringraziare Tornielli e Rodari per il coraggio di scrivere la verita'.
R.

10 commenti:

rosadeldeserto68 ha detto...

Concordo con il tuo commento Raffaella; in quanto allo "spin doctor" di cui parla Ansaldo, dopo averne trovato il significato sul vocabolario, penso sia meglio lasciarlo ai politicanti: Cristo non aveva spin doctor, Egli voleva testimoni

laura ha detto...

Ame sembra che manchi l'interesse, lascolto e l'obbedienza. Sembra che parli al vento, eppure è l?unico a dire parole di vita e parole che diano significato e speranza in un modo di cartapesta e di volgarità.
Noi cattolici dormiamo e dovremmo essere informati come i tifosi di una squadra di calcio, altrimenti non andiamo avanti. Il sotegno è la sequela, a mio parere. Grazie per lo spazio concessomi

Abelardo ha detto...

Con tutta franchezza debbo dire che un minimo di responsabilità ce l'ha anche il Santo Padre...nessuno lo costringe a tenersi uno come padre Lombardi...uomo inadatto quanto mai a dirigere una sala stampa. Lo licenzi e assuma persone capaci come Raffaella!
Scusate ma...

Raffaella ha detto...

Per carita'!!!
Personalmente credo che Padre Lombardi faccia un ottimo lavoro. L'abbiamo visto nel caso dei preti pedofili americani.
Svolge il suo lavoro con scrupolo.
Il problema non e' affatto Padre Lombardi, ma l'ufficio che sta dietro la Sala stampa.
R.

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda Ratisbona io sono e resto convinta che il Papa fosse pienamente consapevole dei rischi di una cattiva interpretazione della famosa frase, ma che abbia deciso di correrli per dare una scossa al dialogo, precedentemente più monologo fatto di baci e abbracci. Possibile non si attendesse reazioni tanto veeementi da taluni e, in effetti, penso che se dialogo effettivamente ci fosse stato le reazioni sarebbero state sicuramente più miti e ragionevoli. Insomma, molti avrebbero capito, ancor di più se certa stampa avesse fatto il proprio dovere invece di buttare cerini accesi. L'attuale livello del dialogo con i musulmani sta a dimostrare quanto la lectio del Papa sia stata decisiva.
Per ogni valutazione attendo di leggere il saggio
Alessia

Anonimo ha detto...

Il problema, forse, è da ricercarsi da qualche parte nella segreteria di stato.
Alessia

Abelardo ha detto...

Si..è vero in quell'occasione è stato tempestivo ma la tempesta va avanti da cinque anni!

Anonimo ha detto...

Forse il Papa pensa che i suoi messaggi siano chiari e sufficienti. Purtroppo la maggiorparte dei giornalisti si accontentano delle semplificazioni, per non parlare di chi è in malafede. Con Navarro era tutto più facile perché ai giornalisti dava il compito già svolto. Eufemia

euge ha detto...

Care Raffaella, rosadeldeserto e laura, condivido i vostri commenti in pieno. Condivido soprattutto, l'ultima parte del messaggio di laura sui cattolici dormienti.......... Non c'è passione nei cattolici non solo riguardo alla difesa della nostra religione cosa che invece è cara per altri ( vedi musulmani, ebrei etcetc) ma, soprattutto non c'è passione salvo rarissimi casi, nell'interessarsi di quello che dice e fa Benedetto XVI. Probabilmente, per due ragioni:
La prima forse è nel fatto che la religione viene vista come qualcosa di antico di non
" adeguato " ed io dico per fortuna, alle voglie ed ai comodi di oggi; c'è un rifiuto anche da parte di pereti, vescovi e cardinali, di tutelare la tradizione cattolica che non corrisponde ovviamente con il fanatismo religioso ma, con la consapevolezza di un tesoro inestimabile da difendere; riguardo a Benedetto XVI, anni ed anni di lavaggio del cervello da parte dei media sulla figura del
" panzerkardinal" evidentemente ha portato i suoi frutti......... gente che non lo ama perchè si ferma alla'apparenza al superfluo perchè ama la mediaticità che nulla a che vedere con il carisma. Carisma che, Benedetto XVI ha da vendere insieme al coraggio di dire la verità a costo di scatenare un putiferio cosa che in passato non era neanche presa in considerazione visto che, siamo andati avanti per anni aforza di abbracci, pacche sulle spalle tanto fumo e niente arrosto!!!!!!! Ma, forse era questo che il cristiano moderno, colui che vuole la pace e poi fa la guerra al Papa, voleva. Tutto ciò in effetti, era comodo, facile e per nulla impegnativo ma, questo non è quello che Cristo chiede a chi decide di seguirlo! Chi collabora con Benedetto XVI a mio modestissimo avviso, è mediocre nel difenderlo e nel far comprendere fino in fondo il suo messaggio ma a volte si è costretti a scegliere la mediocrità fidata piuttosto che l'intraprendenza che colpisce alle spalle. In buona sostanza credo che Benedetto abbia poco da scegliere all'interno di una curia romana, dichiaratamente ostile salvo pochissimi casi.

Anonimo ha detto...

Don Francesco.
Cara Raffaella credimi! Il governo (amministrativo) dlla chiesa, interno ed esterno, dipendono dal Vescovo chiamato Sostituto nella Segretria di Stato del Vaticano. Lui e poi Bertone dovrebbero forse cominciare a raccomandarsi l'anima ... Il Signore ispiri il Santo Padre e noi preghiamo ed obbediamo anche a loro ...