domenica 27 dicembre 2009

Berlusconi e Papa Ratzinger: Episodi simili differenze abissali (Lucio Brunelli)


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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo questo bel commento di Lucio Brunelli che riassume le perplessita' di chi, come me, e' infastidita da chi cerca di collegare l'incidente al Papa con l'aggressione a Berlusconi.
R.

Berlusconi e Ratzinger

Episodi simili differenze abissali

Lucio Brunelli

Il racconto televisivo ha finito con il mescolare in un unico calderone i due ben noti episodi che hanno coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Milano e Benedetto XVI nella basilica vaticana.
Lo stesso premier italiano, in una telefonata al Tg1, la sera del 25 dicembre, ha creato un link tra i due fatti. Entrambi indotti a suo avviso dalle «fabbriche di estremismo, di menzogne e anche di odio».
Certo, alcune analogie sono impressionanti ed innegabili. Tutti e due i casi hanno avuto come protagonisti due giovani squilibrati: Massimo Tartaglia, Susanna Maiolo. E come «vittime» due illustri personaggi pubblici: Berlusconi e il Papa. Inoltre la costante presenza ormai, in ogni evento mediatico, di persone dotate di telecamere digitali o di telefonini, ha fatto sì che entrambi gli episodi fossero colti in diretta da cineasti amatoriali. I filmati, scaricati nei siti internet e trasmessi a getto continuo dai tg, hanno avuto l'effetto di aumentare (e accomunare) l'impatto emotivo sul grande pubblico.
Ci pare però che le analogie finiscano qui. Mentre le differenze appaiono abissali. Pur considerando l'imprevedibilità di una mente malata l'atto violento subito da Berlusconi può forse essere letto come il frutto di un certo clima di odio che avvelena la politica italiana. Tartaglia non avrebbe mai agito in quel modo, forse, se non avesse respirato quest'aria avvelenata. Ma se questa è un'ipotesi possibile per l'aggressore milanese non è invece in alcun modo sostenibile per la «saltatrice» svizzera.
La Maiolo non voleva fare alcun male al Papa. Non era armata, nella sua borsetta non era nascosta nemmeno una statuetta di San Pietro. Gesto assolutamente folle e scollegato da ogni contesto. Così esso è stato percepito dal Papa e dalla sicurezza vaticana. Nessuno nelle sacre stanze ha evocato mandanti morali. Nessuno ne ha fatto una questione di astio ideologico verso il Papa o la Chiesa. Il link stabilito a caldo dal premier, tra la caduta di Ratzinger e le «fabbriche dell'estremismo», ha lasciato perplessi e silenti alcuni collaboratori del Papa.
La diversità degli episodi si è vista anche nella differente reazione dei due leader. Berlusconi, vistosamente ferito dall'aggressore, ha reagito a suo modo. Usando un linguaggio quasi religioso: l'amore che vince l'odio, il perdono dell'aggressore. E naturalmente puntando più volte il dito contro i suoi «nemici» di sempre.
Il Papa ha scelto invece un sobrio silenzio.
Nei tre discorsi pronunciati dopo la caduta (l'omelia della Vigilia, il messaggio urbi et orbi, l'angelus di Santo Stefano) non ha mai fatto riferimento a quanto accaduto la notte di Natale.
Non per una qualche forma di reticenza, crediamo. E nemmeno solo per un dato caratteriale. Ma perché non ce n'era ragione. Tutti lo potevano vedere sereno e in buona forma, l'episodio era stato chiarito.
Una decisione, quella del silenzio, coerente con la sua visione non personalistica della leadership della Chiesa. Se Benedetto XVI ieri ha augurato all'Italia un «clima di intesa e di comunione» non l'ha fatto pensando al gesto compiuto dalla Maiolo ma al «bene comune» della nazione.
Si potrebbe notare, tra il serio e il faceto, che mentre Berlusconi ha già perdonato pubblicamene il suo aggressore (ma chiedendone al contempo una punizione) il Papa non l'ha fatto ancora. Manca in realtà la materia prima, ovvero il peccato da perdonare. Quella donna non voleva fargli male e comunque non era ben in grado di intendere e di volere.
Siamo certi invece che il Papa abbia già pregato perché Susanna sia curata al meglio e possa, con l'aiuto di Dio, guarire dalla più brutta delle malattie.

© Copyright Eco di Bergamo, 27 dicembre 2009

2 commenti:

Lapis ha detto...

ottime puntualizzazioni, un sincero grazie a Lucio Brunelli

Anonimo ha detto...

però c'è anche da dire che Berlusconi è stato ferito (parecchi giorni in ospedale) e il Papa no, nessuna conseguenza per lui. ci sarebbe stata la stessa pacatezza di reazioni se si fosse fatto male? non possiamo saperlo...