venerdì 11 dicembre 2009

Convegno Cei, il filosofo tedesco Spaemann: "La traccia di Dio nel mondo è l'uomo, siamo noi stessi" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

FEDE: SPAEMANN, NOI UOMINI SIAMO ORME DI DIO SULLA TERRA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 10 dic.

"La traccia di Dio nel mondo e' l'uomo, siamo noi stessi".
Tuttavia "quando noi, vittime dello scientismo, non crediamo piu' in noi stessi, chi e che cosa siamo, quando ci lasciamo persuadere di essere soltanto macchine per la diffusione dei nostri geni" e "consideriamo la nostra ragione soltanto come prodotto di un adattamento evolutivo, che non ha nulla a che fare con la verita'", allora "non possiamo attendere che qualcosa ci possa convincere dell'esistenza di Dio". Anche se "Dio esiste del tutto indipendentemente dal fatto che noi lo riconosciamo".
Lo ha affermato il filosofo tedesco Robert Spaemann, intervenuto questo pomeriggio alla prima sessione del convegno internazionale "Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto", promosso a Roma fino al 12 dicembre dal Comitato per il progetto culturale della Cei. "La creazione non e' un evento nel quale noi c'imbatteremo un giorno studiando la storia del cosmo" ha spiegato il prof. Spaemann: "creazione" definisce "la relazione che sussiste fra l'intero processo cosmico e la sua origine extracosmica, cioe' la volonta' divina".
"Che le cose stiano in questo modo lo dice un'antica diceria, la diceria intorno a Dio - aggiunge (riferendosi implicitamente al titolo del suo ultimo volume, "La diceria immortale", ndr) - contro la quale, "a differenza dello scientismo, fino ad oggi "le scienze non hanno formulato un solo serio argomento". Per il filosofo la scienza moderna "e' ricerca di condizioni, non si domanda che cosa e' qualcosa e perche' e', ma quali sono le condizioni del suo sorgere"; per questo "l'incondizionato, dunque Dio, per definitione non puo' comparire all'interno di una ricerca di condizioni intramondana".
"Somiglianza con Dio", per il filosofo significa invece "capacita' di verita'". "La personalita' dell'uomo - ha osservato - sta e coincide con la sua capacita' di verita'". Verita' che "presuppone Dio". "E il fatto che l'uomo sia completamente natura, un essere naturale uscito fuori dalla vita subumana, puo' non essere letale per l'autocomprensione dell'uomo solo a condizione che la natura, per parte sua, sia stata creata da Dio e la creazione dell'uomo corrisponda ad una intenzione divina".

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