sabato 16 gennaio 2010

Il direttore del museo della Shoah di Roma: abbiamo sottovalutato le parole del Papa contenute nella lettera ai vescovi cattolici del 2009 (Vecchi)

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2 commenti:

Maria R. ha detto...

Da un lato è positivo che qualcuno, finalmente, dia una versione non polemica su Benedetto XVI, anche perchè qui mi sembra che venga maggiormente distinta la questione del rapporto Ebrei-Cristiani (o meglio Ebrei-Papa B.XVI) da quella (che ne rimane fuori non c'entrando direttamente niente!) della causa in corso per la canonizzazione di Pio XII.

Una cosa sola non mi ha convinta: il punto in cui il direttore afferma che, a suo parere, non regga la teoria del silenzio per prevenire un male maggiore.
Io invece, rimango proprio di questo avviso.
Secondo qualcuno, i nazisti avrebbero impiegato piu' di 10 minuti, a decidere di sganciare una bomba sopra il Vaticano? D'altronde, anche le famiglie che ospitavano ebrei, non sbandieravano pubblicamente la cosa...

Anonimo ha detto...

Hai ragione, anche se forse dovresti sapere che fino a prova contraria furono gli Americani a radere al suolo Monte Cassino con un bombardamento a tappeto, mentre i cattivi Tedeschi ne salvarono la biblioteca e tutto il trasportabile consegnandoli in Vaticano prima dell'attacco alleato.
Il fatto, piuttosto, è che si vorrebbe che la Shoah fosse l'unico discrimine della storia, spregiudicatamente utilizzabile anche a quasi settant'anni di distanza per giudicarne i protagonisti. Che, per quanto santi, come nel caso in questione, non erano necessariamente dotati di preveggenza.
Lo diceva anche Manzoni, che "del senno del poi ne son piene le fosse".