sabato 16 gennaio 2010
Il Papa in Sinagoga, identità differenti, stesse speranze (Casavola)
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Il Papa in Sinagoga
IDENTITÀ DIFFERENTI, STESSE SPERANZE
di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA
SULLA visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma si stanno addensando commenti, variamente ispirati a giudizi positivi o negativi, a seconda che si guardi al futuro di una sempre maggiore concordia tra le due religioni abramitiche o al passato del loro conflitto e della discriminazione in Europa degli ebrei, culminata nella Shoah.
Due tentazioni si affacciano sulle riflessioni di questa vigilia dell’evento romano. La prima è quella di valutare le religioni nella loro portata politica. La seconda di chiuderle nella diversa identità delle loro teologie. Occorre invece lasciare spazio agli spiriti religiosi, ai loro sentimenti e stati d’animo, alla loro attesa del disvelamento dei segni di Dio nelle vicende umane. Non si può entrare nel mondo delle religioni senza essere mossi da una profonda religiosità, che è bisogno di Dio, della sua ricerca, e tenacissima speranza di incontrarlo. In questo mondo minore, perché più in ombra, si avverte un altro contesto intorno all’accoglienza del Papa nella Sinagoga.
Sembra di rivedere Gesù ancora fanciullo che ascolta e interroga i dottori nel Tempio. È un ritorno in quella patria originaria, di cui Gesù, discendente di Davide, era geneticamente e culturalmente figlio e cittadino. Il Nazareno era in ogni senso un ebreo, non poteva essere o dirsi cristiano. Basterebbe questo dato, inconfutabile nella sua ovvietà, per tornare a constatare l’innesto radicale del cristianesimo nella storia e nella fede di Israele. La conoscenza che Gesù mostra di possedere del patrimonio delle scritture del suo popolo non lascia dubbi sulla sua identità.
Egli alterna alla frequentazione sinagogale la predicazione nei luoghi aperti, sulle rive del mare, dall’alto delle colline, per parlare a moltitudini che attendevano qualcuno annunciato dai Profeti, ma ancora non conosciuto. Dal Tempio alla graduale rivelazione della sua natura di Figlio di Dio, questo è il cammino dell’ebreo Gesù. Quel Dio di cui si manifestava generato non poteva però che essere padre dell’intera famiglia umana, non di un solo popolo. Quando Giovanni Paolo II chiamò, proprio nella Sinagoga romana, gli ebrei “nostri fratelli maggiori”, e Benedetto XVI, in occasione della visita alle comunità israelitiche statunitensi, li riconobbe “nostri padri nella fede”, è una realtà storica ad essere fedelmente registrata, non un mito ad essere fondato per una utile nuova concordia.
Quando i seguaci di Gesù, cominciarono, molto tempo dopo la sua morte, ad essere chiamati cristiani e le loro dottrine strutturarono quel che ancora più tardi fu detto cristianesimo, lo stipite genetico dell’ebraismo fu sempre meno ricordato ed accettato. E tuttavia tra ellenismo e romanità e successive culture europee, quanto è imputabile alla religione e quanto alla storia delle società e degli Stati, nella scissura tra le due fedi? Opportunamente, la dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II ricorda Gesù e San Paolo e gli Apostoli nella loro appartenenza ad Israele, e riafferma l’attesa della Chiesa “per il giorno che solo Dio conosce in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e lo serviranno appoggiandosi spalla a spalla”.
In questa speranza, che è nutrita dall’amore per tutti gli esseri umani, al di là delle distinzioni tra i popoli e le nazioni, gli uomini religiosi non guarderanno indietro nella notte degli errori commessi, ma dovranno imparare a distinguere, nella luce dei difficili giorni che abbiamo davanti, il modo giusto per servire Dio, appoggiandoci gli uni gli altri, spalla a spalla.
© Copyright Il Messaggero, 16 gennaio 2010 consultabile online anche qui.
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4 commenti:
Per la prima volta, dopo giorni, mi è sembrato di leggere i nomi di GPII e BXVI, affiancati senza innescare meccanismi di comparazione, ma dando invece un'idea di un cammino che prosegue!
Mi è piaciuto molto l'aggancio iniziale, bello il parallelo fra il Papa e Gesù nel Tempio *.*
Ciao Maria, e' la prova che si possono scrivere bellissimi articoli usando saggezza ed intelligenza, merce rara ormai.
R.
Pensare che dopo questo bell'articolo, mi è venuta l'infelice idea di buttare un'occhiata su un giornale estero .....
Cmq concordo con te, saggezza ed intelligenza: i risultati sono veramente ottimi!
Ciao Raffaella, unendomi alle preghiere per il Santo Padre per la visita di domani ti lascio questa news...li.pa.
Domani “In 1/2 h” dedicato alla visita del Papa alla Sinagoga di Roma
Pubblicato da tuttotvstaff su 16 Gennaio 2010
Sarà dedicata alla storica visita di Papa Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma, la puntata di “in ½ h”, la trasmissione di Lucia Annunziata, in onda domenica 17 gennaio alle 14.30 su Raitre. Ospiti il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian.
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