mercoledì 10 marzo 2010

IL SANTO PADRE RIBADISCE L'ERMENEUTICA DELLA CONTINUITA' NELL'INTERPRETAZIONE DEL CONCILIO

Straordinario intervento completamente "a braccio" durante la catechesi dedicata ancora a San Bonaventura. Il Concilio non ha creato una nuova Chiesa.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

I calunniatori e il maligno sono serviti. Il Grande Papa Benedetto XVI non vacilla e non cede di un millimetro. Se ne facciano una ragione.
Alberto

gianluca cruccas ha detto...

Come ha detto Monsignor Gherardini, ci dimostri che continuita' c'è stata perche' il sospetto che non ci sia e' molto forte, basta guardare in che condizioni sta' oggi la Chiesa.

non basta dirlo bisogna dimostrarlo...

Maria R. ha detto...

Il Papa ne è la principale dimostrazione! E tutto quello che sta operando (a cominciare dalla "riforma" liturgica) ne è un segno visibile! Quattro monsignori (scusatemi il termine) e altri quattro preti che vogliono fregiarsi di essere i portavoce del cono di luce o spirito del concilio, non fanno testo. Non per me, almeno. Anzi, che dicessero loro, al contrario, dove hanno letto (nei documenti conciliari) le tante cianfrusaglie che oggi si sentono sparare a destra e a manca.

SERAPHICUS ha detto...

Cara Maria, direi che non è così semplice. Non vorrei che anche noi commettiamo - per troppa verve - gli stessi errori degli altri. Il problema è serio. Non basta la parola "ermeneutica della continuità". Bisogna far capire cosa significa. Bisogna avere anche il coraggio di un'analisi storica che tuttora manca. E bisogna essere anche in grado di sopportare il fatto che eventualmente non c'è una continuità

Temo che le discontinuità hanno creato tanto cambiamento sostanziale che il discorso da me auspicato è molto molto difficile.

Anonimo ha detto...

Il fatto che una continuità esiste è stata l'elezione stessa di Joseph Ratzinger al pontificato. Le sue azioni da 5 anni a questa parte e gli attacchi feroci di cui è fatto oggetto ne sono ulteriore riprova. Che altro deve fare?
Alessia

Anonimo ha detto...

Raffa, so che mi odi (per un po' me ne starò zitto...), ma il Vescovo di Ratisbona ieri ha accusato espressamente la ministra Leutheusser-Schnarrenberger di dire il falso e l'ha sfidata a provare il contrario o altrimenti a non abusare del suo potere. Simile accusa rivolge al SZ in relazione a come è stata riportata una intervista. Entrambi i comunicati sono di ieri, sono molto duri e sono davvero (non come l'altra volta) del Vescovo e sul suo sito. Come mai i nostri giornalai non se ne sono accorti?
Alberto
http://www.bistum-regensburg.de/default.asp?op=show&id=4002

http://www.bistum-regensburg.de/default.asp?op=show&id=4001

Raffaella ha detto...

Ti odio? Ma ti ringrazio invece :-))
A parte gli scherzi, ti sono davvero grata per l'aiuto!!
R.

Anonimo ha detto...

Il problema è che troppi, troppi nella nostra Chiesa, sono convinti di essere portatori della Verità. Questo crea confusione e sconcerto. Per quanto mi riguarda il seguo il Vicario di Cristo e i suoi insegnamenti. Le discussioni accademiche mi interessano relativamente. E' la fede dei semplici che vince.
Alessia

Maria R. ha detto...

Ecco, io intendevo dire proprio quello che ha espresso Alessia. La discontinuità io la vedo in chi si gonfia di presunte verità. I documenti del Concilio dicono cose ben diverse da quelle che loro spacciano per autentiche. Il Papa -che il Concilio l'ha fatto- sa quello che dice e fa. La vera discontinuità,oltre che in una fetta di clero (non nel Papa!) la sento nei fedeli, a partire da me, che per tanto tempo sono stata nella beata ignoranza. Tutti dicono che il Concilio ha fatto questo e quello e propongono e dispongono dappertutto, anche in Chiesa. QUeste persone (e i preti che vanno loro appresso) creano discontinuità, ma l'interpretazione del Concilio è questione di magistero e io a quello mi rimetto.

mariateresa ha detto...

appunto, quello cui fa riferimento Alberto è quello di cui parla Teresa Benedetta.Finalmente un po' di testosterone.

Vatykanista ha detto...

Mueller, di Ratisbona, quando ci si mette, va giù pesante come un fabbro ferraio -e oltretutto è già accademico dogmatico di primo piano- : lo si è visto col caso Williamson. Con un caratterino così, sia da destra che da sinistra, è meglio non avere a che fare.. Un pò mi ricorda il mitico Arcivescovo di Salisburgo Hieronimus Kolloredo (colui che prese a pedate il giovane Mozart suo compositore di corte) come viene interpretato nel controverso quanto stupendo Amadeus di Forman... ;)

FREEDOM ha detto...

Fratelli in Cristo! Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso!!!
Il Papa con la sua splendida catechesi ha bollato i neocat. col marchio dell'anarchia.
Vuole che i neocat. stiano nella Chiesa ma solo se ne rispettano i saggi consigli e li mettono in pratica! Non è casuale il riferimento ai francescani spirituali e la loro lotta contro il Dottore Serafico. Ma codesti francescani spirituale che cosa hanno fatto? Nulla! Assolutamente nulla! E allora che cosa faranno i neocat. ? Nulla di nulla!

FREEDOM

Frank ha detto...

A chi si lamenta che non ci sia stata reale continuità, risponde Papa Benedetto nella stessa udienza, in un passo che nessuno ha riportato:

"Questo non significa che la Chiesa sia immobile, fissa nel passato e non possa esserci novità in essa. “Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt”, le opere di Cristo non vanno indietro, non vengono meno, ma progrediscono, dice il Santo nella lettera De tribus quaestionibus. Così san Bonaventura formula esplicitamente l’idea del progresso, e questa è una novità in confronto ai Padri della Chiesa e a gran parte dei suoi contemporanei. Per san Bonaventura Cristo non è più, come era per i Padri della Chiesa, la fine, ma il centro della storia; con Cristo la storia non finisce, ma comincia un nuovo periodo. Un'altra conseguenza è la seguente: fino a quel momento dominava l’idea che i Padri della Chiesa fossero stati il vertice assoluto della teologia, tutte le generazioni seguenti potevano solo essere loro discepole. Anche san Bonaventura riconosce i Padri come maestri per sempre, ma il fenomeno di san Francesco gli dà la certezza che la ricchezza della parola di Cristo è inesauribile e che anche nelle nuove generazioni possono apparire nuove luci. L’unicità di Cristo garantisce anche novità e rinnovamento in tutti i periodi della storia."

Possono esserci novità, la Chiesa può trovare nuovi modi, nuovi linguaggi e forme differenti per portare il suo messaggio al mondo! Non sono questi che costituiscono la discontinuità, il Vangelo resta il medesimo e il nucleo della tradizione apostolica pure. Possono cambiare le forme, per parlare meglio agli uomini del proprio tempo, ma resta la stessa Chiesa, lo stesso messaggio, la stessa famiglia. Chi conosce i testi del Concilio e il magistero di Papa Benedetto non può non sapere che tutti i discorsi e tutte le omelie del Papa sono molto profondamente ancorati sia al Concilio che alla Tradizione, senza che vi sia contraddizione tra le due cose. E che la Chiesa in realtà non stia così male lo dimostrano le statistiche: al di fuori dall'Europa essa continua a crescere. Il che vuol dire che il problema vero NON è proprio il Concilio, ma tutta una serie di altri fattori.