sabato 3 aprile 2010

Benedetto XVI ripercorre la «Via della Croce» (Marco Neri)


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Benedetto XVI ripercorre la «Via della Croce»

Ieri sera si è rinnovata la tradizione: autore delle meditazioni è stato il cardinale Camillo Ruini

Marco Neri

ROMA
La Pasqua, festa religiosa fulcro della spiritualità cristiana, da sempre si intreccia con i festeggiamenti per l'arrivo della primavera e con i tempi della vita contadina.
Se le parrocchie, dal Nord al Sud della penisola, sono impegnate nei riti della Settimana Santa, le amministrazioni cittadine rievocano antiche tradizioni, attraverso feste, spettacoli, momenti di folclore, in un mix di sacro e profano.
Preceduto, nel pomeriggio, dalla celebrazione a San Pietro della «Passione del Signore», si è ripetuto ieri sera il tradizionale rito della «Via Crucis», al Colosseo: l'autore delle meditazioni delle stazioni è quest'anno il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il Progetto culturale e per quasi 17 anni vicario del Papa per la diocesi di Roma. Ma momenti di grande intensità religiosa si vivono un po' ovunque in Italia.
Due cattolici iracheni, due fedeli da Haiti, una vietnamita e una congolese porteranno stasera la croce, alla Via Dolorosa.
La processione al Colosseo, è stata presieduta da Benedetto XVI.
«Il cuore dell'uomo è capace delle cose peggiori, di cose terribili». Sono parole del card. Camillo Ruin.
«Il Signore si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato. È stato trafitto per le nostre colpe, quel castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui», ha aggiunto il porporato. Era stato lo stesso Ruini a portare la Croce cinque anni fa, nell'ultima Via Crucis di Papa Wojtyla (che la seguì dalla Cappella del suo appartamento pochi giorni priam di morire: si è spento proprio il 2 aprile alle 21,37.
Nel testo che veniva letto al Colosseo in quell'ultimo venerdì santo del Pontificato l'allora cardinale Ratzinger denunciò la «sporcizia» della Chiesa con delle meditazioni che furono interpretate come un'accusa ai casi di pedofilia – tornati di attualità in questi mesi – e una sorta di «manifesto elettorale» in vista del conclave che lo avrebbe effettivamente eletto successore di Wojtyla sul seggio di Pietro.
«Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce?», scrisse allora il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
«A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quanta sporcizia c'è nella Chiesa – scrisse – e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!». Rayzinger, ancora, affermò: «Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare.
La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perchè spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta.
Spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto.
Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi».

© Copyright Gazzetta del sud, 3 aprile 2010

1 commento:

mariateresa ha detto...

buon sabato santo a tutti.
Provo un po' di repulsione ad accostarmi a nuove polemiche anche dopo il venerdì santo. Come se avessi un topo morto nel tinello.
Quindi cercherò di equilibrare le cose perchè oggi e domani sono due giorni speciali e mi rifiuto di rovinare anche le cose più interiori e di fede per questa melma continua.
Credo che padre Cantalamessa sia stato imprudente, ma ciò non toglie che è scattato il solito meccanismo che conosciamo bene. 5 minuti dopo, i soliti noti avevano già i titoli confezionati, NYT, BBC, Times, reuters e tutte le associazioni ebraiche compreso il centro Wiesenthal.Quindi, non aspettano altro.
Credo che padre Cantalamessa si debba spiegare o anche il suo amico. Questo solo per limitare i danni perchè è inutile farsi illusioni.
Cerchiamo poi di non perdere il senso di questa Pasqua perchè non sarebbe giusto.