mercoledì 28 aprile 2010

Caso Groer, beato sia internet! Ecco un'intervista del Regno a Erich Leitenberger (2009) che smentisce completamente il New York Times


Cari amici, su segnalazione della nostra preziosissima Gemma sono andata a scandagliare i fondali del web alla ricerca di un'intervista che la nostra amica aveva letto qualche tempo fa. Ebbene...l'ho trovata!
Il portavoce del card. Schönborn, Erich Leitenberger, allora direttore della Kathpress, rilascio' al Regno un'interessantissima intervista che, letta oggi, e' piu' che illuminante. Scopriremo come si arrivo' alla nomina di Groer e di Krenn ed il ruolo del card. Ratzinger.
Questo articolo e' molto importante sia per la "fonte" (Il Regno) che non puo' essere accusata di appoggiare incondizionatamente il Papa sia per la data dell'intervista (2009...tempi non sospetti!) sia per l'autorevolezza dell'intervistato.
Le tesi del NYT vengono completamente ribaltate :-)
In particolare il quotidiano della famiglia Sulzberger si chiede come mai nel 1985 il cardinale Ratzinger fu in grado di convincere Wojtyla a togliere dalla terna padre Krenn mentre questa influenza gli venne meno nove anni dopo, quando cercò di condurre in porto una inchiesta più a fondo sul caso del card. Groen.
Giustissimo! Infatti il card. Ratzinger non riusci' ad influenzare il Papa ne' sulla nomina di Krenn ne' sull'apertura del processo contro l'arcivescovo emerito di Vienna.
Perche'? Semplice!
Nonostante le proteste e gli avvertimenti del card. Ratzinger, il Santo Padre nomino' padre Krenn vescovo ausiliare di Vienna. Era il 1987! Non solo! Fu proprio Groer a volere Krenn al suo fianco, quindi...
Ratzinger conosceva bene Kurt Krenn fin dai tempi di Ratisbona.
Penso sia superfluo ricordare a tutti che questa persona fu costretta a dimettersi nel 2004 (clicca qui e qui) perche' nel seminario della sua diocesi (il tizio fu promosso vescovo di Sankt Poelten nel 1991).
Ma e' inutile che parli io, lasciamo parlare Erich Leitenberger
.

Clicca qui per leggere il testo integrale dell'intervista (in pdf)

Riportiamo le parti che interessano di piu' il card. Ratzinger:

...

Erich Leitenberger: Durante l’episcopato del card. König avevamo l’abitudine di fare ogni mese un pranzo con il cardinale e importanti giornalisti viennesi per discutere di attualità e così abbiamo fatto anche l’ultimo di questi incontri. Era il giugno del 1985.
Un collega aveva chiesto al cardinale:
“Lei ha 80 anni e andrà in pensione: chi sarà il suo successore?”. Il cardinale gli rispose: “Sono completamente tranquillo riguardo alla mia successione, perché, nel momento giusto, prima di prendere una decisione, il Vaticano chiederà il mio parere”. Ma così non era successo. La nomina di Groër era stata anche per lui una grandissima sorpresa».

Una difficile successione

- E forse un’amarezza…

«Amarezza certamente, perché Groër aveva sempre criticato il cardinale.
C’erano inoltre dei problemi nei rapporti tra Groër e l’ordinariato della diocesi.
In ogni caso avevamo un nuovo arcivescovo!
La prima conferenza stampa, del luglio 1986, era stata caratterizzata dal fatto che Groër verso la fine aveva detto ai presenti: “Adesso abbiamo discusso un po’ e adesso preghiamo, recitiamo insieme il Padre nostro”. Questo aveva fatto una certa impressione, anche positiva.
Ma, dopo un mese, abbiamo avuto un penoso preavviso sul futuro. Una giornalista di un settimanale era andata nel luogo di vacanza di Groër (a Shärding, sul fiume Inn) e aveva finto di volersi confessare.
La giornalista aveva chiesto dei pareri all’arcivescovo e lui, senza troppo pensare, aveva parlato a ruota libera.
Dopo la pubblicazione della confessioneintervista, naturalmente era scoppiato un grandissimo scandalo».

– Groër toccava tanti argomenti, quali?

«Il sesso e critiche al card. König. Naturalmente tutti noi ci siamo arrabbiati per il metodo professionalmente riprovevole col quale l’intervista era stata estorta, ma comunque rimanevano le parole dette.
Nel 1987, di nuovo in modo imprevedibile, era stato nominato un nuovo vescovo ausiliare nella persona di Kurt Krenn.
Era un sabato, nessuno sapeva niente. Improvvisamente, dopo le 11, miaveva chiamato il segretario di Groër al telefono convocandomi urgentemente.
Arrivato nel suo ufficio, il segretario mi aveva consegnato il decreto di nomina.
Conoscendo il personaggio, ci eravamo consolati bevendo insieme una grappa perché eravamo consapevoli che ci sarebbero state tante grane. Poi c’era stata la consacrazione di Krenn nel Duomo di Santo Stefano. Alcune persone per protesta si erano gettate a terra davanti al Duomo e lui era dovuto passare sopra i corpi. Un’immagine drammatica».

– Che cosa era intervenuto nella nomina di Krenn?

«Penso, prima di tutto, che Krenn avesse un rapporto molto personale con personaggi vicinissimi al papa Giovanni Paolo II. Era sempre riuscito ad andare dal papa, ma al di fuori del percorso normale.
Penso che anche Groër abbia avuto la sua parte di responsabilità. Lui voleva un vescovo ausiliare e qualcuno gli aveva detto: “Eccellenza, il santo padre desidera che lei metta al primo posto il nome di Krenn” e ovviamente così aveva fatto, dicendo, come era sua abitudine: “Se il santo padre lo desidera…”».

– Ma in quel tempo Krenn era conosciuto anche da Ratzinger.

«Sì, perché Krenn era professore a Regensburg e Ratzinger lo conosceva e, se sono bene informato, non lo stimava molto. Ratzinger era molto scettico riguardo alle qualità di Krenn. E così eravamo entrati in una fase di drammatiche turbolenze nella vita ecclesiale, che per due anni avrebbero scombussolato l’arcidiocesi di Vienna. Groër aveva avuto il buonsenso di accettare una proposta del consiglio presbiterale di fare un forum diocesano per discutere molto apertamente le varie posizioni. Il 90% di voti era stato sempre per le posizioni conciliari e il 10% per le posizioni ultraconservatrici.
Era una lezione dura da mandare giù per Krenn, che si vedeva in netta minoranza.
Poi nel 1991 era arrivato un nuovo vescovo ausiliare, mons. Christoph Schönborn.

...

Le tempeste Groër e Krenn

– Ma scoppiava il caso Groër.

«Eravamo nel 1995. Una storia bruttissima di pedofilia della quale ancor oggi non si conoscono esattamente i retroscena».

– Chi aveva fatto esplodere il caso?

«Il settimanale Profil, diffusissimo e molto importante, nel marzo di quell’anno.
Il giornalista che aveva fatto quel servizio era una vecchia conoscenza di Groër, suo allievo in seminario. Su invito di Groër, aveva fondato un gruppo della Legione di Maria del quale era diventato anche presidente. Le accuse erano pesantissime.
Questo ci aveva fatto precipitare in un abisso. Per mesi e mesi non si parlava d’altro. Il 13 aprile Schönborn era stato nominato coadiutore di Vienna e succedeva a Groër, costretto alle dimissioni, il 14 settembre. C’erano state ancora due fasi di turbolenze. La prima fase nel 1998 quando era scoppiato il secondo caso Groër. Giovani monaci del monastero di Göttweig avevano rilasciato delle dichiarazioni sul comportamento di Groër: non lo volevano al monastero.
E poi l’ultimo atto era stato nel 2004 quando era scoppiato lo scandalo delle relazioni omosessuali nel seminario di Sankt Pölten. Era la diocesi di Krenn e nel 2004 la Santa Sede prendeva la decisione di mandare Krenn in pensione».

...

– Cosa si sapeva del rapporto con Giovanni Paolo II? E quando il papa ha cominciato a pensare un po’ diversamente nei confronti di Groër da lui voluto a Vienna?

«Questo non è mai stato chiaro. Anche negli ultimi momenti, quando era scoppiato il grande scandalo, il papa non ha detto mai niente. Ed era successa anche una cosa abbastanza strana. Un giorno, tre vescovi austriaci, Schönborn, Weber e Kapellari, si erano recati, dopo il secondo caso Groër, in Vaticano e ne avevano parlato con il cardinale segretario di stato, Sodano. Dopo il racconto dei vescovi sulla situazione austriaca e sulla situazione personale del cardinale, Sodano era rimasto ammutolito ed era sbiancato in volto. Adesso, grazie a Dio, con il card. Schönborn siamo ritornati a respirare l’atmosfera tipica della tradizione della Chiesa austriaca, attenta alle aspettative della società. Il cardinale è riuscito con molta pazienza e molto lavoro a rimettere le cose in ordine e ridare credibilità alla Chiesa austriaca».

...

Mi pare tutto chiarissimo!
R.

7 commenti:

sonny ha detto...

Buongiorno cara amica speleologa Raffaella. Tra le altre cose, sul sito de "Il Regno" c'è un'interessante inchiesta sui Legionari di Cristo e diverse interviste relative allo "scandalo pedofilia". Buona giornata e se a furia di scavare trovi dei tartufi, fammi sapere. SEI GRANDE!!!!!

Raffaella ha detto...

:-))
Ho saputo che la principessa Camilla si e' rotta un osso inciampando nella tana di un coniglio...ecco!
E' meglio che guardi bene prima di imbracciare la zappa ed il badile :-)
R.

sonny ha detto...

Ahhhhhhhhhhhh. Questa è bella!!!

Anonimo ha detto...

Raffa, devi spiegarglielo a quelli del NYT: i buchi si fanno in terra non nell'acqua. Aiutali poverini: dopo 'sti due mesi saranno sfiniti e fradici.
Alberto

Raffaella ha detto...

:-)))
R.

Maria R. ha detto...

Grazie per questo lavoro di ricerca. La piccola ignorantella (cioè la sottoscritta), te ne è veramente grata :)

Buona giornata a tutti

Anonimo ha detto...

il Cardinale di Vienna non mi convince...accusare gli altri e criticarli pubblicamente non mi pare un comportamento ortodosso...e poi le sue idee sul celibato e le coppie di fatto ...stiamo attenti non siamo nell' ortodossia...anche lui fa soffrire il Santo Padre