mercoledì 28 aprile 2010

Immigrati, forte messaggio del Papa: «Garantire i diritti e una vita degna» (Cerri)


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Immigrati, forte messaggio del Papa «Garantire i diritti e una vita degna»

Benedetto XVI ha parlato al Congresso di Malaga

Francesco Cerri

MALAGA

Garantire diritti e vita degna agli immmigrati. È questo l'auspicio di Benedetto XVI con il quale si è aperto ieri a Malaga il Congresso sull'Immigrazione del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee).
Il Papa ha inviato un messaggio inaugurale – letto dall'arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del pontificio consiglio della pastorale per i migranti – nel quale si è appellato ad «una ferma speranza di vedere riconosciuti i diritti degli immigrati e favorite le loro possibilità di una vita degna sotto tutti gli aspetti».
E riprendendo un tema già evocato durante la sua recente visita a Malta – dove predicò «tolleranza e reciprocità» nei confronti degli immigrati – il papa ha anche invitato i vescovi europei «ad un'attenzione pastorale adeguata verso tutti coloro che soffrono le conseguenze di avere abbandonato la loro patria o di sentirsi senza una terra di riferimento».
'L'Europa delle persone in movimento. Superare le paure. Disegnare le prospettivè è il tema centrale del VII Congresso europeo sulle migrazioni convocato a Malaga fino a sabato dal Consiglio dei vescovi europei. All'incontro, aperto dal vicepresidente della Ccee, il cardinale arcivescovo di Zagabria Jozip Bosanic, sono attesi un centinaio di delegati delle conferenze episcopali europee, operatori pastorali, rappresentanti della società civile e del mondo politico con l'obiettivo di analizzare cause e conseguenze dei flussi migratori per il lavoro della Chiesa. Fra i principali relatori sono previsti i presidenti della Commissione Migrazioni del Ccee, mons. Josè Sanchez Gonzalez, vescovo di Siguenza e Guadalajara, del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, mons. Antonio Maria Vegliò, e di Caritas Europa Emy Gillen.
Presentando alla stampa i lavori del congresso questo pomeriggio, il gesuita spagnolo Josè Luis Pinilla, direttore del segretariato della Commissione per le Migrazioni del Ccee, ha detto che l'immigrazione «non è un problema, una minaccia o un'invasione, ma un'opportunità per la Chiesa e per la società».
Pinilla ha però aggiunto che occorre «cambiare il chip» quando si percepiscono «alcuni allarmi» sull'immigrazione, ma ha denunciato una tendenza a «escludere e criminalizzare l'immigrazione». «Con un modello di società di esclusione - ha avvertito – perdiamo tutti».

© Copyright Gazzetta del sud, 28 aprile 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao reverenda Raffa eheheh!
Ti segnalo questa lettera al direttore di sussidiario. Beh il titolo non è una meraviglia, ma tant'è. Secondo me, questo è il momento di dirsi cattolici
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2010/4/28/LETTERA-Non-e-un-momento-felice-per-dirsi-cattolico/82568/
Alessia