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Il "blog degli amici di Papa Ratzinger", già "Papa Ratzinger blog [3], vuole essere un omaggio al Santo Padre, Benedetto XVI. Si tratta di una iniziativa personale che non ha alcun riconoscimento ufficiale. Non è un prodotto editoriale. Qui è possibile consultare una nutrita rassegna stampa e scrivere commenti soggetti a moderazione. Il materiale contenuto in questo blog è a disposizione di chiunque. Esso non ha scopo di lucro. Buona navigazione
2 commenti:
Una sola precisazione: nella lettera non si parla di un procedimento penale di riduzione allo stato laicale (che sarebbe stato di competenza esclusiva del Vescovo) ma di una richiesta del prete di "dispensa dagli oneri sacerdotali" che come tu hai subito notato è una richiesta sostanzialmente di dispensa dall'obbligo del celibato. Quindi è chiaro che non esiste alcun insabbiamento, semmai un maggior approfondimento di una domanda fatta dallo stesso sacerdote nel suo interesse. Non si capisce proprio in che consista il "caso". E' ovvio che prima di concedere a uno la dispensa dagli obblighi che ha assunto sacramentalmente bisogna pensarci bene. Se invece si trattava di procedere per punirlo questo spettava al Vescovo, che ci deve spiegare perché non l'ha fatto. Sono sempre i preti che si vogliono spretare (di solito per sposarsi) che lamentano la difficoltà di farlo rapidamente. Non è un problema di insabbiamenti. BAsta vedere le lamentele sul sito dei preti sposati
http://www.ildialogo.org/pretisposati/rescritto28012005.htm#_ftn2
Alberto
Concordo al cento per cento, caro Alberto!
R.
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