mercoledì 28 aprile 2010

Thompson in appoggio ad Allen: forse il Vaticano non dice la verità su Benedetto XVI per non offuscare la reputazione di Giovanni Paolo II?


Intelligentemente Allen si chiede come mai il Vaticano non racconti la vera storia della lotta di Joseph Ratzinger contro gli abusi

Clicca qui per leggere lo scomodissimo (ma verissimo) commento di Damian Thompson segnalatoci da Alessia.

Riportiamo la traduzione integrale in italiano a cura degli amici di Messainlatino, che ringraziamo di cuore.
R.

D. Thompson: perché Benedetto XVI deve portare il peso di colpe del suo predecessore?

Molto tempo prima di essere papa, Joseph Ratzinger ha combattuto per rafforzare le procedure della Chiesa Cattolica per affrontare le accuse di abuso.
Eppure il Vaticano non è riuscito a trasmettere questo messaggio cruciale durante un'epidemia di isteria mediatica diretta – pigramente e maliziosamente – contro Benedetto. Perché?

Potrebbe essere perché dicendo la verità su Benedetto si offuscherebbe

Questo è il suggerimento di John Allen, che, nonostante scriva per l'ultraprogressista periodico americano National Catholic Reporter è ampiamente considerato come il più autorevole commentatore Vaticano nel mondo anglofono. Anche il grande Father Z. lo considera. (Confrontate il discorso misurato di Allen con con le incessanti sparate anti-Benedetto del 'corrispondente' romano del Tablet, Bobbie Mickens).

Allen ha appena pubblicato un pezzo sul caso del Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, che nel 2001 ha scritto una lettera indifendibile a un vescovo francese congratulandosi con lui per la mancata segnalazione di un prete pedofilo alla polizia. La lettera è stata pubblicata anni fa, ma quando è stata riscoperta all'inizio di questo mese il Vaticano ha immediatamente preso le distanze da Castrillon. Come Allen nota:

In un raro caso di "risposta rapida", il portavoce ufficiale vaticano, il gesuita padre Federico Lombardi, ha emesso quasi immediatamente una dichiarazione ai giornalisti dopo che la storia è uscita in Francia.

La lettera, secondo la dichiarazione di Lombardi, offre "un'altra conferma di quanto opportuna fosse l'unificazione del trattamento dei casi di abuso sessuale sui minori [passando] dai membri della Congregazione del Clero alla Congregazione per la dottrina della fede."

In effetti, è stato un modo educato per dire che Castrillon era parte del problema contro il quale l'allora Cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, ha dovuto lottare per snellire le procedure Vaticane per trattare i casi di abuso sessuale.

Questo chiarisce che Benedetto, come continuo a dire, era parte della soluzione, non del problema.

Ma prendiamo in considerazione un altro dettaglio: il Cardinale Castrillon ha rivelato la scorsa settimana che aveva mostrato la sua lettera a Giovanni Paolo II, che lo autorizzò.

Ecco la conclusione dell'articolo di Allen (mie sottolineature):

Infine, una nota sull'impatto dell'episodio Castrillón: ironia della sorte, riesumare tale lettera del 2001 può aver condannato Castrillón, ma in realtà potrebbe realmente aiutare Benedetto XVI.

Durante il giro più recente di copertura mediatica, c'è stata una grave incongruenza tra l'effettivo ruolo del Papa Benedetto XVI sugli abusi sessuali – ossia l'alto funzionario Vaticano che ha preso più seriamente la crisi dal 2001 e che ha assunto l'incarico della riforma - e l'immagine esterna del papa come parte del problema.

Anche se ci sono molte ragioni per questo fatto, la cosa essenziale è che il Vaticano ha avuto dieci anni per raccontare al mondo la storia di "Ratzinger il Riformatore" e invece ha essenzialmente lasciato cadere la palla. Tale omissione ha lasciato un vuoto di pubbliche relazioni in cui una manciata di casi dal passato del Papa, dove il suo ruolo era in realtà marginale, sono venuti a definire il suo profilo.

Si deve chiedere, perché il Vaticano non racconta la storia di Ratzinger?

Almeno una parte della risposta, io sospetto, è perché per fare apparire bene Ratzinger, essi dovrebbero far apparire male altri – tra cui, ovviamente, Castrillon, nonché altri alti funzionari vaticani. Nascosto dietro quella preoccupazione ce n'è una più profonda, che è quella che per salvare la reputazione di Benedetto XVI potrebbe essere necessario offuscare quella di Giovanni Paolo II.

In questo caso, tuttavia, Castrillon ha inavvertitamente dato licenza al Vaticano e ai funzionari della Chiesa nel mondo di utilizzare lui come il "cattivo", in effetti rimuovendo la tradizionale immunità di un cardinale dalle critiche.

Da qui in avanti, quando i portavoce insistono sul fatto che Papa Benedetto ha combattuto all'interno del Vaticano per la riforma, il mondo avrà un quadro molto più chiaro dell'opposizione che incontrava. In gioco non era solo la questione della cooperazione con le forze di polizia. Castrillon faceva parte di un blocco di funzionari del Vaticano che pensavano che la crisi degli abusi sessuali fosse alimentata da isteria mediatica, che la "tolleranza zero" fosse una reazione eccessiva, che rimuovere dei sacerdoti dal ministero senza lunghi e pesanti processi canonici fosse un tradimento della tradizione giuridica della Chiesa.

Questo è importante per chiarire la situazione, perché la verità è che la reale possibilità di scelta a Roma negli ultimi dieci anni sulla crisi degli abusi sessuali non è stata mai tra Ratzinger e la perfezione – era tra Ratzinger e Castrillon.

L'analisi di Allen sottolinea la credibilità delle relazioni per cui il Cardinale Ratzinger ha combattuto per un'azione più severa contro il Cardinale pervertito Hans Hermann Groer, che è stato cacciato da Vienna per l'aggressione a ragazzi e a giovani monaci – ma non è riuscito a convincere Giovanni Paolo II a commissionare una vera e propria indagine.

Dobbiamo stare attenti prima di saltare alle conclusioni qui. L'ultimo Papa era un uomo di coraggio titanico, santità personale ed elevati standard morali; noi non sappiamo quanto sapeva o, in effetti, se egli era in una condizione fisica o mentale per affrontare una crisi la cui portata era celata dalla vecchia guardia vaticana.

Ma il fatto puro e semplice è che lo scandalo non è stato adeguatamente affrontato durante il suo pontificato, e so di parlare a nome di molti cattolici quando dico che non vedo perché Benedetto XVI dovrebbe prendere il peso degli errori del suo predecessore.

http://blog.messainlatino.it/2010/04/d-thompson-perche-benedetto-xvi-deve.html

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