martedì 1 giugno 2010

Il Papa: rievangelizzare l'Europa per una convivenza giusta e pacifica (Izzo)


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PAPA: RIEVANGELIZZARE EUROPA PER CONVIVENZA GIUSTA E PACIFICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 mag.

"La societa' in cui viviamo, l'Europa, il mondo intero hanno grande bisogno del Vangelo: Gesu' e' il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all'umanita'. E' di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo".
Lo ha affermato Benedetto XVI nella riflessione pronunciata questa sera davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, a conclusione del mese di maggio.
"A noi - ha scandito - e' affidata questa straordinaria responsabilita'. Viviamola con gioia e con impegno, perche' la nostra sia davvero una civilta' in cui regnano la verita', la giustizia, la liberta' e l'amore, pilastri fondamentali e insostituibili di una vera convivenza ordinata e pacifica".
"Viviamo questa responsabilita' - ha insistito il Pontefice - rimanendo assidui nell'ascolto della Parola di Dio, nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere". "Sia questa - ha suggerito a cardinali di Curia, vescovi, prelati e dipendenti laici presenti - la grazia che insieme questa sera domandiamo alla Vergine Santissima".
Per il Pontefice, il viaggio compiuto da Maria per recarsi in aiuto della cugina Elisabetta, che "la spinge nel mondo, in luoghi estranei alle sue abitudini quotidiane, la fa arrivare, in un certo senso, sino ai confini da lei raggiungibili" rappresenta anche una anticipazione della missione della Chiesa.
"Sta proprio qui - ha spiegato - il segreto della nostra vita di uomini e di cristiani. La nostra, come singoli e come Chiesa, e' un'esistenza proiettata al di fuori di noi. Come era gia' avvenuto per Abramo, ci e' chiesto di uscire da noi stessi, dai luoghi delle nostre sicurezze, per andare verso gli altri, in luoghi e ambiti diversi". Maria, ha ricordato Ratzinger, "aveva saputo dall'Angelo che Elisabetta aspettava un figlio e che era gia' al sesto mese.
Ma Elisabetta era anziana e la vicinanza di Maria, ancora molto giovane, poteva esserle utile. Per questo Maria la raggiunge e rimane con lei circa tre mesi, per offrirle quella vicinanza affettuosa, quell'aiuto concreto e tutti quei servizi quotidiani di cui aveva bisogno. Elisabetta diventa cosi' il simbolo di tante persone anziane e malate, anzi, di tutte le persone bisognose di aiuto e di amore".
"Quante - ha aggiunto il Papa - ce ne sono anche oggi nelle nostre famiglie, nelle nostre comunita', nelle nostre citta'. E Maria, che si era definita 'la serva del Signore', si fa serva degli uomini. Piu' precisamente, serve il Signore che incontra nei fratelli".
Ma, ha sottolineato
ancora, "la carita' di Maria non si ferma all'aiuto concreto: raggiunge il suo vertice nel donare Gesu' stesso, nel 'farlo incontrare'. Siamo cosi' al cuore e al culmine della missione evangelizzatrice. Siamo al significato piu' vero e allo scopo piu' genuino di ogni cammino missionario: donare agli uomini - ha concluso Bendetto XVI - il Vangelo vivente e personale, che e' lo stesso Signore Gesu'".

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