giovedì 22 luglio 2010

La ferocia pastorale degli “specialisti” di Roma (Filippo Di Giacomo)


Vedi anche:

Tocca al Patriarca Scola ricordarci che cosa è il "caso serio dell'amore" (Terragni)

La chiesa "cena" con tutti e alla politica chiede riforme (Il Foglio)

Professoressa Hanna Barbara Gerl-Falkowitz: "Ero in piedi sulla cima e accanto a me c'era una siepe che iniziò a muoversi. Allora vidi prima una borsa, poi due mani, e quindi i capelli bianchi – allora aveva già i capelli bianchi – del professor Ratzinger. Stava sudando, sforzandosi di attraversare la siepe..." (Zenit)

Terra Santa: in aumento i pellegrinaggi da tutto il mondo (Radio Vaticana)

Don Enrico Finotti: L'arte di celebrare: un impegno per tutti

Il modello "imprenditoriale" dei Legionari di Cristo (Barranco)

Secondo il giurista Georg Bier Zollitsch avrebbe violato le linee guida antiabusi della conferenza episcopale tedesca

Tutte le monache del presidente. Intervista alla badessa e alla priora del monastero cistercense di Santa Susanna al Quirinale (Gori)

E' Benedetto XVI il settimo Papa della storia per anagrafe dal 1400 in poi

Altro che Castro, così il democratico Chávez minaccia la chiesa cattolica (Stefanini)

Una Parola di speranza tra le difficoltà del nostro tempo: riflessioni del Papa sul Vangelo (Radio Vaticana)

GMG 2011: siglato accordo fra arcivescovado e comune di Madrid (Sir)

Grazie all'intercessione del buon Vescovo Hanke, Mixa è stato accolto nel monastero Maria Stern nella sua ex diocesi di Eichstaett. La gente è contenta e i giovani definiscono il suo arrivo "cool", il nostro "tosto"

La storia di Bernard Prince e relative complicità

Contro la crisi di vocazioni la suora recluta sul blog (Paolini)

Una linea di rigore contro gli abusi. I vescovi europei sulle nuove "Normae de gravioribus delictis" (Sir Europa)

Graviora delicta: ecco perchè la Chiesa sanziona con la scomunica il sacerdozio delle donne (Valli)

Un convegno per trovare la vocazione - A salvare la Chiesa ci pensano le "sorelle" (Maniaci)

Benedetto XVI è il settimo Papa più anziano della storia (Rome Reports)

Il Papa spiega gli Apostoli in un libro per bambini (Julián Carrón)

Il card. Tonini compie 96 anni: Papa Benedetto è uno degli uomini più colti e preaparati del mondo ma quasi nasconde le sue immense competenze

Il dialogo interreligioso - Intervista al card. Angelo Scola (Galeazzi)

Viaggio nel Regno Unito: il Papa è in pericolo? Una minaccia islamica mette particolarmente in allarme

I nostri amici inglesi hanno indossato l'armatura! Nuovo preziosissimo sito: Proteggere il Santo Padre con la preghiera, la Verità ed il diritto

Oh my gol. Breviario di abusi liturgici dopo il caso di padre Paul e delle sue messe curvaiole (Il Foglio)

Horst (Tagespost): "Il bastone del Buon Pastore". Le nuove norme mostrano i benefici di avere un Supremo Pastore in Roma. Persino il NYT ha capito che la CDF è competente per gli abusi solo dal 2001

MODIFICHE INTRODOTTE NELLE NORMAE DE GRAVIORIBUS DELICTIS (2010): LO SPECIALE DEL BLOG
________________

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

La ferocia dei pastori di Roma

di Filippo Di Giacomo

Mercoledì scorso avevamo avanzato l’opinione che uno dei problemi che il magistero della Chiesa Cattolica ha con la maggioranza dei propri battezzati, in particolar modo con le battezzate, consiste nei termini utilizzati per trasmettere il proprio insegnamento sui valori attinenti alla sfera affettiva e coniugale. Non sempre (anzi, nella loro formulazione, quasi mai) appaiono parole concrete, dotate di senso immediato.
Lunedì scorso, anticipando il tema dell’omelia per la festa del Redentore, il patriarca di Venezia confidava ad un quotidiano nazionale la fatica: «di noi cristiani a comunicare che lo stile di vita affettiva e sessuale indicato dalla Chiesa è buono e conveniente per l’uomo di oggi. Invece pare quasi che questa proposta non solo sia iperdatata, impotente a favorire il desiderio umano di gioia piena, ma che sia addirittura contraria alla libertà e priva di realismo, incapace di tener conto di ciò che l’uomo ha imparato circa se stesso e circa il mondo delle emozioni, degli affetti, dei rapporti con l’altro, grazie a una lunga storia e alle recenti scoperte scientifiche». Con buona pace per le migliaia e migliaia di pagine che, durante tutto il pontificato di Giovanni Paolo II, la ferocia pastorale degli “specialisti” di Roma ha prodotto, la ricetta del cardinale Angelo Scola, nell’omelia, appare suggestiva. Ha proposto ai fedeli della sua diocesi di tornare a parlare di sentimenti e di relazioni amorose rileggendo la Scrittura con gli unici occhi che la Chiesa ammette: quelli illuminati dalla presenza del Risorto. La formula del cardinale Scola è del tutto simile a quella di don Giussani e permette una serie di domande. Quando affronta la vita reale dei propri fedeli, il mondo ecclesiale non è troppo burocratico, timoroso, pianificatore? Anche sui temi morali, non sarebbe opportuno tornare ad un pensiero più intuitivo, fondato magari su ciò che la Scrittura dice? O è necessario basarsi su ciò che gli specialisti dicono? E poi, quando si parla di Scrittura e di Vangelo chi sono gli specialisti? Coloro che sparano a salve sui quotidiani nazionali, su certi libri "seri" e su altri documenti “serissimi”, come se navigassero nella Bibbia perché questa sarebbe una loro scoperta recente. Paradossalmente, anche nella Chiesa a furia di delegare ogni cosa agli “specialisti”, sentimenti compresi, gli spazi dell’imprescindibile autonomia morale si riduce alla mera sfera del privato, al soggettivo, al convincimento intimo. Se il cardinale Angelo Scola ha ragione, tornare verso la Bibbia avrebbe come effetto pratico anche un’immediata riqualificazione dei contenuti qualitativi dei processi di discernimento della nostra e dell’altrui esistenza. Per questo forse e con il Concilio Vaticano II, bisognerebbe che nelle realtà più profonde della Chiesa si iniziasse a ripetere che a nessuno è permesso credere che un battezzato “qualunque” non sia in grado di interpretare la Bibbia perché troppo complicata e troppo bisognosa di studi elitari. Benedetto XVI ha ripetuto spesso la formula con la quale Gregorio Magno, papa teologo fondamentale per la storia della Chiesa, spiega ai cristiani di tutti i tempi come fare ad aprire e studiare la Bibbia senza preconcetti: «La Scrittura cresce con chi la legge». Nella Bibbia la verità è disseminata sotto montagne di eventi e di simboli proprio perché deve essere cercata e trovata lontano dai rigidi steccati che i chierici di ogni sorta di pensiero amano erigere e custodire. E ogni verità biblica è un ponte tra un frammento della nostra storia e le storie di miliardi di altre creature umane del passato, del presente e del futuro. Quanti, tra i tanti diktat che, con le parole del porporato veneziano, rendono la proposta cristiane priva di fascino, resisterebbero alla prova dell’interpretazione di quei “semplici” ai quali la Sacra Scrittura è stata donata? Almeno in questo ha avuto ragione quel movimento conosciuto come “teologia della liberazione”. Riteneva infatti, che si dovesse tornare ad una “interpretazione popolare” della Bibbia perchè essa appartiene al popolo ed è quindi il popolo il vero esegeta dei libri sacri. Quindi, sostanzialmente, non bisogna conoscerne tutte le sfumature critiche, ma solo avere la capacità di aprire il proprio cuore al messaggio essenziale che, pagina dopo pagina, la Bibbia offre. Ciò non significa che la teologia e l’esegesi diventino superflue per la comprensione della Parola di Dio. Al contrario, sono soprattutto ad esse che la storia sembra affidare con un’urgenza che iniziamo ad intuire, il dialogo tra le culture e le religioni del Pianeta. Questo compito però, non deve oscurare il movimento essenziale verso la semplicità ultima delle fede cristiana, verso quell’esigenza fondamentale che ci pone davanti a Dio quando iniziamo il cammino che ci introduce alla grande avventura dell’amore.

© Copyright L'Unità, 21 luglio 2010 consultabile online anche qui.

Nessun commento: