Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Alessia. Qui una traduzione.
Dall'Ansa pero' apprendiamo:
"i responsabili della Santa sede hanno precisato che si tratta di un delitto "gravissimo" (l'ordinazione di donne) contro la fede, ma non può essere equiparato a quelli di pedofilia, che riguardano la dimensione morale".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
ecco, sinceramente se Thompson avesse evitato di dare ulteriore enfasi alla cosa non credo che nessuno avrebbe perso niente. Si possono condividere delle cose dell'articolo ma è anche vero che molti giornalisti anche cattolici (come Thompson) sembra che stiano tremebondi al pensiero di quello che potrà dire la stampa anticattolica e la cosa comincia a rompermi i zanetti. Certo era da immaginare che avrebbero fatto indebiti paragoni ma allora perchè tu, che te ne duoli, lo vai a rimarcare? Perchè A. Brown ha scritto un articolo dal titolo La catastrofe nelle pubbliche relazioni?
Beh, non condivido questo atteggiamenti di prendersi a forchettate le palle da soli. Si poteva ben rispondere a Brown augurandogli catastrofi sempre di questo tipo nella sua vita.
Non lo so e non so se mi sono spiegata ma c'è un po' di atteggiamento succube in questo.
Tutta la dottrina cattolica è oggetto di scherno da parte di certi commentatori e vogliamo metterci i baffi finti perchè non ci riconoscano?
La pedofilia e l'ordinazione delle donne non sono sullo stesso piano e chi insinua che si è voluto dire questo è perchè cerca motivo di discussione e scherno che, se non c'era su questo, sarebbe saltato fuori per qualche altra questione.
Tra l'altro, e posso sicuramente sbagliarmi, credo che a papa Benedetto di questi giochini importi meno di niente.
Ciò che è importante è l'ordine gerarchico (di gravità sostanziale) assegnato ai "delitti più gravi": si cominci con l'eresia, si passa ai delitti contro l'Eucarestia e si arriva (verso il fondo) all'attentata ordinazione di una donna e al delitto sessuale contro un minore. Il Papa (a differenza di padre Lombardi) non si fa trascinare nel pruriginoso moralismo, portato avanti dagli stessi che "santificano" Polanski: prima la fede (diritti di Dio), poi la morale (diritti del prossimo)
Cari amici avete ragione. Condivido entrambi i post!
Condivido anch'io. Basta con questo dare prevalenza a quel che pensa questo mondo corrotto. "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5, 29).
Alberto
Volevo correggere Andrea con una specificazione importante. Come maldestramente cercava di ricordare la nota della Sala stampa ritrasmessa dall'ANSA, quelli ricordati dal documento sono delitti di due ambiti distinti e che non vanno messi in gerarchia fra loro. Ovvero i crimini contro la FEDE, tra cui l'ordinazione delle donne, e i Crimini contro la MORALE tra cui la violenza sui minori. Tra queste fattispecie non c'è comparazione, perchè appartengono a generi diversi. Il fatto che adesso la pedofilia sia punita dallo Stato e percepita quindi come delitto vero e proprio, mentre l'Eresia o l'ordinazione delle donne non siano sentiti dal sentimento comune come veri crimini è un fattore esterno. Vi ricordo che qualche secolo fa, gli stati Europei punivano con la morte l'eresia. Il fatto che questo non accada più, non cambia la gravità del peccato in ambito ecclesiale. Ma per favore, teniamo distinti i due ambiti: della fede e della morale. Altrimenti ci prestiamo al gioco dei media che Thompson ha paventato (e anch'io qualche giorno fa dicevo esattamente lo stesso, ma ci voleva poca profezia.)
Caro A.R., è proprio questo il punto, lo scandalo, quello che i cosiddetti laici imputano alla Chiesa: il considerare i peccati più gravi dei delitti (o comunque il trattare con lo stesso rigore entrambi). I primi, infatti, non sono soggetti al loro arbitrio (es.il contrabbando di sigarette, crimine in Italia, potrebbe non esserlo nello Sry Lanka), ma sono indicati come tali direttamente da Dio ed hanno una levatura oggettiva (non relativa) per loro intollerabile. Questo vale per la pedofilia, ma anche per tutto il resto. In definitiva, non possono tollerare che per il cristiano il peccato sia peggio del delitto, in quanto questo gli impedisce di avere il controllo della morale pubblica.
Insomma, il delitto prevede l'esistenza di un delinquente che possono condannare anche se non necessariamente lo farà la Chiesa (in alcuni Paesi è un delitto essere cristiani, ad esempio), mentre il peccato prevede l'esistenza del peccatore, che è completamente al di fuori della loro portata. La Chiesa, in altre parole, sarà sempre libera di assolvere o addirittura proclamare Santo anche il più reietto dei reietti, secondo la loro visuale, e questo è per loro insopportabile.
Pensate alla vicenda di Pio XII.
Schiumano di rabbia.
Posta un commento