lunedì 30 agosto 2010

Il Papa: "Dio ci invita anche se siamo pieni di colpe. Ed il card. Schoenborn ringrazia Benedetto XVI (Izzo)


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PAPA: "DIO CI INVITA ANCHE SE SIAMO PIENI DI COLPE". E SCHOENBORN LO RINGRAZIA

(AGI) - Castelgandolfo, 30 ago.

(di Salvatore Izzo)

Anche se "siamo pieni di colpe" e "davanti a Lui siamo zoppi, ciechi e sordi", anche se "non abbiamo nulla da dargi", il Signore "ci invita alla sua mensa".
Lo ha detto il Papa in una breve riflessione a braccio che ha preceduto domenica mattina la messa celebrata con i suoi ex studenti a Castelgandolfo.
"Lo stile di Dio - ha spiegato il Pontefice ai 40 teologi presenti all'incontro, tra i quali l'arcivescovo di Vienna, card. Christopher Schoenborn, e il neo presidente del dicastero per il dialogo, l'ex arcivescovo di Basilea mons. Kurt Koch - e' diverso: lo sperimentiamo nella Santa Eucaristia.
Egli invita alla sua mensa noi, che davanti a lui siamo zoppi, ciechi e sordi; egli invita noi, che non abbiamo nulla da dargli".
"In particolare durante la messa – ha proseguito il Papa – siamo chiamati a farci toccare dalla gratitudine per il fatto che, nonostante non abbiamo nulla da dare a Dio e, anzi, siamo pieni di colpe, Egli ci inviti alla sua mensa e vuole stare a tavola con noi".
E noi, ha sottolineato Ratzinger, "vogliamo imparare a sentirci in colpa perche' usciamo cosi' poco dallo stile pagano, perche' viviamo cosi' poco la novita', lo stile di Dio. Per questo - ha aggiunto - iniziamo la santa messa chiedendo perdono: un perdono che ci cambi, che ci faccia diventare piu' simili a Dio, a sua immagine e somiglianza".
"Grazie, Santo Padre - ha poi risposto Schoenborn - perche' lei incarna per noi l'atteggiamento di Cristo, che e' mite e umile di cuore". Come e' noto, l'arcivescovo di Vienna nei mesi scorsi e' stato protagonista di una dura polemica sul tema degli abusi sessuali nella Chiesa, nella quale aveva accusato di immobilismo (se non di collusione) la Curia Romana dell'epoca di Papa Wojtyla, della quale salvava solo l'allora card. Ratzinger perche', disse, era in minoranza in particolare per quanto riguarda i casi Maciel e Groer, sui quali sollecitava indagini che tardarono invece a essere avviate.
Critiche che hanno diviso l'opinione pubblica ed anche la Chiesa (l'autorevole card. O'Malley, arcivescovo di Boston e portabandiera della Chiesa Usa nella lotta contro la pedofilia ha dichiarato di condividerle) e che Benedetto XVI non ha lasciato passare sotto silenzio, tanto che ha promosso un incontro chiarificatore tra Schoenborn e l'ex segretario di Stato Angelo Sodano, presente egli stesso e l'attuale segretario di Stato Tarcisio Bertone, al termine del quale veniva spiegato in una nota che solo al Papa compete giudicare l'operato dei cardinali (criterio che valeva evidentemente anche all'epoca di Giovanni Paolo II, e che nelle nuove linee guida della Congregazione della Dottrina della Fede e' stato di fatto ridimensionato perche' il dicastero ora puo' indagare autonomamente e riferire direttamente al Pontefice quanto appurato).
Domenica mattina, nell'omelia pronunciata davanti a Papa Ratzinger e ai suoi allievi, riferita dalla Radio Vaticana, Schoenborn non e' tornato sulla questione, definendo pero' il fatto di avere un Pontefice umile e mite come l'attuale "una cosa meravigliosa, nella fede cristiana e nell'esperienza cristiana". Ed esprimendo "gioia per il fatto che i parametri del Cielo sono cosi' diversi dai nostri".
"L'umilta' trasforma gli insulti in grazia", ha detto ancora il porporato austriaco nella sua omelia, sviluppando il tema del Vangelo di ieri, nel quale "Gesu' ha affidato il Regno del Padre agli Apostoli, ma affinche' questa grande vocazione non li renda presuntuosi li ha messi, e soprattutto il primo degli Apostoli, all'ultimo posto".
In questo contesto, l'arcivescovo di Vienna si e' soffermato sull'atteggiamento dei cristiani davanti alle umiliazioni e agli insulti: essi - ha scandito - disprezzati, benedicono". Infatti, ha ricordato Schoenborn, "l'umilta' richiede dal cristiano uno sguardo sempre sobrio, grato e gioioso verso Cristo e verso le altre creature".
Nel suo intervento al cosiddetto "Ratzinger Schulerkreis", secondo quanto riferito dall'Osservatore Romano, il Papa teologo si e' soffermato anche sulla Riforma Liturgica che era uno dei temi centrali dell'incontro dedicato all'attuazione del Concilio.
"Nella liturgia non sono importanti gli aspetti esteriori ma la profondita' spirituale", ha rilevato sottolineandoo l'esigenza di approfondire la formazione liturgica tenendo sempre presente la dimensione spirituale".

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