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VATICANO
Il Papa ai 100 mila di Ac: Non adattatevi a un amore ridotto a merce di scambio
Critiche ai media e a internet, che propongono un amore che è solo “egoismo e chiusura”. A un ragazzo: “Essere grandi” non è questione di statura, ma significa avere come amico Gesù, che “dà la sua grandezza anche a noi”. L’emergenza educativa ha bisogno di adulti che siano non padroni, ma servitori della gioia dei ragazzi. Il papa “ringiovanito” da questo incontro.
Città del Vaticano (AsiaNews)
“Non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza. Molto amore proposto dai media e da internet non è amore, ma egoismo e chiusura": lo ha detto il papa ai ragazzi e ai giovanissimi dell’Azione Cattolica Italiana, radunati stamane in piazza san Pietro.
I 100 mila ragazzi e giovanissimi di Ac erano accompagnati dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, da altri 25 vescovi e da migliaia di educatori. Nella piazza traboccante di giovani e lungo la via Conciliazione, i ragazzi hanno esposto striscioni, bandiere, sciarpe e berretti multicolori.
Benedetto XVI è arrivato alle 11 e ha fatto un giro con la papa mobile fra la folla, per poi sedersi in alto sul sagrato. Qui un giovanissimo, una giovane, e un’educatrice hanno rivolto al pontefice alcune domande.
Al ragazzino che domandava cosa significa diventare grandi, Benedetto XVI ha ricordato che "da bambino, alle elementari, ero tra i più piccoli della classe. E questo tanto più mi spingeva a desiderare di essere un giorno grande, e non solo nella statura". "Essere grandi davvero - ha aggiunto - non è questione di statura, significa essere persone con un cuore grande, amiche di un amico grande, Gesù, che dà la sua grandezza anche a noi".
Una giovane ha espresso una domanda sull’amore e il papa, dopo aver sottolineato l’importanza di questa esperienza per la giovinezza, ha affermato che troppo spesso oggi "l'amore e' ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per se e per gli altri, incapace di castità e di purezza ". "Così - ha spiegato - è molto amore proposto dai media e da internet. È egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che è l'amore vero che, certo, costa anche sacrificio".
Rispondendo all’educatrice, Benedetto XVI ha ricordato che la Chiesa italiana sottolinea da tempo l’urgenza di affrontare una “emergenza educativa” che richiede la presenza di adulti convinti, capaci di testimoniare valori e identità.
Il papa ha sottolineato che gli educatori adulti non sono i “padroni dei ragazzi ma servitori della loro gioia". E ha aggiunto: "Siate guide che li indirizzano verso Gesù. Avete ricevuto un mandato dalla Chiesa per questo compito". E ancora: “Voi siete dei buoni educatori se sapete coinvolgere tutti per il bene dei più giovani. Non potete essere autosufficienti, ma dovete far sentire l’urgenza dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli. Senza la presenza della famiglia, ad esempio, rischiate di costruire sulla sabbia; senza una collaborazione con la scuola non si forma un’intelligenza profonda della fede; senza un coinvolgimento dei vari operatori del tempo libero e della comunicazione la vostra opera paziente rischia di non essere efficace, di non incidere sulla vita quotidiana”.
Al termine il papa ha ringraziato tutti della loro presenza e ha concluso: “Mi piacerebbe fermarmi ancora con voi, perché quando sono in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo, anche io sono pieno di gioia! Mi sento ringiovanito. Ma purtroppo il tempo passa veloce. Mi aspettano altri… ma in cuore solo con voi e rimango con voi”. I giovani lo hanno salutato con un grande applauso e con lo slogan “Be-ne-detto!”.
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