lunedì 1 novembre 2010

Padre Lombardi consegna agli organizzatori del "Reformation Day" una lettera personale durante l'incontro ieri a Roma. "Il vostro grido di oggi è un incoraggiamento a fare di più" (Testo originale e integrale)

Clicca qui per leggere la traduzione della lettera di Padre Lombardi segnalataci da Theo.

Contributo del padre Federico Lombardi in occasione del “Reformation Day” organizzato da Survivor’s Voice”

Le finestre del mio ufficio alla Radio Vaticana sono esattamente qui di fronte, a pochi metri di distanza, e quindi mi è sembrato giusto ascoltare e offrire un segno di attenzione al vostro raduno.
La mia non è una partecipazione ufficiale, ma sono una persona profondamente inserita e identificata con la Chiesa cattolica e con la Santa Sede e penso di poter esprimere quindi sentimenti condivisi da molti nei confronti di ciò che manifestate.
In ciò mi sento incoraggiato dall’atteggiamento più volte manifestato dal Papa, di ascolto delle vittime e di indicazione di impegno per fare tutto ciò che è necessario perché gli orribili crimini degli abusi sessuali non abbiano più luogo.
Devo dire che, anche se non condivido tutte le vostre dichiarazioni e posizioni, trovo in diverse di esse degli elementi su cui si può sviluppare un impegno che ci trova solidali e concordi.
E’ vero che la Chiesa deve essere molto attenta perché i bambini e i giovani che si affidano alle sue attività educative crescano in un ambiente totalmente sicuro.Ieri mattina centomila ragazzi erano presenti in questi stessi luoghi per una grande festa della loro fede e della loro giovinezza, e sono una piccola parte dei giovani che partecipano con fiducia ed entusiasmo alla vita delle comunità della Chiesa. Dobbiamo assolutamente fare in modo che la loro crescita sia sana e serena e trovino tutta la protezione a cui hanno diritto. Abbiamo tutti una grande responsabilità per il futuro della gioventù del mondo.
E’ vero che le procedure di indagine e di intervento devono essere sempre più rapide ed efficaci, sia da parte della Chiesa, sia da parte delle autorità civili, e che ci deve essere una corretta collaborazione fra esse, che tenga conto delle leggi e situazioni dei diversi paesi.

So che voi pensate che la Chiesa deve fare di più e accelerare il passo. Naturalmente dal mio punto di vista sono convinto che – anche se certo si può e si deve sempre fare di più – la Chiesa ha fatto e sta facendo molto.

Non solo il Papa con le sue parole e il suo esempio, ma anche molte comunità della Chiesa in diverse parti del mondo hanno fatto e stanno facendo molto, sia nell’ascolto delle vittime, sia nella prevenzione e nella formazione.

Personalmente mi tengo in contatto con molte persone che operano in questo campo in diversi Paesi e sono convinto che stanno facendo molto. Si deve continuare a fare di più.
Certamente. E il vostro grido è un incoraggiamento a fare di più. Ma gran parte della Chiesa è già sulla buona strada. La massima parte dei crimini appartiene a situazioni passate che sono molto cambiate.
La realtà di oggi e il domani sono molto più incoraggianti. Aiutiamoci a camminare speditamente nella giusta direzione.

Ma la cosa più importante che volevo dirvi è la seguente, e mi sento incoraggiato a dirvela, perché mi pare che anche voi ne siate consapevoli.
La piaga degli abusi sessuali, anzitutto nei confronti dei minori, ma anche più generalmente, è una delle grandi piaghe del mondo di oggi. Ha coinvolto e tocca la Chiesa cattolica, ma sappiamo benissimo che ciò che è avvenuto nella Chiesa è una piccola parte di ciò che è avvenuto e avviene nel mondo.

La Chiesa deve per prima liberarsi dal male e dare il buon esempio della lotta contro gli abusi in se stessa, ma poi tutti dobbiamo combattere contro la piaga, sapendo che è una piaga immensa nel mondo di oggi, che si sviluppa più facilmente e meglio quanto più rimane nascosta, e anche oggi molti si rallegrano che l’attenzione si concentri sulla Chiesa e non su di loro, perché possono continuare più indisturbati.

La battaglia dobbiamo farla sempre più insieme, unendo le nostre forze contro la diffusione della piaga, che oggi usa mezzi e vie nuove per diffondersi, facilitata da internet e dalle nuove forme di comunicazione, dalla crisi delle famiglie, dal turismo e dal traffico sessuale che sfrutta la povertà della gente nei diversi continenti.

Ciò che la Chiesa impara in questi anni – anche sotto la spinta data da voi e da altri gruppi - e le iniziative che può prendere per purificarsi e diventare un luogo modello di sicurezza per i giovani, deve diventare utile per tutti. Per questo vi invito a vedere la Chiesa sempre di più come un’alleata possibile o – secondo me – un’alleata già oggi attiva per gli scopi più nobili delle vostre battaglie.

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9 commenti:

mariateresa ha detto...

Il Corriere è penoso. E non ho letto gli altri.
La Arachi ripete 150 volte in riga che è la prima volta chele vittime protestano davanti a S. Pietro. Io sono sicura che è falso. Almeno 1 volta è già successo in questo pontificato (anche se erano meno di ieri, anzi erano meno di dieci) ma è successo anche in occasione del Conclave, ne sono sicura perché tra i votanti c’era il cardinale Bernard Law.Furono anche intervistati. Almeno così mi ricordo. Quindi la storia “della prima volta” è una scusa per poter scrivere l’articolo che doveva avere toni ben più trionfali e che si è ridotto alla filastrocca della “prima volta” perché non si sapeva che altro dire. Se si vogliono lanciare analoghe associazioni in Italia lo si dica chiaramente, è legittimo, ma non prendeteci per dei coglioni. L’articolo è fazioso e contiene delle balle.

Raffaella ha detto...

Ricordi perfettamente, amica mia:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/12/pedofilia-due-donne-usa-protestano-alla-messa.html

guglielmo ha detto...

Sul sito di Survivor's voice ho trovato questa lettera interessante dell'allora cardinale Ratzinger in cui già nel 2003, in risposta a Bergeron, diceva che la sua congragazione era assolutamente impeganta a fare tutto il possibile affinchè non accadessero più questi crimini.
http://www.survivorsvoice.org/Letter.JPG

euge ha detto...

Già Guglielmo hai ragione ma, chissà perchè qualcuno all'epoca, trovò sacrosanto bloccare l'attività della CDF e di Ratzinger riguardo alla pedofilia; fatto salvo poi, il diritto di rinfacciare un nulla di fatto a distanza di venti anni, proprio a colui che si impegnò e si sta impegnando più di tutti, in questa lotta.
Forse sarebbe il caso di approfondire questo aspetto che rimarrà sicuramente una domanda senza risposta.

Anonimo ha detto...

ma vi rendete conto che padre Lombardi di fatto ha detto: avete ragione il papa non fa abbastanza contro i preti pedofili?
lo trovo gravissimo!

Raffaella ha detto...

Io non ho letto nulla del genere...
R.

mariateresa ha detto...

neanch'io ho letto niente del genere.Non scherziamo che non ne abbiamo voglia.

laura ha detto...

la lettera di P. lombardi mi sembra bella ed equilibrata e riconosce gli erori della Chiesa , ma dice anche e ripetutamente, che si sta facendo molto, in primo luogo, grazie la Santo Padre. Credo che l'argomento si possa considerare concluso

liciapaola25 ha detto...

Ho letto la lettera di P.Lombardi e mi pare che abbia centrato perfettamente l'argomento. E' stato bravissimo anche a puntualizzare che i casi nella Chiesa sono una piccola parte e che si dovrebbe fare qualcosa anche per sanare quelli che accadono in altre realtà. Stupendo nell'evidenziare che a molti fa comodo tenere accesi i riflettori solo sulla Chiesa ! Continuo il suo ribadire l'impegno del nostro Benedetto XVI per la tolleranza zero e la sua attenzione per le vittima. Bravo: Con il suo modo pacato si è tolto tanti sassolini dalle scarpe. Potessero andare sulle zucche di certi giornalisti... LiciaS