domenica 27 dicembre 2009

Quell'impeto irrefrenabile di avvicinarsi al Pontefice (Gazzetta del sud)


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Quell'impeto irrefrenabile di avvicinarsi al Pontefice

ROMA
La ragazza italosvizzera che ha spinto il Papa durante la messa natalizia è arrivata un po' più vicina, ma non è la prima volta che una persona tenta di superare i cordoni della sicurezza per avvicinare il Papa, senza cattive intenzioni. Ecco alcuni dei precedenti più recenti:

25 dicembre 2008 – la protagonista è sempre lei, Susanna Maiolo: alla fine della messa natalizia in San Pietro, mentre Benedetto XVI si avvicinava all'uscita, tenta di scavalcare la transenna ma vien bloccata da un agente della Gendarmeria vaticana.

6 giugno 2007 – un giovane squilibrato tedesco riesce con un tuffo a superare le transenne e ad arrivare a un metro dal Papa, che passava sulla "papamobile" in piazza San Pietro, prima di essere bloccato dalla sicurezza vaticana.

12 settembre 2006 – A Ratisbona, in Germania, un ragazzo con al collo una bandiera vaticana tenta di superare la «security» per avvicinarsi a Papa Benedetto XVI che sta celebrando una messa all'aperto, ma viene bloccato.

9 luglio 2006 – A Valencia, in Spagna, una persona rompe gli argini sul percorso della 'papamobilè per cercare di raggiungere a piedi Benedetto XVI dopo la conclusione della messa, ma è fermata dal servizio d'ordine.

25 gennaio 2006 – A Roma, nella basilica di san Paolo, gli uomini della gendarmeria del Papa bloccano un giovane che ha scavalcato le transenne tentando di raggiungere Benedetto XVI che percorreva a piedi la navata centrale.

16 giugno 2002 – Un tedesco di 44 anni scavalca le transenne che delimitano il palco papale in piazza San Pietro, poco prima della conclusione della cerimonia di canonizzazione di padre Pio, ma è bloccato dalla sicurezza vaticana. «Volevo solo – dirà – abbracciare il Papa», che era Giovanni Paolo II.

23 maggio 2002 – Durante le messa nel palazzo dello sport di Baku, in Azerbaigian, un uomo con le stampelle tenta di avvicinarsi a papa Wojtyla ma viene allontanato. Sembra che volesse consegnare al Pontefice un biglietto o una busta.

Intanto, nella piccola comunità psichiatrica Wohngruppe Kanzler di Frauenfeld, in Svizzera, dove Susanna Maiolo ha vissuto per due anni, la notizia dell'incidente della notte di Natale a S. Pietro, è stata accolta con multo stupore. «Sono sbigottito e costernato. Ho visto su internet le immagini e sono rimasto senza parole»: ha detto Rolf Kessler, direttore della struttura. A suo giudizio la fede della donna «non era tale da spiegare questo gesto, non aveva manie religiose».
La Wohngruppe Kanzler è una piccola comunità che ospita fino a 14 persone con problemi psichici. È un'accogliente struttura per la reintegrazione sociale e lavorativa di persone con problemi psichici. «Da noi – ha spiegato il direttore – arrivano persone dopo un ricovero in un ospedale psichiatrico e restano per uno, due oppure tre anni». Così anche Susanna Maiolo. «È stata da noi – ha raccontato Kessler – per due anni. Durante la sua permanenza ha ricevuto anche una formazione professionale. Poi, circa un anno e mezzo fa, Susanna ha lasciato la nostra Wohngruppe per compiere il prossimo passo, come era giusto che fosse».
Maiolo è originaria di Frauenfeld, una piccola, tranquilla cittadina del cantone di Turgovia di poco più di 20 mila abitanti. Il lago di Costanza è a meno di 30 chilometri di distanza. Dopo il periodo nella comunità la donna è andata a vivere da sola. «Susanna poteva comunque sempre contare sui parenti che abitano in zona», ha affermato Kessler.

© Copyright Gazzetta del sud, 27 dicembre 2009

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