sabato 1 maggio 2010

La crisi degli abusi, i meriti di Benedetto XVI e la ricostruzione storica del Pontificato di Papa Wojtyla. Un articolo di Rachel Donadio per il NYT

Clicca qui per leggere l'interessantissimo articolo del NYT (avete capito bene!) segnalatoci da Eufemia. Qui una traduzione.

Togliamo dall'articolo i soliti luoghi comuni e ci restera' un tentativo di riflessione seria che invita alla ricostruzione STORICA dei fatti. Finalmente qualcuno ha deciso di ragionare e di cercare di andare oltre gli stereotipi.
Chiara l'influenza delle riflessioni di Allen e Thompson.
Comica l'AP che sostiene che il card. Ratzinger fosse al corrente della famosa missiva di Hoyos solo perche' i due si erano incontrati! Caspita! Che cosa doveva fare il cardinale Ratzinger? Fuggire ogni volta che intravedeva da lontano la figura del collega? Ma su'!
Infine vorrei ricordare alla giornalista che il Papa ha accettato di incontrare le vittime ma senza cedere alle pressioni mediatiche. Se lo avesse fatto, avremmo video, foto e racconti...non e' cosi'
!

Leggo:

I critici ed i difensori di Benedetto richiedono un resoconto completo del passato.

Si', e' vero!
R.

6 commenti:

Maria R. ha detto...

"But when supporters defend Benedict, they are implicitly condemning John Paul and how an entire generation of bishops and the Vatican hierarchy acted in response to criminal behavior".

Non sono affatto d'accordo... guai se i cattolici ragionassero in questi termini, faremmo il gioco dei media e di tanti finti papisti, che invece sputano fuoco e fiamme contro il magistero del Papa di turno.
Che si voglia una giusta ricostruzione dei fatti, sul piano storico, è innegabile, ma che si "condanni" Papa Karol, non sarebbe un comportamento veramente degno di un membro della CHiesa. E' piu' logico riconoscere colpe o leggerezze in chi, nella curia e agli alti vertici, ha giocato sporco, inducendo magari il Papa a ritenere (in buona fede) cose non vere. Ribadisco, il caso Williamson con BXVI, testimonia che ruolo abbia chi gira intorno al Papa.

Anonimo ha detto...

Maria,

cito le parole attribuite ad Aristotele: Plato amicus, sed magis amica veritas; Johannes Paulus II amicus, sed magis amica veritas.
L'amore per un Papa straordinario non deve portare a non ricercare la verità anche quando questa è dolorosa.
Nessuno è perfetto, ed è possibile che Giovanni Paolo II abbia commesso anche gravi errori. Questo non toglie nulla alla sua grandezza, ma ci dà speranza: se anche i grandi pontefici errano, c'è speranza anche per noi, "piccoli normali" peccatori.
Jacu

Anonimo ha detto...

nel caso williamson papa joseph si è assunto anche la colpa di castrillon e di altri cardinali.
non è la stessa cosa.
saluti
chiara

Maria R. ha detto...

@Jacu: non a caso, ho scritto "è innegabile che si voglia una giusta ricostruzione dei fatti", ma non sono d'accordo con quello che dice la Donadio, usando parole come "implicita condanna". Non è una questione di assolvere o condannare, ma di chiarire i fatti storici.
Quanto a quello che dice Chiara, il mio esempio era solo per sottolineare quanto possano filtrare o meno le notizie, anche all'interno del Vaticano, prelati piu' o meno "potenti" ...facendo arrivare al Papa qualcosa che non è totalmente la realtà.
Mi spiace essere stata male interpretata.

gemma ha detto...

visto che papa Giovanni Paolo II non c'è più, e quindi non può nemmeno difendersi, l'unica strada percorribile secondo me è vista l'ammissione da parte della chiesa dei propri errori, il non accanimento nei confronti di nessuno in particolare. Molti non ci sono più, ne fra le vittime, nè fra gli abusatori, nè fra coloro che a vari livelli hanno contribuito al governo della chiesa e l'unico colpevole non esiste. La si smetta di voler a tutti i costi additare tutte le responsabilità solo al cardinale Ratzinger perchè la cosa è chiaramente inverosimile (e prima o poi qualcuno deve razionalmente notarlo) e si lascino in pace fanti e santi. Qui non è questione di gettare le responsabilità tutte su Giovanni Paolo II, come non va fatto su Benedetto XVI. Non era da solo a gestire tutto, come non lo è papa Benedetto, ma che quest'ultimo venga ricordato solo come un cattivo papa, protettore dei pedofili e responsabile di tutte le nefandezze di un passato pontificato per altri versi ritenuto grande, e sul quale anche altri ecclesiastici hanno esercitato la loro influenza, a me non pare nemmeno giusto. Purtroppo è quello che sta accadendo, e a me dispiace molto, e lo dico laicamente parlando, riferendomi più all'uomo Ratzinger e alla sua dignità che non al papa, visto che si fa riferimento a papisti e non. L'analisi storica, difficile a questo punto da fermare, a meno che non si decida per una "sanatoria", deve servire a questo, non a condannare uno per scagionare l'altro.

Maria R. ha detto...

Gemma, dove scrivevo di "finti papisti", mi riferivo (purtroppo) anche a religiosi, che, dietro il paravento del Papa di adesso o di quello precedente, arrivano di volta in volta a dire cose diverse. Finanche del tipo: "il card. Ratzinger avrebbe dovuto battere i pungi sul tavolo contro Papa Giovanni Paolo II" (con riferimento alla famosa "vittoria" della controparte). E poi? fare armi e bagagli? Certo, con buona pace di molti!
In questo senso, non credo che sia tollerabile che si dica che quanti vogliamo bene a Benedetto XVI, "condanniamo" il suo precedessore.
"Condannare" a senso unico il precedente Pontefice, significherebbe andare anche a remare contro (nel senso sopra detto) Benedetto XVI, perchè ci sarà sempre il cretino di turno che la penserà come il tipo che ho citato... insomma, credo che un po' di cautela in piu', da parte dei giornalisti e anche di noi laici, non guasterebbe, proprio per tutelare il Papa non solo come tale, ma anche come persona che si sta "infangando" gratuitamente.
E anche perchè, come hai sottolineato anche tu, un Papa non tira la baracca da solo, per quanto se ne possa dire, ci sono sempre altri che devono (bene o male) remare con lui.