martedì 15 dicembre 2009

Il Papa: «La società efficientistica emargina i malati terminali invece di rispettarli e sostenerli» (Galeazzi)


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LA VISITA AL SACRO CUORE

Il Papa
“La società emargina i malati”


GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

«La società efficientistica emargina i malati terminali invece di rispettarli e sostenerli». In visita all’«Hospice Sacro Cuore», Benedetto XVI afferma che un’assistenza improntata al conforto psicologico, morale e spirituale garantisce senso e dignità alla vita dei pazienti gravi. Mentre alla Camera è in discussione il ddl sul biotestamento, i ricercatori illustrano al Pontefice le terapie, i farmaci antidolore che sono «una risposta concreta alla crescente voglia di eutanasia imposta dall’odierna società».
Attraverso i malati, spiega il Papa, Dio rivolge «una parola di amore a quanti hanno smarrito la strada della vita e, chiusi nel proprio vuoto egoismo, vivono nel peccato e nella lontananza». Ritenerli «un problema a un peso per la società» è un concetto sbagliato, foriero di tentazioni di eutanasia. «Non sempre è possibile trovare una cura per ogni malattia, perciò negli ospedali ci si imbatte spesso nella sofferenza di tante persone incurabili- evidenzia il Papa-.La malattia, però, non va vista solo come mancanza, ma come una delle vie su cui è possibile incontrare Dio e avvicinarsi alla vita vera, che non è qui». Le cure palliative, evidenzia il Papa, «sono in grado di lenire le pene che derivano dalla malattia e di aiutare le persone inferme a viverla con dignità». Ma «accanto alle indispensabili cure cliniche, occorre offrire gesti concreti di amore, vicinanza e cristiana solidarietà a chi chiede, anche senza voce, comprensione, conforto e costante incoraggiamento». I malati «non perdano mai la fiducia e la speranza», affrontano una «prova dolorosa e singolare che, davanti al mistero di Dio acquista il suo senso e diventa dono e occasione di santificazione».

© Copyright La Stampa, 14 dicembre 2009

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