lunedì 28 dicembre 2009
Papa, polemiche dopo l' aggressione. Troppe falle nella sicurezza vaticana (La Rocca)
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Papa, polemiche dopo l' aggressione
Troppe falle nella sicurezza vaticana
Repubblica — 27 dicembre 2009 pagina 6 sezione: CRONACA
CITTÀ DEL VATICANO
Papa Ratzinger tace. L' aggressione di cui è stato vittima la notte della vigilia di Natale nella basilica di San Pietro non sembra preoccuparlo. Dopo la caduta a terra, spinto dalla ragazza psicolabile italo-svizzera che era riuscita a scavalcare le transenne di fronte a decine di agenti e uomini di della sicurezza, Benedetto XVI ha parlato in pubblico per tre volte, la notte della vigilia e a Natale, e all' Angelus di ieri. Tre pubblici interventi per parlare di pace, richiamare le coscienze sui più grandi mali contemporanei (i conflitti in Iran, in Iraq, in Afganistan, i poveri in Africa), ma senza nessun accenno all' aggressione. Mentre fuori dal Vaticano i sistemi di sicurezza pontifici da due giorni sono messi sotto accusa sui più importanti quotidiani del mondo che parlano apertamente di «falle» e di «inadempienze». È un vero e proprio allarme che, pur con accentie ragionamenti diversi, fa capolino, ad esempio, sul Financial Times (che pone severi interrogativi sulla «sicurezza e la violenza in Italia anche alla luce dell' aggressione subita da Berlusconi»), sul Guardian («Perché a quella donna è stato permesso di assistere al servizio religioso del Papa?») e sul Times. Dall' America il Time Magazine sottolinea invece la necessità che un leader mondiale come il Papa «debba essere salvaguardato ai massimi livelli, sempre». Riserve e critiche anche sul francese Figaro che rileva anche come «l' aggressione al Papa abbia provocato il ferimento del cardinale francese Roger Etcegheray», il porporato che questa mattina sarà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all' ospedale romano Agostino Gemelli. «Il morale del cardinale Etchegaray è alto, saldo, forte come tutti i baschi francesi», riferisce chi lo ha visitato dopo l' incidente per il quale il porporato ha subito una frattura al collo del femore destro. Il giorno di Natale, Etchegaray ha ricevuto la «solidarietà e la benedizione del Papa» da monsignor George Gaenswein, segretario di Benedetto XVI. Anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant' Egidio gli ha fatto visita, trovandolo di «buon umore». Intanto, Susanna Maiolo, la venticinquenne svizzera che ha aggredito il Papa, dopo un primo ricovero all' ospedale Santo Spirito, si trova ora in trattamento sanitario obbligatorio al nosocomio Angelucci di Subiaco, a circa 70 chilometri da Roma. Ai medici ha spiegato che «non volevo fare del male al Papa, volevo solo toccarlo». Al momento dell' aggressione non era armata, come hanno constatato anche gli uomini della Gendarmeria. Particolare che dovrebbe influire sulle decisioni della giustizia vaticana che ora si sta occupando del caso col promotore di giustizia pontificio, il giudice Nicola Picardi. Dalle indagini condotte dalla Gendarmeria vaticana è emerso che la Maiolo era arrivata a Roma il 22 dicembre e aveva preso una camera in un residence di via Morgagni, vicino al Policlinico Umberto I, da dove si è recata alla Prefettura della Casa Pontiticia per prendere il biglietto - gratuito e non nominativo - per seguire la Messa della vigilia di Natale. «Credo che sia un problema tutto legato allo stato di salute di questa ragazza, come penso emergerà dalle indagini del promotore di giustizia - commenta il professor Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale vaticano, secondo il quale «se sarà solo di un caso di psicolabilità e quindi di salute, non si tratterà di emettere giudizi, ma più semplicemente di vedere come far curare questa ragazza». Al massimo per lei, puntualizza Dalla Torre, «si potrebbe prevedere un eventuale divieto di accesso in basilica o alle celebrazioni papali, ma tutto dipende dal promotore di giustizia, che dovrebbe esprimersi in tempi brevi». Per Vincenzo Nardi, presidente di sezione della Cassazione, «il caso dovrebbe essere invece di competenza italiana perché la ragazza ora è ricoverata fuori dal Vaticano». A Benedetto XVI sono arrivati messaggi di solidarietà da tutto il mondo. Tra i primi quelli del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del premier Silvio Berlusconi, che ha tracciato una sorta di parallelo tra l' aggressione del Pontefice e quella da lui subita a Milano, parlando di pericoloso «clima di violenza». - o.l.r.
© Copyright Repubblica, 27 dicembre 2009 consultabile online anche qui.
Non sono certo un'esperta in sicurezza, ma penso che la Gendarmeria vaticana abbia fatto tutto il possibile per proteggere il Papa.
La ragazza e' stata afferrata e bloccata, ma poi e' intervenuta una variabile imprevista: si e' aggrappata al pallio del Papa trascinandolo a terra insieme a lei.
Ci sono eventi imprevedibili su cui e' difficile intervenire.
R.
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