lunedì 21 dicembre 2009

Visita del Papa in sinagoga a rischio? Il commento di Giacomo Galeazzi


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GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

Il «via libera» di Benedetto XVI alla beatificazione di Pacelli «preoccupa e addolora» il mondo ebraico. Secondo quanto si apprende, sarebbe a rischio persino la visita del 17 gennaio di Joseph Ratzinger alla sinagoga di Roma.
Fra tre settimane, infatti, il Papa è atteso al Tempio maggiore per il solenne «faccia a faccia» con il rabbino capo Riccardo Di Segni e al ghetto per l’incontro con i reduci dai campi di concentramento. «Ci aspettiamo un chiarimento da parte del Vaticano nei prossimi giorni, altrimenti andrà rivisto tutto quanto era stato concordato per la visita - spiegano alla comunità ebraica -. L’accordo era di lasciare fuori le questioni di papa Pacelli e della preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei, ma l’inattesa accelerazione alla beatificazione cambia le carte in tavola».
Il mutato scenario «mette a rischio» la stessa visita, mentre «si moltiplicano le proteste da molteplici settori dell’ebraismo per un invito che in queste condizioni diventa un boomerang nel dialogo interreligioso». A ciò si somma il timore che «Benedetto XVI ci metta in imbarazzo in sinagoga rivendicando i meriti di Pacelli nell’aiuto ai perseguitati».
Intanto il governo israeliano, attraverso il portavoce del ministero degli Esteri Ygal Palmor, riconosce che si tratta di «un affare interno della Chiesa cattolica», perciò «non intende interferire», però reclama che «gli storici possano determinare e valutare il significato della sua azione nel contesto dei tempi». Quindi, «ritiene di vitale importanza per il Vaticano consentire l’accesso agli archivi». Il Museo dell’Olocausto rincara la dose.
I suoi storici assicurano che il Vaticano fu informato di uccisioni sistematiche di ebrei verso la fine del 1941 e che nel marzo 1942 Pio XII non agì in alcun modo per impedire la deportazione ad Auschwitz degli ebrei della Slovacchia: «Pacelli denunciò in maniera laconica gli orrori della guerra in corso, ma non condannò mai la Germania nazista». Dunque è «deplorevole» secondo lo «Yad Vashem» che Benedetto XVI «abbia deciso di avanzare nel processo di beatificazione prima che tutti i rilevanti documenti relativi a quell’epoca storica siano stati resi pubblici dal Vaticano». Inoltre, «avevamo capito che prima di fare altri passi la Chiesa avrebbe atteso l’apertura di rilevanti archivi vaticani, permettendo così agli studiosi di chiarire questo controverso periodo nella storia della Chiesa e la posizione di Pio XII durante l’Olocausto». Il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, chiede alla Chiesa di «rinunciare» alla beatificazione di Pacelli: «E’ un progetto agli antipodi del dialogo giudaico-cristiano, oltreché del messaggio e dei valori cattolici. Il silenzio sulla Shoah non lo rende un esempio di moralità per l’umanità».L’Osservatore Romano difende la scelta di Ratzinger: «Pio XII è stato un grande Papa e un testimone di Cristo nel mondo. Se lungo è spesso il cammino di purificazione di chi sceglie di imitare Cristo, altrettanto complesso e rigoroso è l’itinerario che porta all’accertamento della santità». Il ministro dei Santi, Amato garantisce che le cause di Pacelli e Wojtyla procederanno separate. Inoltre «la firma papale al decreto su Pio XII non è una sorpresa: il congresso dei cardinali e vescovi aveva già votato, da tempo, unanimemente a favore dell’eroicità delle sue virtù. E l’inchiesta negli archivi della Segreteria di Stato si era positivamente conclusa». Ieri il Papa all’Angelus ha richiamato l’attenzione sul Medio Oriente. «Città-simbolo della pace, in Terra Santa e nel mondo intero», ancora oggi Betlemme «purtroppo non rappresenta una pace raggiunta e stabile, bensì ricercata e attesa. Dio non si rassegna mai a questo stato di cose».

© Copyright La Stampa, 21 dicembre 2009 consultabile anche qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

21/12/2009 - 10:37 - PIO XII: NEUHAUS (EBREI CATTOLICI), «NON SI VUOLE MINIZZARE LA SHOAH»
http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=18415&IDCategoria=1
Alessia

Anonimo ha detto...

Meglio stare zitti, prché è Natale, altrimenti inizio a urlare. GLi ebrei sono dei polemici con cui è impossibile dialogare. Sono malati del complesso di persecuzione