domenica 28 febbraio 2010
Appello del Papa all'Angelus per i cristiani in Iraq e per i terremotati del Cile. Per la Quaresima, l'invito a meditare assiduamente il Vangelo
Vedi anche:
Appello del Papa per i Cristiani dell’Iraq e preghiera per i terremotati del Cile (AsiaNews)
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Iraq, il Papa lancia un appello affinchè sia ridata sicurezza alla popolazione e alle minoranze religiose più vulnerabili (Tgcom)
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Il Papa: tutti devono meditare il Vangelo e seguire Gesù (Izzo)
Cile, il Papa: Prego per le vittime, serve la solidarietà di tanti (Apcom)
Il Papa: "La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza" (Angelus)
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Appello del Papa all'Angelus per i cristiani in Iraq e per i terremotati del Cile. Per la Quaresima, l'invito a meditare assiduamente il Vangelo
Il Papa oggi all’Angelus, cui hanno partecipato alcune migliaia di fedeli in Piazza San Pietro, ha lanciato due accorati appelli: per la sicurezza dei cristiani in Iraq, dopo i numerosi attentati di questi giorni, e alla solidarietà per le popolazioni terremotate del Cile.
Quindi ha parlato del Vangelo di questa seconda Domenica di Quaresima che racconta l’evento della Trasfigurazione di Gesù invitando tutti ad una meditazione assidua del Vangelo, specialmente in questo periodo Quaresimale. Il servizio di Sergio Centofanti:
Benedetto XVI esprime “profonda tristezza” per “le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul” manifestando la sua “viva preoccupazione” anche per “gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa”. Notizie che il Papa ha seguito costantemente anche durante la settimana di esercizi spirituali conclusa ieri in Vaticano:
“In questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!”
In questa “delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq” il Papa rivolge il suo appello alle Autorità civili, “perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili”:
“Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace”.
Quindi, Benedetto XVI ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Cile colpite dal terremoto nella notte tra venerdì e sabato, che “ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni”:
“Prego per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”.
Nella sua catechesi il Papa ha parlato del Vangelo della seconda Domenica di Quaresima che racconta l’episodio della Trasfigurazione, un “evento straordinario” – ha spiegato – che si pone come “un incoraggiamento nella sequela di Gesù” che comporta il rinnegamento di se stessi e il prendere ogni giorno la propria croce. “I tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno”, rileva il Pontefice:
“è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di ‘vedere’ la gloria di Gesù”. Ma l’evento straordinario finisce e davanti agli occhi degli apostoli c’è “Gesù solo”: “è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo – afferma il Papa - è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare” fino a quando “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. Benedetto XVI ricorda anche la richiesta di Pietro che vorrebbe restare sul Tabor perché “è bello”: “espressione … che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore”:
“Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché ‘Gesù solo’ sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza”.
Infine, il Papa invita tutti, in questo periodo quaresimale, a meditare assiduamente il Vangelo e si rivolge in particolare ai sacerdoti:
“Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori ‘siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero”.
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