sabato 27 febbraio 2010

Benedetto XVI e lo scandalo pedofilia. Solo chi ha fiducia nella verità può guardare in faccia il male (Bruno Mastroianni)


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I responsabili del viaggio del Papa in Portogallo visitano il Paese (Zenit e The Vatican)

Giovanni Paolo II: "...vorrei chiedere perdono - in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell'episcopato - per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all'applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l'interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento (l'Eucarestia). E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli" (Lettera "Dominicae Cenae" di Giovanni Paolo II a tutti i vescovi sul Mistero e Culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980)

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Alcune reazioni della stampa alla visita in Sinagoga (Giuseppe Di Leo)

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Benedetto XVI e lo scandalo pedofilia

Solo chi ha fiducia nella verità può guardare in faccia il male

di Bruno Mastroianni

La determinazione nel combattere la pedofilia nella Chiesa è l’ennesima manifestazione di quella fiducia nella verità che caratterizza il procedere di Ratzinger.
Non è solo un segno della sua attitudine alla chiarezza, ma è qualcosa che va oltre: ci parla della missione che dovrebbe svolgere ciascun cristiano.
Il fatto che il Papa non abbia paura di guardare in faccia il male e di chiamarlo col suo nome – anche quando è all’interno della Chiesa – deriva dalla consapevolezza che il bene non può che ancorarsi a ciò che è vero, al riconoscimento della realtà delle cose.
È questa la missione che Benedetto XVI ha intrapreso: ricordare all’uomo chi è, da dove viene, chi è il suo Creatore; non con lo stile di chi sta proponendo una dottrina tra le altre, ma di chi sta parlando di una realtà che egli stesso ha scoperto.
La sua lucida ricapitolazione dell’abc della fede e della morale non è rivolta solo ai fedeli ma ha l’ambizione di aiutare ciascuno a trovare risposta alle domande che contano. Da qui certe forzature e fraintendimenti mediatici. Sono il sintomo di quanto l’abitudine dei media a incasellare prospettive diverse sta mortificando il desiderio umano di chiedersi fino in fondo “cosa è vero”. È qui che devono intervenire i cristiani, come Benedetto stesso sta facendo: ricordando che la fede in Dio, più che un’adesione a credenze o dottrine, è un ritorno alla realtà delle cose.

© Copyright Tempi, 26 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

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