giovedì 25 febbraio 2010
La Cei: l'intreccio mafia-politica blocca il Sud (Magistrelli)
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La Cei: l'intreccio mafia-politica blocca il Sud
I vescovi contro ogni forma di corruzione e sfruttamento. E sugli immigrati polemica Berlusconi-Fini
Lydia Magistrelli
ROMA
Uno sviluppo bloccato dal «cancro» della criminalità organizzata e da un legame tra mafia e politica che continua a considerare il Mezzogiorno un semplice "collettore di voti" senza alcuna contropartita. I vescovi italiani, a 20 anni dall'ultimo documento della Chiesa sulla "questione meridionale", e a poche settimane dalle elezioni regionali, lanciano un allarme, ma anche – sottolineano – un messaggio di speranza rivolto alle tante persone che, nel Sud, non vedono l'ora di «liberarsi dalle catene».
Nuovi mali, in questo ventennio – si legge nel nuovo documento sul Mezzogiorno elaborato dalla Cei – si sono affiancati a quelli antichi, rivelando che, ad esempio, «il cambiamento istituzionale provocato dall'elezione diretta dei sindaci, dei presidenti delle Province e delle Regioni, non ha scardinato meccanismi perversi o semplicemente malsani dell'amministrazione della cosa pubblica». Nuove elezioni regionali sono alle porte, e il documento dei vescovi, in cantiere da molti mesi, esce non a caso a un mese esatto dalla consultazione, nel contesto di una campagna elettorale pervasa da presunti scandali e mea culpa.Già nell'introduzione il documento sottolinea «gli aspetti che si impongono all'attenzione: anzitutto il richiamo alla necessaria solidarietà nazionale, alla critica coraggiosa delle deficienze, alla necessità di far crescere il senso civico di tutta la popolazione, all'urgenza di superare le inadeguatezza presenti nelle classi dirigenti». La nota «pastorale» parla esplicitamente di «sviluppo bloccato» da illegalità e connivenze, rimarcando l'«urgenza» di «ripensare e rilanciare le politiche di intervento». Auspica, citando le encicliche sociali di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che si generino «iniziative auto-propulsive di sviluppo, realmente inclusive». Cambiamenti promessi ma mai realizzati – denuncia il documento – tanto da permettere l'innesto di nuove illegalità nell'antico sistema mafioso, dinamiche aggravate dalla crisi economica, anche a causa di un «egoismo» diffuso «un po' in tutta l'Italia» che rischia «di tagliare fuori il Mezzogiorno dai canali della ridistribuzione delle risorse». In questo contesto – aggiungono i vescovi – vanno inquadrate situazioni di «sfruttamento» in campo agricolo (come Rosarno, ndr) e la preoccupante "modernizzazione" della mafia.
Una prospettiva, quella dei vescovi, apprezzata da tutti gli schieramenti politici. Una presa di posizione contro ogni forma di sfruttamento. E sugli immigrati, sulla tanto sbandierata necessità di integrazione, ennesimo botta e risposta a distanza tra Berlusconi e Fini (il premier a Roma, alla presentazione dei "promotori della libertà", il presidente della Camera al Parlamento europeo a Bruxelles per presentare l'iniziativa euromediterranea di Meseuro). Il premier attacca la sinistra accusandola di volere «spalancare le porte ai cittadini stranieri», pensando che «un'invasione di stranieri» possa cambiare «il peso del voto che ha visto la vittoria dell'Italia moderata».
Fini rimarca che la sua opinione «non coincide al 100% con quella del presidente del Consiglio, e questo è notorio». Certo è che l'integrazione degli stranieri passa per la concessione che va loro fatta di votare alle elezioni amministrative.
© Copyright Gazzetta del sud, 25 febbraio 2010
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1 commento:
Belle e sacrosante parole, ma la realtà di chi vive al Sud è molto più complessa e siccome si tratta di meccanismi "antichi" e di commistioni politiche anche ad alto livello, si sa bene che le elezioni non offrano niente di che. Se non si fa pulizia in alto (nella politica ad ogni livello), la gente comune rimarrà sempre ingabbiata. Semplicemente perchè gli onesti (e magari anche "ribelli" al sistema), sono pochi e tutti gli altri non trovano il coraggio di aprire bocca perchè poi, puntualmente, dopo la farsa del primo appoggio, le istituzioni li lasciano soli.
Le frane che ci stanno distruggendo dalla Calabria in giu', ne sono un esempio.
Buona giornata a tutti!
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