giovedì 15 aprile 2010

Pedofilia, il Vaticano chiarisce (Osvaldo Baldacci)


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Il Papa: "Il sacerdote non insegna proprie idee, una filosofia che lui stesso ha inventato, ha trovato o che gli piace; il sacerdote non parla da sé, non parla per sé, per crearsi forse ammiratori o un proprio partito; non dice cose proprie, proprie invenzioni, ma, nella confusione di tutte le filosofie, il sacerdote insegna in nome di Cristo presente, propone la verità che è Cristo stesso, la sua parola, il suo modo di vivere e di andare avanti" (Catechesi)

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Pedofilia, il Vaticano chiarisce

di Osvaldo Baldacci

Sembra non venir mai meno la benzina gettata continuamente sul fuoco della polemica che riguarda la Chiesa cattolica. Le recenti affermazioni del cardinal Bertone su pedofilia e omosessualità hanno suscitato anche la reazione del ministero degli Esteri francese, mentre la Sala Stampa del Vaticano precisava il senso di quelle affermazioni. E sembra che una vicenda tanto delicata sia stata trasformata anche in uno scontro tra Stati. E non è la prima volta. Una presa di posizione ufficiale contro il Vaticano in occasione di affermazioni controverse ma non relative ai rapporti tra Stati ha almeno un precedente in Belgio: quello in occasione del viaggio di Papa Benedetto XVI in Africa.

In quell'occasione la polemica era a proposito di preservativi e Aids. Ieri le parole del Segretario di Stato Vaticano (il primo ministro della Santa Sede) sono state definite "un accostamento inaccettabile" dal governo francese tramite una nota ufficiale di condanna del ministero degli Affari esteri. «Si tratta di un amalgama inaccettabile che condanniamo», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero, in riferimento alle parole di Bertone. «La Francia - ha aggiunto Valero durante una conferenza stampa a Parigi - ricorda il suo impegno nella lotta alle discriminazioni ed ai pregiudizi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere». Con un po' di malizia il bravo vaticanista del Giornale Andrea Tornielli accenna a una notazione: «Vale la pena di ricordare che il segretario generale aggiunto del ministero è Jean-Loup Kuhn-Delforge, attivista gay, che venne proposto dal governo francese quale ambasciatore presso la Santa Sede ma che l'anno nel 2008 non ottenne il gradimento vaticano. Ora Delforge è in predicato di diventare ambasciatore a Washington». Certo è difficile districarsi in terreni dove si mischiano istituzioni statali, tematiche religiose, inchieste giudiziarie, lobby di vario genere.

Parlando in Cile al termine di un lungo viaggio, il cardinal Tarcisio Bertone aveva risposto a una domanda sul'accostamento tra il celibato dei preti e la pedofilia, tema spesso impropriamente agitato da molti in questi ultimi tempi. Dopo aver ribadito che «il comportamento dei preti colpevoli in questo caso, il comportamento negativo, è molto grave, è scandaloso», il segretario di Stato aveva respinto l'accostamento col celibato, aggiungendo l'altro elemento controverso: «Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia, e invece molti altri hanno dimostrato, e mi è stato confermato anche recentemente, che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia. Si tratta di una patologia che interessa tutte le categorie sociali, e preti in minor grado in termini percentuali». La frase è subito entrata nel mirino delle associazioni gay. La Sala Stampa vaticana ha poi chiarito: «Il cardinal Bertone si riferiva evidentemente alla problematica degli abusi all'interno della Chiesa e non nella popolazione mondiale». «Le autorità ecclesiastiche - ha precisato padre Federico Lombardi - non ritengono di loro competenza fare affermazioni generali di carattere specificamente psicologico o medico, per le quali rimandano naturalmente agli studi degli specialisti e alle ricerche in corso sulla materia».

Lombardi ha citato questi dati, poco tempo fa presentati su Avvenire dal promotore di Giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede monsignor Charles Scicluna, parlando di un «10 per cento di casi di pedofilia in senso stretto, e di un 90 per cento di casi da definire piuttosto di efebofilia (cioè nei confronti di adolescenti), dei quali circa il 60 per cento riferito a individui dello stesso sesso e il 30 per cento di carattere eterosessuale». Tra i primi a precisare le parole di Bertone era stato il professor Tonino Cantelmi, presidente degli psicologi e psichiatri cattolici: «Non risulta un legame tra pedofilia e omosessualità in generale. Ma diverso è il discorso riguardo all'universo degli abusi commessi da sacerdoti, dove gli abusatori sono per la stragrande maggioranza omosessuali e le vittime sono minori non bambini».

Sullo stesso terreno è intervenuto anche il Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto dal prof. Massimo Introvigne: «Per quanto sia poco politicamente corretto dirlo, in questo sottogruppo oltre l'80 per cento dei pedofili sono omosessuali». Da dati statistici della Chiesa risulta che il 60 per cento degli abusi su minori è compiuto da preti omosessuali. I dati più completi su questo tema sono stati raccolti negli Stati Uniti, dove nel 2004 la Conferenza episcopale ha commissionato uno studio indipendente al John Jay College of Criminal Justice della City University of New York: dal 1950 al 2002, 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Ma le accuse di effettiva pedofilia riguardavano 958 di loro in 42 anni, 18 all'anno. Le condanne poi sono state 54. Ma forse il tema di tutta questa polemica non è solo incentrato sui numeri e sui dati medici e/o statistici. D'altro canto, ricorda sempre Tornielli, proprio Papa Benedetto XVI già in passato è sembrato escludere un nesso tra pedofilia ed omosessualità: il 15 aprile 2008, nel corso della conferenza stampa sull'aereo che lo stava portando a Washington, rispondendo in inglese a una domanda sugli abusi sui minori, disse: «Sto parlando ora della pedofilia, non dell'omosessualità, che è un'altra cosa (this is another thing)».

Ma il punto è che da un lato la campagna mediatica contro la Chiesa è in pieno svolgimento, spesso incurante di ogni elemento di verità accertata, e a questa campagna sembrano pronti ad accodarsi sempre più soggetti, anche diversi fra loro e con obbiettivi differenti, ma comunque attratti dalla popolarità che sembra portare ogni attacco al Papa e al mondo cattolico. Nella lista si è voluto iscrivere anche il governo francese, primo Stato in questo caso, nonostante forse quantomeno la forma dei rapporti diplomatici avrebbe consigliato un approccio più rispettoso verso il segretario di Stato vaticano che si era limitato a delle affermazioni durante una conversazione, affermazioni peraltro fraintese. La cancelleria francese non sembra altrettanto sollecita nel condannare formalmente tutte le dichiarazioni controverse e più spesso le azioni dei vari membri di governo dei Paesi di mezzo mondo, non tutti propriamente democratici, e a volte non lontani dall'amicizia e dagli interessi di Parigi. D'altro canto però non si può negare che la reazione della Chiesa cattolica all'assedio cui in questi giorni è sottoposta non sembra certo improntata a quella prudenza cui i secoli ci avevano abituati. Sembra procedere un po' in ordine sparso, un po' all'impronta, finendo per suscitare vespai più che circoscrivendo le problematiche. È vero che ci sono realtà ipersensibili sempre pronte a scagliarsi contro ogni presunto passo falso della Chiesa, ma è altrettanto evidente che non è questo il momento di provocare o cadere in provocazioni, quando la semplice evidenza dei fatti può bastare a dimostrare quanto sia in gran parte calunniosa e infondata l'attuale campagna di orientamento dell'opinione pubblica.

Intanto a sostegno di Papa Benedetto XVI si muove il mondo cattolico italiano. La Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, organismo che raduna 67 associazioni e movimenti ecclesiali italiani, ha invitato «quanti appartengono e si riconoscono nel mondo dell'associazionismo cattolico a partecipare a Roma alla recita del Regina Coeli, domenica 16 maggio 2010, in Piazza San Pietro». «Vogliamo in questo modo - spiega una nota - stringerci visibilmente intorno a Benedetto XVI come figli col padre, desiderosi di sostenerlo nel suo impegnativo ministero, esprimendogli affetto e gratitudine per la sua passione per Cristo e per l'umanità intera».

© Copyright Liberal, 15 aprile 2010 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Luisa ha detto...

Vediamo un pò chi sono coloro che gridano allo scandalo in Francia, costretti a dover difendere i diritti dei gay…ma così silenziosi quando è uno di loro ad essere coinvolto, così tolleranti.
-Bernard Kouchner,ministro degli affari esteri, che ha condannato le parole del card. Bertone, aveva firmato nei gloriosi anni post sessantottini la petizione in favore dell`abbassamento dell`età legale per i rapporti sessuali e per la liberazione degli ultimi pedofili ancora in carcere.
-Frédéric Mittérand ministro della cultura, omosessuale : ha scritto un libro in cui fa l`apologia del turismo pedofilo o-e efebico e descrive le sue esperienze, senza sollevare l`indignazione dei colleghi o dei media.
-Bertrand Delanoë, sindaco di Parigi, omosessuale. aveva pure lui firmato la petizione per abbassare l`età legale per i rapporti sessuali.
-Jean-Loup Kuhn-Delforge, omosessuale,il secondo cognome è quello del suo compagno…segretario generale del Ministro degli Affari esteri e europei, era stato rifiutato dal Vaticano come ambasciatore…
Insomma molta ipocrisia, memoria corta e piccole vendette personali.

sonny ha detto...

Ah però, che bel gruppetto!