martedì 13 aprile 2010

Vaticano alla sbarra? Il diritto dice di no (Franco Grande Stevens)


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L'associazione laica spagnola HazteOir ha raccolto più di 33.000 firme in una settimana a sostegno del Papa. Gliele invia tramite il Nunzio

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Il canale di GenerationBenedikt (YouTube)

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Pedofilia: ecco perchè a tanti laici conviene tacere (Giuliano Guzzo)

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Caso Claps, molti cittadini lucani si appellano al Santo Padre

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Preti pedofili: ecco le linee guida per i processi (Izzo)

George Weigel: la figura determinante nel ribaltare l'atteggiamento della curia nei confronti degli abusi è stato J. Ratzinger, Benedetto XVI

La Cei invita a stringersi in preghiera intorno al Papa nel quinto anniversario dell’elezione

La copertura mediatica dello scandalo degli abusi sessuali svela il meccanismo del "capro espiatorio" (Austen Ivereigh)

Benedetto XVI, il Papa migliore: riflessione di Ross Douthat (New York Times)

Dopo una denuncia, in Vaticano procedono così (Magister)

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Scandalo abusi, dal Vaticano una guida sulle procedure per prevenire e punire (Sir)

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Abusi su minori: sul sito vaticano la Guida alla comprensione delle procedure della Congregazione per la Dottrina della Fede (Radio Vaticana)

Il documento pubblicato oggi conferma la linea dura, di trasparenza e rigore, imposta e rivendicata da Joseph Ratzinger, quando era prefetto della CDF

Le linee guida del Vaticano per i casi di pedofilia: scheda riassuntiva (Repubblica)

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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Vaticano alla sbarra? Il diritto dice di no

FRANZO GRANDE STEVENS

Caro Direttore,
Maurizio Molinari ha scritto in un recente interessante articolo che c’è un «Perry Mason che vuole portare il Papa alla sbarra»: si tratta di un avvocato – Jeff Anderson - che negli Usa si è specializzato in difese di persone danneggiate da preti pedofili. Questo avvocato ha ottenuto da alcune diocesi locali milioni di dollari per danni ed ora ne chiederebbe altri in giudizio alla Santa Sede, dicendo anche: «Farei causa a chiunque pur di togliergli un po’ di danaro».
Le diocesi (circa 3 mila nel mondo) sono strutture autonome indipendenti l’una dall’altra e ciascuna diocesi sovraintende ad un certo numero di parrocchie. Ad ogni parrocchia sovraintende un prete, ad ogni diocesi un vescovo.
Sembra opportuno rilevare che il Vaticano-Santa Sede invece è uno Stato ed è principio di diritto internazionale che uno Stato sovrano non abbia giurisdizione su di un altro Stato sovrano (par in parem non habet iurisdictionem) com’è confermato negli Usa dal Foreign Sovereign Immunities Act (Fsia) del 1976 salvo casi particolari (ad esempio controversie per attività commerciali negli Usa, per proprietà immobiliari negli Usa ecc.)
Inoltre per agire “in tort” e cioè far valere una responsabilità non contrattuale della Santa Sede per fatto illecito di un terzo (sacerdote) occorrerebbe dimostrare che il terzo sia un “dipendente” (employee o agent) e la Santa Sede il suo datore di lavoro (employer o principal) con la conseguenza che il datore del lavoro può essere ritenuto responsabile di illeciti compiuti da un suo dipendente ma soltanto nel corso e nell’esecuzione del suo incarico di lavoro.
Che il Vaticano sia uno Stato sovrano non è seriamente contestabile: scambia ambasciatori con gli altri Stati, ha un suo territorio, la sua lingua (latino), le sue leggi, suoi Tribunali, sua polizia ecc. Una chiamata in giudizio dalla Santa Sede, infatti va fatta nella lingua dello Stato convenuto e cioè in latino.
Con gli Usa lo scambio del riconoscimento reciproco avvenne nel 1984. Né si può seriamente sostenere che le centinaia di migliaia di sacerdoti sparsi nel mondo siano dipendenti del Vaticano, legati a questo da un contratto di lavoro con quel che ne consegue. Qualora poi si adducesse la responsabilità di un ente centrale del Vaticano, si ricadrebbe pur sempre in un’attività dello Stato Vaticano che perciò, in quanto tale, godrebbe come tutti gli Stati dell’immunità giurisdizionale.
La responsabilità accertata in alcuni casi di diocesi statunitensi conferma sia che un rapporto – se c’è – è con la diocesi e sia che la diocesi non è un organo dello Stato Vaticano.
La conclusione quindi è che il Vaticano-Santa Sede non può avere alcuna responsabilità giuridica e le dispute in corso riguardano e possono riguardare nei confronti della Santa Sede soltanto rapporti etico-religiosi.

© Copyright La Stampa, 13 aprile 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

va specificato chiaramente che Santa Sede e Stato della Città del Vaticano sono due entità giuridiche con personalità internazionale distinte e separate.

Lo Stato della Città del Vaticano non ha relazioni diplomatiche con nessun'altro Stato.

Le relazioni diplomatiche le ha la Santa Sede; e uno Stato quando avvia relazioni con essa riconosce chiaramente la personalità giuridica della medesima.

Insomma per dirla in parole povere la Santa Sede ha personalità giuridica ed è "propietaria" di un altro ente (lo stato della città del vaticano)avente uguale personalità giuridica.

E' certamente una situazione sui generis e costituisce un "unicum" giuridico.

Il papa in pratica è "sovrano" due volte: come capo della Santa Sede e come capo dello Stato della città del vaticano. Anche se poi a livello internazionale la Santa Sede ingloba ed assorbe la personalità giuridica dello Stato della Città del Vaticano la quale pur tuttavia resta distinta e separata.
Gli Stati infatti accreditano ambasciatori non presso lo SCV ma presso la Santa Sede.