lunedì 17 maggio 2010
Il Papa ai 200mila fedeli presenti ieri in Piazza indica il nemico nel peccato che contagia anche la Chiesa (Izzo)
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Il Papa: il vero nemico è il peccato che contagia i membri della Chiesa. Le prove che il Signore permette ci spingano alla radicalità (Izzo)
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Il Papa: servire Dio con radicalità e coerenza, combattendo il peccato e le seduzioni del mondo. In Piazza San Pietro, 200 mila fedeli
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Il Papa: "Il peccato nemico da combattere anche nella Chiesa" (Il Giornale)
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Folla di fedeli in piazza San Pietro: 'Battere il peccato, anche nella Chiesa' (Repubblica)
Il Papa: "Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa...Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza" (Regina Coeli)
Il Papa: Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato
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PAPA: AI 200 MILA INDICA NEMICO NEL PECCATO CHE CONTAGIA ANCHE CHIESA
(AGI) - CdV, 16 mag.
(di Salvatore Izzo)
"Il vero nemico da temere e da combattere e' il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa".
E' questo il messaggio che Benedetto XVI ha voluto dare oggi alla Chiesa Italiana presente in piazza San Pietro con 200mila fedeli in occasione della Giornata di solidarieta' al Papa promossa dalla Consulta Nazionale della Aggregazioni Laicali d'intesa con la Cei.
C'era il rischio che quella di oggi fosse una manifestazione di rivalsa dopo gli "attacchi mediatici" subiti personalmente dal Pontefice che si voleva coinvolgere con falsi scoop nello scandalo degli abusi sessuali compiuti da preti. E certamente i cattolici italiani sono stati feriti dalla disinvoltura con cui tale operazione e' stata condotta.
Ma Ratzinger ha capovolto questa logica: "le prove, che il Signore permette - ha chiesto - ci spingano a maggiore radicalita' e coerenza". "Noi cristiani - ha continuato il Papa - non abbiamo paura del mondo, anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni: viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell'amore, nel servizio".
"E' quello - ha aggiunto con grande forza - che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. E' quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l'uomo nel nome di Cristo. Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino. E' bello vedere oggi - ha confidato - questa moltitudine in Piazza San Pietro, c'e' tutta Italia qui, come e' stato emozionante per me vedere a Fatima l'immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori".
Benedetto XVI ha poi rinnovato il suo "particolare invito ai fratelli nel Sacerdozio, affinche' nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica" e parlando dell'odierna festa dell'Ascensione ha detto che "il Signore rimane nella trama della storia umana, e' vicino a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano: e' compagno dei perseguitati a causa della fede, e' nel cuore di quanti sono emarginati, e' presente in coloro a cui e' negato il diritto alla vita". "Possiamo ascoltare, vedere e toccare il Signore Gesu' - ha scandito - nella Chiesa, specialmente mediante la parola e i gesti sacramentali dei suoi Pastori". Infine ha dato un suggerimento spirituale che ha commosso la folla presente quando citando citato un autore russo del Novecento, Pavel A. Florenskij, ha esortato: "osservate piu' spesso le stelle. Quando avrete un peso nell'animo, guardate le stelle o l'azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, intrattenetevi col cielo. Allora la vostra anima trovera' la quiete".
Dal Papa "siamo tutti provocati a un rinnovamento spirituale del nostro mondo interiore, a cominciare da noi pastori. Abbiamo pregato per tutti, per i sacerdoti, per la loro santificazione, e per le vittime degli abusi, perche' queste sono le intenzioni profondamente radicate nel cuore del Santo Padre, che e' padre e pastore", ha poi commentato il card. Angelo Bagnasco, che in piazza San Pietro ha guidato la preghiera dei cattolici italiani per le vittime della pedofilia: "ascolta Signore il grido di coloro che sono nel dolore perche' trovino giustizia e conforto, cosi' che, partecipando alla vita della tua Chiesa, purificata dalla penitenza, possano riscoprire l'infinito amore di Cristo". "Alcune situazioni dolorose causate da alcuni membri del clero fanno soffrire il cuore del Papa e della Chiesa ma non devono oscurare la bonta' e la dedizione" della maggior parte di loro anzi "deve incoraggiare alla conversione", ha poi ammesso il presidente della Cei ai microfoni di Tv 2000.
Benedetto XVI, ha sottolineato, e' in questa situazione "una guida sicura, certa, mite e dolce della Chiesa". "L'Italia vuole bene al Santo Padre e anche questa presenza di oggi - ha concluso - e' un segno molto semplice e umile, ma certamente convinto ed eloquente, dell'amore che la Chiesa in Italia, ma credo l'intero Paese, ha per il Santo Padre".
"Santita' non sei solo, tutta la Chiesa e' con te", recitava anche uno striscione in una piazza San Pietro tra i numerosi cartelli di gruppi e movimenti tra i quali Rinnovamento nello Spirito, Comunita' Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Comunita' di Sant'Egidio, Agesci. Mentre in piazza sventolavano le bandiere dell'Azione Cattolica, in aria si sono anche alzati i palloncini gialli della Coldiretti e quelli bianchi delle Acli. Tra la folla anche Il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Alfano, il presidente Pierferdinando Casini e il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il sindaco di Roma Gianni Alemanno accompagnati dal "cappellano del Parlamento", mons. Rino Fisichella.
"La mia e' una partecipazione civile: Ratzinger non e' un Papa che nasconde, e' un Papa che denuncia e andrebbe rispettato molto di piu' di quanto e' stato fatto", ha detto il giornalista Bruno Vespa ai microfoni della trasmissione "A Sua immagine" trasmessa oggi in diretta da piazza San Pietro. "Bisogna dare atto a Benedetto XVI, a questo pontificato, di un grande straordinario sforzo di trasparenza e anche di penitenza", gli ha fatto eco Feruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. "Benedetto XVI e' un Papa fino a ieri giudicato una sorta di grande teologo scienziato di Dio, per cosi' dire, e che invece di colpo risolutamente coraggioso, che si fa carico, prendendoselo sulle spalle, di un dolore che ha ferito la Chiesa e tanta parte dell' umanita'", ha affermato infine il presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli.
© Copyright Agi
(AGI)
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2 commenti:
A proposito di medialità papale, guardate cosa mi arriva...
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...ma la faranno mai un'applicazione per iPhone dedicata a B16!?
JP
in occasione della nascita di Paolo VI e Giovanni XXIII non è previsto nulla? Li conosco poco, mi piacerebbe approfondire...
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