martedì 18 maggio 2010

Il popolo e il «grazie». In duecentomila per Benedetto XVI «Grato per l’affetto e la vicinanza» (Mazza)


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Il popolo e il «grazie»

In duecentomila per Benedetto XVI «Grato per l’affetto e la vicinanza»

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Il «grazie» del Papa s’è ripetuto an­cora e ancora.
Prima e dopo. Com­mosso dai colori di un piazza stra­colma in contrasto – e nonostante – con il grigio di un cielo gonfio di ac­qua. Dal calore di quella folla straor­dinaria venuta a dirgli, semplicemen­te: «Ti vogliamo bene». E ad ascoltare quel «grazie» risuonare così tante vol­te, per «il grande affetto e la profonda vicinanza della Chiesa e del popolo i­taliano al Papa e ai vostri sacerdoti, che quotidianamente si prendono cu­ra di voi,», perché «nell’impegno di rin­novamento spirituale e morale pos­siamo sempre meglio servire la Chie­sa, il Popolo di Dio e quanti si rivolgo­no a noi con fiducia». È stata un’indimenticabile risposta di popolo quella offerta dai duecento­mila che, nella domenica dell’Ascen­sione, hanno raccolto l’appello rivol­to dalla Consulta nazionale delle ag­gregazioni laicali per testimoniare al Pontefice la vicinanza degli italiani in questo momento difficile, con gli at­tacchi personali contro il Papa in se­guito agli scandali degli abusi sessua­li sui minori. Duecentomila che hanno invaso piaz­za San Pietro fin dalle prime ore del mattino, da tutta Italia, appartenenti a movimenti ecclesiali e ad associa­zioni cattoliche, parrocchie e singoli, famiglie al completo. Bandiere e car­telli, stendardi, fazzoletti, palloncini gialli e, sul colonnato, l’enorme stri­scione della Consulta con la scritta In­sieme con il Papa . E sì, anche tanti om­brelli, aperti e chiusi al ritmo di una pioggia quasi incessante ma che, per fortuna, non è mai diventata il tem­porale annunciato.
Su questa piazza si è affacciato Bene­detto XVI, ricordando «il male spiri­tuale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa». Sotto­lineando una volta di più, tra gli ap­plausi, che «viviamo nel mondo ma non siamo del mondo», anche se «dobbiamo guardarci dalle sue sedu­zioni. Dobbiamo invece temere il pec­cato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nel­l’amore, nel servizio». Come sempre diretto, come sempre senza edulcora­re la verità ma chiamando le cose col loro nome, Benedetto XVI ha invitato tutti a proseguire «insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Si­gnore permette, ci spingano a mag­giore radicalità e coerenza».
Un’ora prima che il Papa si affaccias­se per il Regina Coeli, era stato il cardinale presi­dente della Confe­renza episcopale i­taliana Angelo Ba­gnasco a guidare la preghiera della piazza per il Papa e per le vittime degli abusi. «Miseri­cordia, perdono per i peccati, purifi­cazione e forza per tutta la Chiesa – è stata l’implorazione che si è levata – Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, a­scolta il grido di coloro che sono nel dolore perché trovino giustizia e conforto, così che partecipando alla vita della tua Chiesa, purificata dalla penitenza, possano riscoprire l’infini­to amore di Cristo tuo Figlio».
Durante questo momento di preghie­ra è stato anche letto un passo dall’o­melia di Benedetto XVI alla Santa Mes­sa per l’inizio del ministero petrino, nella quale il Papa già denunciava lo «svuotamento delle anime», e i «de­serti interiori diventati così ampi», ma anche la mancanza di «coscienza del­la dignità e del cammino dell’uomo». «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi», aveva chie­sto in quell’occasione il Pontefice.
«Questa mattina – ha spiegato Ba­gnasco – convocati dalla fede e dall’a­more, ci siamo riuniti perché voglia­mo stringerci visibilmente intorno a Papa Benedetto XVI come figli con il padre. Vogliamo pregare con lui e per lui – ha aggiunto – desiderosi di so­stenerlo nel suo impegnativo mi­nistero, espri­mendogli il nostro affetto e la nostra gratitudine per la sua passione per Cristo e per l’u­manità intera... La nostra preghiera è il modo privilegia­to per rendere ef­ficace e visibile la vicinanza di tutta la Chiesa al Santo Padre e a chi ha sofferto a causa di co­loro che avrebbero dovuto essere im­magine di Cristo buon Pastore. Nella preghiera vogliamo anche esprimere stima e fiducia ai sacerdoti per il loro insostituibile ministero e invocare per loro il continuo sostegno dello Spiri­to Consolatore».
A mezzogiorno, quando il Papa s’è af­facciato alla finestra del suo studio, la piazza è esplosa in un solo boato di saluto, accolto da Benedetto XVI con un «grazie, grazie per essere venuti qui» fuori programma. Quindi, eviden­ziando la partecipazione «con entu­siasmo » a «questa bella e spontanea manifestazione di fede e di solida­rietà », ha rimarcato anche la presenza di «un consistente gruppo di parla­mentari e amministratori locali», tra i quali il presidente del Senato Renato Schifani, il sottosegretario alla presi­denza Gianni Letta, il ministro Angio­lino Alfano, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il leader dell’Udc Pier Fer­dinando Casini, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, e l’e­sponente del Pd Mariapia Garavaglia. «Saluto anche le migliaia di immigra­ti – ha aggiunto il Papa – collegati con noi da Piazza San Giovanni, con il Car­dinale Vicario Agostino Vallini, in oc­casione della 'Festa dei Popoli'».
A tutti, il Papa ha rivolto ancora il pro­prio grazie invitando, come detto, a te­mere sempre il peccato e a essere for­temente radicati in Dio. «È quello – ha concluso – che la Chiesa, i suoi mini­stri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impe­gno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. È quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti... Proseguiamo insieme con fiducia que­sto cammino, e le prove, che il Signo­re permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza. È bello vedere oggi questa moltitudine come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuo­la di Maria, ha pregato per la conver­sione dei cuori. Rinnovo oggi questo appello, confortato dalla vostra pre­senza così numerosa! Grazie! Ancora u­na volta, grazie a voi tutti!».

© Copyright Avvenire, 17 maggio 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

La Croix non ama le manifestazioni di piazza, anche durante il viaggio in Portogallo Mounier aveva detto che è facile coi portoghesi fare numero.
Poi cerca d'indorare la pillola. Eufemiahttp://rome-vatican.blogs.la-croix.com/les-foules-de-benoit-xvi/2010/05/17/