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Andrea Gagliarducci

«L'Italia vuole bene al Papa», commenta il cardinale Angelo Bagnasco al termine dell'incontro. Alla fine, si contano 200 mila i pellegrini, in molti arrivati anche dalla Spagna (con lo striscione «La obra de la Iglesia sempre junto al Papa») e dalla Germania (con lo striscione «Schoenstat», un santuario tedesco che ha fedeli anche in Italia). La gente continua ad affluire in piazza mentre Bagnasco guida la preghiera «per le vittime di abuso e per le loro famiglie», chiedendo a Dio, «conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido di coloro che sono nel dolore, perché trovino giustizia e conforto, così che, partecipando alla vita della tua Chiesa, purificata dalla penitenza, possano riscoprire l'infinito amore di Cristo tuo Figlio». Bagnasco commenterà poi: «Siamo tutti provocati a un rinnovamento spirituale del nostro mondo interiore, a cominciare da noi pastori. Abbiamo pregato per tutti, per i sacerdoti, per la loro santificazione, e per le vittime degli abusi, perché queste sono le intenzioni profondamente radicate nel cuore del Santo Padre, che è padre e pastore».
C'è, in piazza, anche un nutrito gruppo di parlamentari, guidati dal sottosegretario Gianni Letta e dal presidente del Senato Schifani. Questi, al termine della manifestazione, sottolinea che la vicinanza al Papa «coinvolge tanti uomini politici di centrodestra e di centrosinistra». È un gruppo bipartisan che va a manifestare il sostegno al Papa: Renata Polverini, governatore del Lazio («sosteniamo il Pontefice, che rappresenta la guida di tutti i cattolici»), Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ma anche Enzo Carra del Pd, Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini dell'Udc. E arriva, per il rotto della cuffia, anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni: il suo aereo, a causa della caccia alla lepre, porta un forte ritardo, e lui si mette in macchina «ad una velocità non riferibile» per arrivare in tempo. Michele ha 20 anni. «Io in piazza San Pietro vengo ogni domenica con i miei amici della Comunità Casa di Maria».
Indossa una fascia sulla testa con l'immagine di Benedetto XVI. C'è un gruppo di ragazzi di Genzano, in provincia di Roma: sono tutti giovanissimi (tra i 16 e i 19 anni) e per l'occasione hanno preparato dei cartelloni che indossano come uomini sandwich. Le scritte? «Chiesa ti sei macchiata, un solo punto nero in tanti fogli bianchi»; «Otto anni di oratorio, non sono mai cresciuto solo, ma in compagnia di preti che odiano la pedofilia». «Siamo qui - dice Giulia, 17 anni - perché è vero che ci sono stati degli errori dei sacerdoti, ma è esagerata la reazione che c'è stata contro il Papa». Molto nutrito il gruppo dell'Umbria. Donatella, 49 anni, è partita con i figli e il marito. «Ci siamo guardati negli occhi - dice - e abbiamo capito che era la cosa da fare. Non c'è stato nemmeno bisogno di tante spiegazioni: stamattina presto eravamo già in auto per arrivare a San Pietro in tempo».
Una intera famiglia siciliana si riunisce per dare sostegno al Papa: i genitori partono da Catania in aereo, le figlie da Milano, dove studiano e lavorano. Ci sono molti studenti: un gruppo di Gioventù Studentesca è partito da Padova in nottata per essere in piazza di buon mattino, e srotolare il loro striscione. E poi ci sono i ragazzi delle Cresime di Genova: il Papa li ha citati nei ringraziamenti, e loro, il cappellino rosso in testa, hanno esultato. «È stata un'esperienza molto intesa - dice una delle catechiste - siamo partiti da Genova venerdì, abbiamo fatto tre giorni di pellegrinaggio a Roma. Siamo arrivati in tempo per sentire il Papa ringraziare i ragazzi: loro ci tenevano tantissimo ad essere qui». Un gruppo di Caserta, ha fatto stampare per l'occasione delle magliette celesti: «Tu sei Pietro, tu sei Benedetto».

© Copyright Il Tempo, 17 maggio 2010 consultabile online anche qui.