sabato 24 luglio 2010
L’inchiesta di Panorama e la risposta del Vicariato (Cusimano)
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La doppia vita dei preti gay raccontata da Panorama: l'inchiesta, le reazioni, gli articoli
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L’inchiesta di Panorama
La risposta del Vicariato
Se è vero, lo ammettano
Poi critica l’articolo-scandalo del settimanale: così si diffamano tutti i sacerdoti
DI FABIANA CUSIMANO
Messa di giorno, festini e sesso gay di notte. È scandalo preti omosessuali a Roma.
A fotografarlo l’inchiesta di Panorama, secondo la quale alcuni preti condurrebbero una «doppia vita», frequentando nel tempo libero i locali di ritrovo degli omosessuali della Capitale.
All’indomani delle rivelazioni del settimanale della Mondadori (da ieri in edicola) è arrivata l’attesa replica del vicariato di Roma: se ci sono sacerdoti gay, «coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto», perche «nessuno li costringe a rimanere preti sfruttandone solo i benefici».
Nella nota pubblicata sul sito del vicariato Romasette.it, si sottolinea, però, come la “finalità” dell’articolo di Panorama sui preti gay «è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti, sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale “il ’98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale”, screditare la Chiesa; e - per altro verso - fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita intransigente, che si sforza di non guardare la realtà dei preti omosessuali».
Pur tacciando l’articolo di scandalismo e di diffamazione, però, di fatto, il vicariato non esclude che qualche sacerdote possa condurre una doppia vita. L’unica
precisazione è che nella Capitale vivono molti sacerdoti provenienti da tutto il mondo per studiare e che nulla hanno a che fare con la Chiesa di Roma. «Non vogliamo loro del male - si afferma nella nota online - ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri».
Il Vicariato ricorda, infine, gli «oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie,
degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate. Sacerdoti non dalla “doppia vita”, ma con una “vita sola”, felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti».
Ma, fermo restando le precisazioni, l’inchiesta scotta, e quindi non può che sollevare un gran polverone e imbarazzare il Vaticano. In copertina mani giunte di uomo, smaltate di rosa, che stringono un rosario e un titolo ad effetto: “Le notti brave dei preti gay”. All’interno la descrizione dettagliata di come si possa passare
tranquillamente dal fare di giorno gli uomini di Chiesa che predicano gli insegnamenti del Signore in abito talare, e di notte gli uomini «perfettamente integrati» negli ambienti gay. Sono questi i sacerdoti dalla doppia vita immortalati dal settimanale. Le loro notti sono documentate con tanto di video rubati durante le
feste nei locali romani. La telecamera nascosta riprende incontri equivoci, un rapporto sessuale con un partner casuale e una condotta di vita che nulla ha a che
vedere con l’obbligo della castità e, più in generale, con l’orientamento della Chiesa sull’omosessualità. L’inchiesta si sofferma in particolare su tre personaggi, tre preti che frequentano con disinvoltura escort, chat e locali, e rivelano la loro
doppia “identità” al giornalista e al suo “complice” gay, ignari dell’obiettivo che li riprende. I nomi sono di fantasia: Paul, sacerdote francese di 35 anni, Carlo, sui
45, e Luca, conosciuto u una chat gay e poi ripreso in casa sua durante un rapporto
omosessuale con il complice del cronista.
Un primo incontro (tra il cronista, il suo complice gay e padre Paul) sarebbe avvenuto il 2 luglio all’interno di un locale nel quartiere romano di Testaccio, presente anche Carlo. Il video è online.
L’intera vicenda non sorprende Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay. Che tanti sacerdoti siano omosessuali e cerchino sesso, anche a pagamento, con altri uomini «non è una novità - ha affermato - Anch’io, una quindicina di anni fa, ho avuto una storia con un monsignore».
© Copyright La Discussione, 24 luglio 2010
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