giovedì 22 luglio 2010

Mentre i media pretendono che vescovi e Papa consegnino i pedofili alla giustizia, la Consulta afferma che non c'è obbligo di arresto per chi stupra


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Cari amici, siamo al paradosso!
Mentre i commentatori di tutto il mondo si stracciano le vesti, si strappano i capelli e fanno finta di indignarsi perche' il Papa ed i vescovi non consegnano i preti pedofili (magari quasi centenari) alla giustizia, in Svizzera Polanski e' libero come l'aria ed in Italia la Corte Costituzione stabilisce che non si deve procedere ad arresto obbligatorio anche nel caso in cui "sussistono gravi indizi di colpevolezza per i sospettati di delitti di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile".
Ma che bravi! Complimenti! Non c'e' nessuna sommossa mediatica. Come mai?


Qui per l'articolo di Repubblica che commette errore gravissimo di diritto confondendo la Corte Costituzionale con la Corte di Cassazione.

Consulta: "Per violenza sessuale il carcere non è più necessario"

di Redazione

La Corte costituzionale cancella le nuove norme sulla custodia cautelare obbligatoria per chi commette reati sessuali. La Carfagna: "Decisione sbagliata". Telefono Rosa: "Preoccupate"

Roma

Il carcere preventivo per gli indagati di reati sessuali non è più obbligatorio e subito si scatenano le reazioni negative contro la Corte Costituzionale che ha stabilito il principio. La Consulta, infatti, ha bocciato le norme in materia di misure cautelari, entrate in vigore l’anno scorso, nelle parti in cui escludono la facoltà del giudice, chiamato a esprimersi su indagati per violenza sessuale, atti sessuali con minori e induzione o sfruttamento della prostituzione minorile, di decidere se applicare la custodia cautelare in carcere o un altro tipo di misura cautelare anche quando questo sia opportuno alla luce di «specifici elementi acquisiti».

Fra le prime, e negative, reazioni alla sentenza della Consulta quella particolarmente dura è quella di Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità. «La Corte Costituzionale sbaglia - è sicura Carfagna - Chi stupra donne e bambini merita il carcere. L’intervento della Corte è giustificazionista, lontano dal sentire dei cittadini, e, purtroppo, ci allontana, sebbene di poco, dalla strada verso il rigore e la tolleranza zero contro i crimini sessuali che questa maggioranza ha intrapreso sin dall’inizio della legislatura». La decisione della Consulta preoccupa anche Telefono Rosa. «Mi chiedo - afferma la presidente Gabriella Carnieri Moscatelli - se in un momento in cui scorre sangue a fiotti per le donne, persone che si macchiano di questi reati debbano essere rimessi in giro. Come ci cauteliamo?».

A sollevare il caso di fronte alla Consulta erano stati i gip di Belluno e Venezia nonché il tribunale del riesame di Torino. Con la sentenza di ieri (relatore Giuseppe Frigo) ha ricordato che il «tratto saliente» del regime della custodia cautelare «conforme al quadro costituzionale» è quello di «non prevedere automatismi né presunzioni». Ma esige, anzi, che «le condizioni e i presupposti per l’applicazione di una misura cautelare restrittiva della libertà personale siano apprezzati e motivati dal giudice sulla base della situazione concreta». Dunque, «per quanto odiosi e riprovevoli - si legge ancora nella sentenza - i fatti che integrano i delitti in questione ben possono essere e in effetti spesso sono meramente individuali, e tali, per le loro connotazioni, da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la massima misura».

Secondo la Corte, dunque, la norma impugnata viola l’articolo 3 della Costituzione fra l’altro «per l’ingiustificata parificazione dei procedimenti relativi ai delitti in questione a quelli concernenti i delitti di mafia», l’articolo 13, primo comma, «quale referente fondamentale del regime ordinario delle misure cautelari privative della libertà personale», e l’articolo 27, secondo comma, «in quanto attribuisce alla coercizione processuale tratti funzionali tipici della pena».

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8 commenti:

A.R. ha detto...

Guarda Raffaella che devi aver letto male, sono sicuro che la legge dice: "Il carcere preventivo per gli indagati di reati sessuali non è più obbligatorio a meno che il sospettato non sia un prete "

Raffaella ha detto...

Ma che sbadata...e' vero!
:-)
Infatti e' sempre l'eccezione che conferma la regola!
Proporrei l'istituzione di una nuova categoria di soggetti: "coloro che non godono di alcuna garanzia ne' della presunzione di innocenza"
:-)
R.

mariateresa ha detto...

io dico che in ferramenta devono fare scorta di badili perchè parecchie persone dovranno andare a comprarli per scavarsi un buco dalla vergogna.
Mi pare ci sia più di un segnale che stiamo avviandoci al paradosso.
O al grottesco.

Raffaella ha detto...

O ad entrambi!
R.

Anonimo ha detto...

Li consegnano eccome Papa (questo Papa) e (parte) dei vescovi alla giustizia, secondo le leggi dei vari stati. I sacerdoti pedofili sono i soli a essere doppiamente sanzionati, ovviamente quando possibile. Sono gli stati che dovrebbero darsi una mossa e adeguare le loro leggi alla severità (attuale) della Chiesa.
Alessia

Bastardlurker ha detto...

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'art.275 del CPP perché prevedeva la custodia in carcere come obbligatoria senza dare la possibilità di altre misure cautelari come gli arresti domiciliari.

Raffaella ha detto...

Ai domiciliari lo stupratore puo' inquinare le prove, reiterare il reato e minacciare le vittime.
Per non parlare del pericolo di fuga...
La sentenza non tiene conto della natura e della gravita' del reato.
Vedo che siamo garantisti a fase alterne e a seconda del reo.
R.

sam ha detto...

E' la solita doppia morale.
La severità verso la Chiesa non mira a punirla o emendarla, ma a piegarla. Il giorno in cui anche la Chiesa abolisse la morale sessuale, la "misericordia" e la "grazia" degli uomini (ben diverse da quelle di Dio!) si estenderebbe anche agli uomini di Chiesa.

Ma è meglio subire l'ingiustizia degli uomini e ricevere la Misericordia di Dio, che ottenere la grazia degli uomini e subire la Giustizia di Dio!