venerdì 30 luglio 2010

Vecchia Legione, addio. Tutti i poteri del nuovo generale (Magister)


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Vecchia Legione, addio. Tutti i poteri del nuovo generale

Come delegato del papa, l'arcivescovo De Paolis ha piena autorità su tutto e tutti. Per Corcuera, Garza e gli altri capi della congregazione fondata da Marcial Maciel la fine è segnata. Ma ancora resistono

di Sandro Magister

ROMA, 30 luglio 2010

I superiori dei Legionari di Cristo hanno fatto buon viso all'arrivo del delegato pontificio che si occuperà di ricostruire dalle fondamenta la loro congregazione.
Ma sanno di aver perduto ogni autorità propria.
Il decreto vaticano che fissa i poteri del delegato scrive infatti che essi potranno essere rimossi da un momento all'altro, "ad nutum Sanctæ Sedis".
E in ogni caso, da qui in avanti, tutte le loro decisioni varranno solo se approvate dal delegato, al quale dovranno sottostare in tutto.
Il delegato è l'arcivescovo Velasio De Paolis, 75 anni. Benedetto XVI gli ha affidato l'incarico il 16 giugno, ma la nomina è stata resa pubblica il 9 luglio, perché fino a quella data lo stesso De Paolis era impegnato nel consuntivo dei bilanci vaticani del 2009, nella sua qualità di presidente della prefettura degli affari economici della Santa Sede.

La competenza amministrativa, infatti, è necessaria per chi dovrà prendersi cura dei Legionari di Cristo. A questa, De Paolis aggiunge altre competenze non meno importanti per l'incarico che gli è stato affidato: in diritto canonico e civile, in teologia dogmatica e morale, materie delle quali è stato professore nelle università pontificie Gregoriana e Urbaniana. Non solo. De Paolis è anche un religioso della congregazione dei Missionari di san Carlo Borromeo, detta degli "scalabriniani" dal nome del fondatore, ed è stato procuratore generale della stessa. Ha quindi anche la diretta esperienza di cosa sia un ordine religioso e di come lo si governi.

Nella lettera di nomina del 16 giugno, più sotto riprodotta integralmente, Benedetto XVI ha incaricato l'arcivescovo De Paolis di governare a suo nome la Legione "per il tempo che sarà necessario" per ricostruirla da capo, con una nuova costituzione e con un capitolo generale straordinario che segni il nuovo inizio.
Ma è nel successivo decreto emesso il 9 luglio dalla segreteria di Stato vaticana, anch'esso riprodotto più sotto, che i poteri del delegato sono fissati con più precisione.
Tali poteri sono amplissimi, praticamente illimitati. Il delegato ha autorità diretta su tutti i superiori della Legione ai diversi livelli, generale, provinciale, locale, e su tutte le comunità e i singoli religiosi.
Può esercitare la sua autorità anche di sua iniziativa e in deroga alle attuali costituzioni dell'ordine.
Spetta a lui qualsiasi decisione in qualsiasi ambito. È al delegato che competono le ammissioni al noviziato, alla professione religiosa e al sacerdozio, l'assunzione, il trasferimento e il licenziamento dei dipendenti, gli indirizzi delle università, dei seminari e delle scuole.

È il delegato che decide in materia di amministrazione straordinaria o di alienazione di beni.

Insomma: il delegato "ha il potere di intervento dovunque lo stimi opportuno, anche sullo stesso governo interno dell’istituto, a tutti i livelli".
È evidente che, con un delegato dotato di simili poteri, non ha più futuro il "sistema" che concentrava il controllo della Legione nelle mani dei due principali eredi del fondatore Marcial Maciel, i padri Álvaro Corcuera e Luís Garza Medina, il secondo più ancora del primo.
La fine di questo "sistema" comporta anche la fine di quel corpo separato, patrimoniale e gestionale, alla totale ed esclusiva dipendenza di padre Garza, che è il Grupo Integer.
Il delegato si avvarrà di quattro assistenti personali esterni – la cui nomina è attesa – ai quali affiderà compiti specifici. Uno di questi si occuperà dei beni e dell'amministrazione.
Inoltre, il delegato coordinerà una visita apostolica supplementare al movimento Regnum Christi, il ramo laicale della congregazione.

Un passaggio chiave del decreto della segreteria di Stato è là dove stabilisce che "tutti hanno libero acceso al delegato e tutti possono trattare personalmente con lui". Da quando l'arcivescovo De Paolis ha assunto l'incarico, è infatti questo che sta cominciando ad accadere.

Ma nello stesso tempo, la permanenza al loro posto, per ora, dei precedenti superiori fa da freno. Molti sacerdoti e religiosi della Legione continuano a risentire del loro controllo paralizzante. E non vengono allo scoperto. Tacciono anche al delegato.

Il quale invece ha proprio l'urgente necessità di individuare, dentro la congregazione, gli uomini e i gruppi più validi, sui quali puntare per il rinnovamento.
Ai primi di settembre, quando il delegato entrerà effettivamente in azione, saranno importanti le sue prime mosse.
Se vi saranno subito atti concreti di rottura del blocco di potere che ha fin qui governato la Legione, è probabile che il rinnovamento si avvii più spedito, contando – come ha scritto il papa – sullo "zelo sincero" e la "fervente vita religiosa" di tanti membri della Legione.

Tutti i documenti su www.chiesa

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