martedì 17 agosto 2010

Tra fede e media. Lourdes: esplosione sì ma di fedeli (Geninazzi)


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TRA FEDE E MEDIA

Lourdes: esplosione sì ma di fedeli

Luigi Geninazzi

Mentre, a Lourdes, i pellegrini tornano ad affollare il Santuario di Nostra Signora, le autorità cercano spiegazioni sul falso allarme bomba che domenica ha costretto i responsabili del luogo santo a evacuare gli oltre 30mila pellegrini che lo affollavano per la festa dell’Assunzione. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, ha spiegato alla stampa il procuratore della regione Alti-Pirenei, Renè Bidal, senza però precisare se sia stata formulata un’ipotesi di reato o siano stati individuati dei sospetti. Gli inquirenti stanno cercando di capire se si sia trattato solo del gesto di uno squilibrato oppure di un atto mirato a colpire in modo simbolico una delle festività più sentite del cattolicesimo. Intorno a mezzogiorno di ieri, mentre nella grande basilica sotterranea del Santuario mariano di Lourdes era in corso un’affollatissima messa, un uomo «dallo spiccato accento mediterraneo» ha chiamato il commissariato della cittadina per segnalare la presenza nei luoghi di culto di quattro ordigni, pronti a esplodere simultaneamente alle 15. La prefettura ha subito evacuato il sito, in collaborazione con i religiosi che lo gestiscono, diffondendo nelle 22 chiese e cappelle un messaggio che invitava i presenti a uscire «per la propria sicurezza». I controlli degli artificieri sono durati oltre due ore e hanno dato esito negativo. I cancelli hanno potuto riaprire poco prima delle 17, in tempo per la suggestiva processione del pomeriggio.

INTERVISTA AL RETTORE DEL SANTUARIO

Il falso allarme bomba? «Qualcuno ha voluto farci del male, ma l’unico risultato che ha ottenuto è stata una grande e inattesa pubblicità al pellegrinaggio mariano del 15 agosto». Sceglie l’arma dell’ironia insieme con il gusto del paradosso il rettore del santuario di Lourdes, padre Horacio Brito, quando gli chiediamo di commentare la “breaking news”, la notizia dirompente che ha tenuto banco il giorno di Ferragosto. Lui non minimizza, ci tiene però a non perdere di vista l’essenziale. Nato in Argentina, in un piccolo villaggio ai piedi delle Ande, Horacio Brito fin da bambino rimane affascinato dalla storia delle apparizioni della Madonna a Bernadette, ed è tale la sua devozione mariana che decide d’entrare nella Congregazione dei missionari dell’Immacolata Concezione di Lourdes, del cui santuario diventa rettore nel 2008, subito dopo la visita compiuta da Benedetto XVI.

Padre Brito, che idea si è fatto della minaccia, per fortuna a vuoto, di un attentato al santuario proprio nel giorno della solenne festa dell’Assunzione?

Sono molto amareggiato per un gesto chiaramente volto a spaventare migliaia di pellegrini qui a Lourdes e a turbare milioni di fedeli nel mondo. Non sappiamo chi ci sia dietro, attendiamo con fiducia l’esito delle indagini della polizia.

Lei pensa che si tratti di un pazzo isolato o di qualcosa di più inquietante?

Non lo so. È comunque un gesto insensato perché diretto contro persone che si sono riunite per un gesto di preghiera e di fraternità. Un gesto tanto più vile se si pensa che ha preso di mira molti malati. Devo dire che ho molto apprezzato il modo con cui i pellegrini hanno reagito alla chiusura per alcune ore del recinto del santuario: nessuno ha protestato o insistito per avere spiegazioni, moltissimi sono rimasti a pregare e a dire il rosario al di là della cancellata. Tutto si è svolto in modo molto tranquillo. Anche per questo sono rimasto sorpreso dalla risonanza straordinaria che ha avuto la vicenda.

A cosa si riferisce?

Beh, è abbastanza curioso che faccia notizia la temporanea chiusura del santuario e non invece l’arrivo di decine di migliaia di pellegrini nel giorno dell’Assunzione.

Ma sono state prese misure straordinarie di sicurezza, c’è stata un’evacuazione...

A dire il vero non c’è stata alcuna evacuazione: quando la polizia ci ha avvertito della minaccia di attentato era ormai mezzogiorno, i fedeli stavano uscendo dopo la celebrazione della messa per rientrare negli alberghi per il pranzo. Ci siamo limitati a far sì che il deflusso avvenisse in modo sollecito, non c’è stato alcun panico tra la gente. Quindi l’area del santuario è stata chiusa per poche ore nel pomeriggio; alle 17 si è tenuta regolarmente la processione. Ma pochi minuti dopo mezzogiorno ero già attorniato da molti giornalisti eccitatissimi.

Facevano il loro mestiere, no?

Posso dirle quello che penso veramente? Ecco, io avrei preferito che fossero venuti lì per scrivere della grande festa di popolo nel giorno dell’Assunta e non per fare dell’inutile allarmismo. Ma devo ammettere che alla fine sono stato contento nel vedere in tv che Lourdes era la prima notizia del giorno. L’amarezza e la sorpresa hanno lasciato il posto ad una certa soddisfazione. Sì, la nostra Santa Vergine ancora una volta ha saputo trasformare il male in bene.

© Copyright Avvenire, 17 agosto 2010 consultabile online anche qui.

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