mercoledì 20 ottobre 2010

I vescovi del Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta sugli abusi sessuali commessi dal clero (Sir e Radio Vaticana)

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BELGIO: ABUSI SESSUALI. I VESCOVI, NO A NUOVA COMMISSIONE DI INCHIESTA

I vescovi e i superiori maggiori delle Congregazioni e degli ordini religiosi del Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta sugli abusi sessuali commessi da personale religioso ai danni di minori e di affidarsi alla autorità giudiziaria per la gestione delle denunce e delle conseguenze penali. La Chiesa si assume però la piena responsabilità di ascoltare le vittime a livello locale (nelle diocesi e negli ordini religiosi coinvolti) e di procedere a livello canonico, con provvedimenti disciplinari che saranno poi presi in maniera definitiva dalla Santa Sede. La decisione è stata comunicata oggi in una nota dalla Conferenza episcopale belga. Nella nota si spiega che in seguito alle dimissioni della Commissione Adriaenssens, i vescovi inizialmente avevano pensato di “creare un comitato o centro dove persone competenti potessero gestire questo problema a nome della Chiesa. Ma questa eventualità è stata abbandonata. La fondatezza della denuncia e le conseguenze di questi fatti sono competenza del potere giudiziario. In quanto Chiesa, abbiamo una responsabilità pastorale specifica. Innanzitutto verso le vittime. Essa saranno pertanto ascoltate a livello diocesano o dai superiori maggiori della Congregazioni coinvolte; le loro aspettative saranno prese in considerazione per quanto possibile”.
“A noi – prosegue la nota dei vescovi e dei superiori religiosi del Belgio - spetta anche di prendere le nostre responsabilità nei confronti degli autori in base al diritto canonico. Stiamo prendendo provvedimenti disciplinari e ogni cartella sarà anche inviata a Roma in attesa di una azione disciplinare definitiva”. Nella nota si afferma anche la necessità – in questo lavoro di ascolto delle vittime e provvedimenti disciplinari – di avvalersi di esperti. “Speriamo – scrivono i vescovi – di poter costituire questo gruppo di esperti che possano al più presto possibile consigliare e assistere le diocesi, le congregazioni e gli ordini religiosi. Si tratta infatti di una problematica specifica e delicata che deve essere affrontata con tutte le competenze richieste”. La nota pubblicata oggi è lunga e sofferta. “In questo ultimo mese – scrivono vescovi e religiosi – abbiamo realizzato ancora meglio l’ampiezza dell'ingiustizia e tutto il dolore” che questi casi hanno provocato. “Come una chiesa, il nostro primo compito è quello di stare accanto alle vittime. Dobbiamo riconoscere questa ingiustizia e questa sofferenza. Le vittime devono avere il nostro sostegno e l'assistenza che meritano. E' un dovere”.

© Copyright Sir

Belgio: no della Chiesa ad una nuova commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali

I vescovi e i superiori maggiori delle Congregazioni e degli ordini religiosi del Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta sugli abusi sessuali commessi da personale religioso ai danni di minori e di affidarsi alla autorità giudiziaria per la gestione delle denunce e delle conseguenze penali. La Chiesa - riferisce l'agenzia Sir - si assume però la piena responsabilità di ascoltare le vittime a livello locale (nelle diocesi e negli ordini religiosi coinvolti) e di procedere a livello canonico, con provvedimenti disciplinari che saranno poi presi in maniera definitiva dalla Santa Sede. La decisione è stata comunicata oggi in una nota dalla Conferenza episcopale belga. Nella nota si spiega che in seguito alle dimissioni della Commissione Adriaenssens, i vescovi inizialmente avevano pensato di “creare un comitato o centro dove persone competenti potessero gestire questo problema a nome della Chiesa. Ma questa eventualità è stata abbandonata. La fondatezza della denuncia e le conseguenze di questi fatti sono competenza del potere giudiziario. In quanto Chiesa, abbiamo una responsabilità pastorale specifica. Innanzitutto verso le vittime. Esse saranno pertanto ascoltate a livello diocesano o dai superiori maggiori della Congregazioni coinvolte; le loro aspettative saranno prese in considerazione per quanto possibile. A noi – prosegue la nota dei vescovi e dei superiori religiosi del Belgio - spetta anche di prendere le nostre responsabilità nei confronti degli autori in base al diritto canonico. Stiamo prendendo provvedimenti disciplinari e ogni cartella sarà anche inviata a Roma in attesa di un'azione disciplinare definitiva”. Nella nota si afferma anche la necessità – in questo lavoro di ascolto delle vittime e provvedimenti disciplinari – di avvalersi di esperti. “Speriamo – scrivono i vescovi – di poter costituire questo gruppo di esperti che possano al più presto possibile consigliare e assistere le diocesi, le congregazioni e gli ordini religiosi. Si tratta infatti di una problematica specifica e delicata che deve essere affrontata con tutte le competenze richieste”. La nota pubblicata oggi è lunga e sofferta. “In questo ultimo mese – scrivono vescovi e religiosi – abbiamo realizzato ancora meglio l’ampiezza dell'ingiustizia e tutto il dolore” che questi casi hanno provocato. “Come una Chiesa, il nostro primo compito è quello di stare accanto alle vittime. Dobbiamo riconoscere questa ingiustizia e questa sofferenza. Le vittime devono avere il nostro sostegno e l'assistenza che meritano. E' un dovere”. (R.P.)

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