sabato 9 ottobre 2010

Il cardinale Foley presiede la commissione per l'informazione: l'importanza dell'assise sinodale per l'ordine del Santo Sepolcro (O.R.)

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Il cardinale Foley presiede la commissione per l'informazione

L'importanza dell'assise per l'ordine del Santo Sepolcro

«Nei giorni che qui a Roma saranno caratterizzati dallo svolgimento dei lavori del Sinodo dei vescovi, vorrei chiedere a tutti i cavalieri e alle dame, e anche ai loro familiari e amici, di ricordare nelle loro preghiere le intenzioni di pace nel Medio Oriente, in particolare in Terra Santa, e il successo sul piano spirituale» dell'assise sinodale. Lo ha auspicato di recente il cardinale gran maestro John Patrick Foley, in una lettera indirizzata al gran magistero, ai luogotenenti e a tutti i membri dell'ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l'istituzione che, sotto la protezione della Santa Sede, si occupa del sostentamento del Patriarcato latino della città santa e dei cristiani delle altre Chiese e confessioni che vivono nei luoghi dell'Incarnazione.
Contattato dal nostro giornale il porporato sottolinea in particolare come questo sinodo abbia «il compito di rafforzare il coraggio e la determinazione con cui i cristiani del Medio Oriente, pur essendo ormai una piccola minoranza, sono chiamati a restare nei propri Paesi, senza cedere alla tentazione di emigrare, per dare pubblica testimonianza della loro fede con un impegno personale a favore della giustizia, della riconciliazione fondata sul perdono e dell'amore gratuito verso tutti, nessuno escluso, e in particolare verso i più bisognosi». Queste — aggiunge — «e in particolare quella del perdono sono categorie proprie della fede cristiana, che devono essere incarnate in persone preparate, coscienti e pronte a sacrificarsi per la missione loro affidata». Una missione — spiega il cardinale Foley — «che il Sinodo dei loro Pastori è chiamato a definire meglio, oltre a impetrare la particolare benedizione divina».
Ovviamente questo sinodo riveste una importanza particolare per l'ordine del Santo Sepolcro. «I nostri cavalieri e le nostre dame sono da secoli a stretto contatto con i fratelli cristiani di Terra Santa e li affiancano nella vita quotidiana mettendo a disposizione con grande generosità le proprie risorse spirituali e materiali. Non si tratta — puntualizza — di contatti burocratici, ma di conoscenza e rapporti personali con le famiglie, specie quelle che maggiormente soffrono per la situazione attuale, per risolvere insieme, e in stretta collaborazione con i Pastori della Chiesa locale, le difficoltà di ogni tipo e soddisfare i bisogni essenziali della vita quotidiana». Per questo — assicura il gran maestro — i ventottomila membri dell'ordine gerosolimitano «hanno salutato con gioia e speranza la convocazione di questo Sinodo sin dal primo annunzio, hanno avuto l'onore di essere presenti al momento della consegna a Cipro dell'Instrumentum laboris da parte di Benedetto xvi e continuano a pregare incessantemente Dio, perché dia copiosi frutti».
Del resto, dalle decisioni del sinodo per il Medio Oriente dipenderanno le azioni che l'ordine gerosolimitano attuerà nei prossimi anni, in stretto collegamento con la Chiesa di Roma e le Chiese locali. «La crescente entità delle sfide che saremo chiamati ad affrontare — dice il porporato — non ci spaventa, fiduciosi nell'impegno generoso dei nostri membri e nell'aiuto del Signore e della Santa Vergine — di cui a breve l'ordine celebrerà la festa — venerata con il titolo di Nostra Signora di Palestina».
L'ordine del Santo Sepolcro avrà un ruolo di primo piano nell'assemblea sinodale che si apre domenica 10 ottobre. Il cardinale gran maestro figura infatti tra i membri di nomina pontificia, come presidente della commissione per l'informazione, mentre il governatore generale Agostino Borromeo e il direttore della Commissione di Terra Santa Christa von Siemens — «che da diversi decenni si prodiga con generoso impegno a far presente fisicamente l'ordine nei luoghi e nei momenti di maggior bisogno» — sono stati annoverati tra gli uditori. Inoltre — conclude il cardinale — «tutti i membri si mantengono in quotidiano contatto, tramite i moderni mezzi di comunicazione, con lo svolgimento giornaliero dei lavori, per interiorizzare quegli argomenti, che successivamente saranno chiamati ad affrontare nella pratica».

(©L'Osservatore Romano - 9 ottobre 2010)

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