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PAPA: L'AMORE NON E' MERCE, PER I RAGAZZI LA FAMIGLIA E' L'UNICA ROCCIA
(AGI) - CdV, 30 ott.
(di Salvatore Izzo)
Troppo spesso oggi "l'amore e' ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri".
La denuncia e' di Benedetto XVI.
"Cosi' - spiega il Papa - e' molto amore proposto dai media e da internet. E' egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che e' l'amore vero che, certo, costa anche sacrificio".
Ad ascoltarlo una piazza San Pietro gremita da oltre 100 mila ragazzi dell'Azione Cattolica, guidati dal presidente dell'associazione, prof. Franco Miano, e da quello della Cei, Angelo Bagnasco. "Sappiate che il mondo degli adulti e' chiamato in causa seriamente, perche' ha il dovere di esservi di esempio, di dirvi parole vere e alte", ha detto quest'ultimo presentando ai
giovanissimi e ragazzi di Ac presenti "gli Orientamenti pastorali per il nuovo decennio, che affrontano la sfida educativa, quel bisogno diffuso di educazione completa della persona, a qualunque eta'".
Con Miano c'erano, sul sagrato della Basilica vaticana, anche i dirigenti nazionali dell'associazione e molti presidenti diocesani, con Bagnasco 25 vescovi, tra i quali l'assitente di Ac Domenico Sigalini e il segertario della Cei Mariano Crociata e 700 preti che lavorano nei diversi settori associativi e nelel realta' locali. Come adulti "sapete bene che non siete padroni di ragazzi ma servitori della loro gioia", ha detto loro il Pontefice.
"Siate - ha chiesto ai 'grandi' - guide che li indirizzano verso Gesu'. Avete ricevuto un mandato dalla Chiesa per questo compito".
E, ha scandito, "siete dei buoni educatori se sapete coinvolgere tutti per il bene dei piu' giovani. Dovete far sentire l'urgenza delle giovani generazioni a tutti i livelli. Senza la presenza della famiglia, ad esempio, rischiate di costruire sulla sabbia.
Senza collaborazione con la scuola non si forma l'intelligenza profonda della fede. Senza un coinvolgimento dei vari operatori del tempo libero e della comunicazione, la vostra oepra paziente rischia di non essere efficace di non incidere sulla vita quotidana".
Benedetto XVI e' rimasto impressionato dal numero dei partecipanti all'incontro (di ragazzi se ne aspettavano 80 mila ma ne sono arrivati molti di piu' e anche gli adulti erano decine di migliaia).
"Sono semplicemente felice di vedervi cosi' numerosi a questo incontro", ha commentato. "Quando sono con voi mi sento ringiovanito, il tempo passa veloce, vorrei fermarvi di piu' ma altri mi aspettano", ha detto ancora il Pontefice, che ha esortato le nuove leve del cattolicesiomo italiano "a tenere fede al motto dell'Acr che recita "c'e' di piu'".
"Dobbiamo portarci dentro - ha raccomandato - quel di piu', anche io nella mia giovinezza volevo qualcosa di piu' di quello che mi offriva la societa' del tempo.
Se si conosce la volonta' di Dio e se il mondo e' in corrispondenza con la sua volonta' allora si puo' essere di piu'".
Parlando ancora ai bambini e ai ragazzi, il Pontefice ha confidato che "da bambino, alle elementari", era "tra i piu' piccoli della classe".
"E questo - ha detto - tanto piu' mi spingeva a desiderare di essere un giorno grande, e non solo nella statura".
"Essere grandi davvero - infatti - non e' questione di statura, significa essere persone con un cuore grande, amiche di un amico grande, Gesu', che da' la sua grandezza anche a noi". "Cosa fa un bambino per vedere se diventa grande? Confronta la sua altezza - ha risposto l'ormai anziano Joseph Ratzinger - con quella degli altri.
E cosi' facevo io. Quando ero un ragazzo nella vostra eta', nella mia classe ero uno dei piu' piccoli, e ho espresso il desiderio un giorno di essere molto grande, non solo di statura.
Essere di piu' nella vita non e' solo crescere in altezza, implica questo 'c'e' di piu''' che avete scritto oggi sulle vostre magliette".
"Lo dice il vostro cuore - ha spiegato ai ragazzi di Ac - che desidera avere tanti amici, che e' piu' contento quando si comporta bene, quando da' ragione a mamma' e papa', ma soprattutto quando incontra un amico unico, Gesu'.
Voi sapete quanto Gesu' voleva bene a bambini e ragazzi".
"Un giorno - ha raccontato il Pontefice - tanti bambini come voi si avvicinarono a Gesu' con il quale stabilirono una bella intesa vedendo nel suo sguardo l'amore di Dio.
Anche allora pero' c'erano degli adulti che si sentivano disturbiti dai bambini, proprio capita anche a voi, quando mentre giocate i grandi vi dicono di non disturbare. Ebbene Gesu' rimproverava proprio quegli adulti e diceva: lasciate che questi ragazzi vengano a me, perche' hanno nel cuore il segreto del Regno di Dio. Cosi' Gesu' ha insegnato agli adulti che anche voi siete grandi e gli adulti devono essere i custodi di questa grandezza".
"Cari ragazzi, essere grandi - ha poi aggiunto Benedetto XVI sempre rivolto ai miltanti dell'Acr - vuol dire amare tanto Gesu' ascoltandolo e parlando con lui nella preghiera, incontrarlo nei sacramenti, nella confessione ed anche nei piu' poveri, negli ammalati, per crescere insieme". L'Acr e' parte di quel di piu' perche' non siete soli a voler bene a Gesu' siete in tanti vi aiutate gli uni gli altri, perche' non volete lasciare che nessun amico sia solo, ma tutti volete dire forte che e' bello essere amici di Gesu'.
Aiutati dai vostri genitori, sacerdoti, animatori, cosi' diventate grandi davvero, non solo perche' aumentate di statura ma perche' il vostro cuore si apre all'amore che Gesu' vi dona e si apre alla vera grandezza. Preghiamo - ha concluso - di crescere in questo senso e di essere veramente persone con cuore grande di un amico grande che da' sua grandezza anche a noi".
"Santita', non e' vero che le nostre chiese sono abbandonate dai giovani, anzi, quando percepiscono che c'e' gente che vuole il loro vero bene e che nell'incontro con Gesu', c'e' una risposta alla loro esigenza di volere di piu', ne siamo assediati", ha ha detto da parte sua al Papa l'assistente generale Sigalini.
"Questi ragazzi - ha assicurato - non vogliono mediocrita' o adattamenti, ma sogni e voli alti. La misura che proponiamo e' la santita', niente di meno.
Hanno possibilita' di incontrarla nella storia dell'Azione Cattolica e di vederla in tanti giovani e ragazzi che li hanno preceduti, e nei preti e negli adulti e giovani che si dedicano a loro".
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