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«Fede e laicità si devono incontrare»
di Andrea Tornielli
Da Santiago de Compostela, cuore pulsante dell’Europa cristiana medioevale che sta conoscendo una sorprendente riscoperta negli ultimi anni come meta di pellegrinaggi, dalla Spagna dove la secolarizzazione avanza e il governo Zapatero ha introdotto i matrimoni gay e ha esteso la legislazione abortista, Benedetto XVI, e invoca non lo scontro, ma l’incontro tra fede e laicità.
C’è una nebbia fitta quando il Papa atterra nel capoluogo della Galizia. Una nebbia che poco a poco si dirada, quasi sciogliendosi grazie al calore delle centinaia di migliaia di persone che salutano il vescovo di Roma.
Sull’aereo, rispondendo alle domande dei giornalisti, riferendosi alla nuova evangelizzazione e al dicastero ad hoc appena istituito per questo scopo, Benedetto XVI afferma: «Per il futuro della fede e dell’incontro – non lo scontro! – ma incontro tra fede e laicità, ha un punto centrale anche proprio nella cultura spagnola. In questo senso ho pensato a tutti i grandi Paesi dell’Occidente ma soprattutto anche alla Spagna». Perché è proprio in questo Paese, dall’antichissima e radicata tradizione cristiana, che, ricorda il Pontefice, negli anni Trenta sorse un «anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo» e ora il confronto è «molto vivace».
Ad accogliere Ratzinger all’aeroporto ci sono i principi delle Asturie, Felipe, erede al trono, e la moglie Letizia, insieme alle autorità galiziane. Non c’è il premier José Luis Zapatero, che ieri si trovava in Afghanistan e che saluterà invece il Papa questa sera a Barcellona: non si è fatto mai vedere in questi luoghi durante tutto l’Anno santo compostelano, rimarcano gli esponenti del governo locale.
In rappresentanza dell’esecutivo di Madrid, ieri era presente il vicepremier Alfredo Rubalcaba, in quale ha lanciato segnali di pace facendo sapere in un’intervista che il progetto di nuova legge sulla libertà religiosa, quello che poteva provocare la rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici, non è una priorità per il governo spagnolo.
Benedetto XVI è arrivato alla grande basilica dove si conservano i resti che la tradizione indica essere quelli dell’apostolo san Giacomo vestito con le insegne del pellegrino, la mantelletta marrone e la conchiglia. Ha assistito al suggestivo rito dell’incensazione, con il grande «botafumeiro», l’incensiere d’argento di settanta chili che viene fatto oscillare attraverso la navata.
Nel pomeriggio ha celebrato la messa all’aperto, nella gremita piazza del Obradoiro antistante alla basilica. Tantissimi fedeli non hanno potuto accedere alla piazza e hanno seguito la cerimonia dai tanti maxischermi approntati in altre zone del centro storico di Santiago.
Nell’omelia ha detto: «È necessario che Dio torni a risuonare gioiosamente sotto i cieli dell’Europa; che questa parola santa non si pronunci mai invano; che non venga stravolta facendola servire a fini che non le sono propri… L’Europa deve aprirsi a Dio, uscire all’incontro con Lui senza paura, lavorare con la sua grazia per quella dignità dell’uomo che avevano scoperto le migliori tradizioni».
In serata il Papa è partito per Barcellona, dove oggi consacrerà la cattedrale di Gaudì, la Sagrada Familia e dove si attendono almeno 400mila fedeli. Sarà l’occasione per ricordare all’Europa secolarizzata l’importanza della famiglia. Si attendono anche manifestazioni di protesta da parte di numerose organizzazioni laiche. Due giorni fa, infine, a Barcellona, un passante ha raccolto per strada alcuni documenti segreti riguardanti i piani di sicurezza per la visita papale, evidentemente smarriti da qualcuno degli addetti. Ma non sono segnalati allarmi particolari.
© Copyright Il Giornale, 7 novembre 2010 consultabile online anche qui.
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