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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELLONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
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IL VIAGGIO
La Spagna apre il cuore al Papa pellegrino
Salvatore Mazza
La Spagna di Santiago e di Barcellona. La Spagna della fede antica, e sempre capace di rinnovarsi. Ma, anche, la Spagna in qualche modo spinta verso un modello di secolarizzazione lontano dal sentire di un popolo che, in quella fede, ancora riconosce le sue radici. E per le quali, a voce alta, la Chiesa spagnola chiede il rispetto e la considerazione che la loro dignità merita.
È in questa terra che, alle 11.30, arriva oggi Benedetto XVI, nel suo diciottesimo viaggio apostolico al di fuori dei confini italiani. Due giorni che lo porteranno a toccare due città - e due luoghi in particolare - dove tra antico e moderno è sintetizzata la storia, e l’orgoglio, di una Spagna che ancora vuole e sa dirsi cattolica. Un viaggio che inizia oggi a Santiago de Compostela, terzo Pontefice, dopo le due volte di Giovanni Paolo II nel 1982 e nel 1989, a recarsi nella Cattedrale che custodisce la tomba di san Giacomo, l’apostolo che portò la Buona Novella sino al confine del mondo». La città che papa Wojtyla definì simbolo della vocazione universale della Spagna, e che oggi Benedetto XVI visita nell’Anno Compostelano – che ricorre ogni 7 anni, quando la festività di san Giacomo apostolo cade di domenica – pellegrino tra i milioni di pellegrini venuti a rinnovare la tradizione del «cammino» a questo centro di irraggiamento della fede.
Qui, a Santiago, subito dopo la cerimonia di benvenuto e il suo primo discorso, papa Ratzinger avrà un incontro privato con i Principi delle Asturie nella Sala de Autoridades dello stesso aeroporto, per poi recarsi in visita alla Cattedrale, da dove rivolgerà il suo primo saluto ai fedeli. Al termine del pranzo all’arcivescovado con i cardinali spagnoli e con i membri del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale, Benedetto XVI celebrerà nel pomeriggio la Messa nella Plaza del Obradorio.
Sarà, questo, l’ultimo appuntamento pubblico della giornata. Alle 19.15 infatti il Papa si trasferirà da Santiago a Barcellona, dove il primo impegno in agenda sarà, alle 9.30, l’incontro privato con i Reali di Spagna nella Sala museale della Sagrada Familia. E qui, in questo grandioso tempio divenuta il simbolo stesso non solo di Barcellona, nato dal genio di Antonio Gaudì di cui è in corso la causa di beatificazione, il Papa celebrerà la Messa di dedicazione della chiesa e dell’altare, per affacciarsi al termine sulla piazza antistante da dove guiderà la recita dell’Angelus.
Sarà un momento di particolare importanza, tenendo presente che «quando alla fine del secolo XIX si progettò la Cattedrale – hanno scritto i vescovi spagnoli nel messaggio indirizzato ai fedeli in occasione della visita del Papa – la Chiesa avvertiva che la famiglia naturale e cristiana, basata sul matrimonio, costituisce una cellula basilare della società, alla quale lo Stato e la Chiesa devono prestare un’attenzione prioritaria, ponendosi al suo servizio, senza sorpassarla né soppiantarla». Un richiamo tanto più attuale oggi, quando il Paese, come ha sottolineato in un’intervista l’arcivescovo di Barcellona, cardinale Lluís Martínez Sistach, «ha risentito delle ultime misure legislative, lontane dall’antropologia cristiana e dai grandi valori e principi della dottrina sociale della Chiesa».
Neppure in questo viaggio, com’è divenuta ormai tradizione nei viaggi di Benedetto XVI, mancherà un ultimo appuntamento dedicato a un’opera sociale. Così alle 17.15, lasciato l’arcivescovado e prima di riprendere l’aereo che, poco prima delle 21, lo riporterà a Roma, papa Ratzinger visiterà l’Obra benefico-social Nen Dèu, un centro per disabili dove incontrerà le religiose della comunità, gli operatori sanitari, medici e personale paramedico, e duecento assistiti con i loro familiari, e benedirà la prima pietra della residenza che si costruirà a Tiana.
© Copyright Avvenire, 6 novembre 2010 consultabile online anche qui.
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