martedì 30 novembre 2010

Il Papa scrive a Bartolomeo I per la Festa di Sant’Andrea: serve una comune testimonianza dei cristiani agli uomini di oggi

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Card. Ratzinger: "Retrospettivamente appare assai significativo che Paolo VI abbia pubblicato proprio nell’anno fatale del 1968 due grandi documenti, che sono una testimonianza della sua capacità di comprensione e della fermezza della sua azione a partire dalla fede. Vi è innanzitutto la Professione di fede...vi è poi l'enciclica Humanae vitae" (1995)
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Il Papa scrive a Bartolomeo I per la Festa di Sant’Andrea: serve una comune testimonianza dei cristiani agli uomini di oggi

Progredire sul cammino verso la piena comunione: è l’esortazione espressa da Benedetto XVI in un messaggio al Patriarca ortodosso, Bartolomeo I, in occasione dell’odierna festa di Sant’Andrea Apostolo, patrono del Patriarcato ecumenico. Il documento è stato consegnato a Bartolomeo I dal cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani, che si trova ad Instanbul assieme ad una delegazione vaticana per la festa di Sant’Andrea. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La festa di Sant’Andrea, scrive il Papa, rappresenta “un forte invito a rinnovare la propria fedeltà all’insegnamento degli Apostoli e a divenire annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita”. In questo nostro tempo, avverte Benedetto XVI, “tale invito è urgente come non mai e interpella tutti i cristiani”. In un mondo segnato da “una crescente interdipendenza e solidarietà”, infatti, “siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi”. Per poter riuscire in questo “grande compito”, si legge nel messaggio, “dobbiamo continuare a progredire sul cammino verso la piena comunione, mostrando di avere già unito i nostri sforzi per una comune testimonianza al Vangelo di fronte agli uomini del nostro tempo”. Per questa ragione, il Papa esprime la sua sincera gratitudine al Patriarca ecumenico per l’ospitalità offerta lo scorso ottobre a Rodi ai delegati delle Conferenze episcopali d’Europa, che si sono riuniti con i rappresentati delle Chiese Ortodosse d’Europa per il II Forum cattolico-ortodosso sul tema “Rapporti Chiesa – Stato: prospettive teologiche e storiche”. Il Papa assicura infine di seguire “con attenzione” i “saggi sforzi” di Bartolomeo I “per il bene dell’Ortodossia e per la promozione dei valori cristiani in molti contesti internazionali”.
Il cardinale Kurt Koch è dunque a Istanbul, assieme alla delegazione della Santa Sede per la Festa del Patriarcato Ecumenico. La visita avviene nel quadro dello scambio di delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo e, appunto, il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea. Tra i momenti forti di questa mattina, la solenne Divina Liturgia presieduta da Bartolomeo I nella chiesa patriarcale del Fanar e l’incontro della delegazione vaticana con il Patriarca e con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. Nel servizio di Alessandro Gisotti proponiamo alcuni pensieri del Papa sulla figura di Sant’Andrea, tratti dall’udienza generale del 14 giugno 2006:


“Abbiamo trovato il Messia”: è la notizia straordinaria che Andrea annuncia al fratello maggiore Pietro. Per questo, ricorda Benedetto XVI, Sant’Andrea è definito dalla Chiesa bizantina come il Protoclito ovvero “il primo chiamato”. Il Papa sottolinea che proprio come Pietro e Andrea, anche Roma e Costantinopoli sono legate da un rapporto speciale, sono Chiese sorelle. Incurante dei pericoli, rammenta ancora il Papa, Andrea è un testimone coraggioso della fede, porta agli altri con entusiasmo la Buona Novella. Un esempio che siamo chiamati a seguire anche oggi:

“L'apostolo Andrea, dunque, ci insegni a seguire Gesù con prontezza, a parlare con entusiasmo di Lui a quanti incontriamo, e soprattutto a coltivare con Lui un rapporto di vera familiarità, ben coscienti che solo in Lui possiamo trovare il senso ultimo della nostra vita e della nostra morte”.

Andrea, è la riflessione del Papa, è anche l’Apostolo che non teme di porre domande a Gesù. Al Signore chiede per esempio come cinque pani e due pesci possano sfamare una moltitudine di persone e quando avverrà la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Anche in questo caso, Andrea ci mostra un modo, un atteggiamento personale per vivere la nostra amicizia con Gesù:

“Dalla vicenda possiamo dedurre che non dobbiamo temere di porre domande a Gesù, ma al tempo stesso dobbiamo essere pronti ad accogliere gli insegnamenti, anche sorprendenti e difficili, che Egli ci offre”.

Pietro a Roma, Andrea in Grecia. I due fratelli, avverte il Papa, sono uniti nella testimonianza evangelica e nel martirio. Entrambi, chiamati ad essere pescatori di uomini, moriranno in Croce, proprio come il Signore. Ecco allora, che l’Apostolo Andrea ci indica che la Croce è beata, perché è la via della nostra redenzione:

“Noi dobbiamo imparare di qui una lezione molto importante: le nostre croci acquistano valore se considerate e accolte come parte della croce di Cristo, se raggiunte dal riverbero della sua luce. Soltanto da quella Croce anche le nostre sofferenze vengono nobilitate e acquistano il loro vero senso”.

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1 commento:

sonny ha detto...

Ciao Raffaella e buon pomeriggio. Una segnalazione O.T

http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=217