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«Avvento, chiamati alla gioia sulla via della conversione»
Marini, maestro delle Celebrazioni pontificie: con questo tempo forte dell’anno liturgico la Chiesa ci aiuta a riorientare verso Gesù la nostra esistenza
DA ROMA GIANNI CARDINALE
Stasera Benedetto XVI presiede in San Pietro la celebrazione dei primi vespri della prima domenica di Avvento.
La liturgia quest’anno è inserita in una «Veglia per la vita nascente», promossa dal Pontificio Consiglio per la famiglia, cui aderiscono le comunità cat toliche di tutto il mondo. Sul significato del l’Avvento e su questo significativo «abbina mento », Avvenire ha intervistato monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni litur giche pontificie.
Monsignor Marini, qual è il significato dell’Avvento?
L’Avvento è il tempo dell’attesa. Dell’attesa che fa riferimento a una venuta, quella del Signore Gesù, il Figlio di Dio, l’unico Salvatore del mon do. Il popolo cristiano, in questo tempo forte dell’anno liturgico, vive la propria fede rinno vando la consapevolezza gioiosa di una tripli ce venuta del Signore, quella di cui parlano an che i Padri della Chiesa.
Cioè?
Una prima venuta, della quale fare grata me moria, è quella del Figlio di Dio nella storia de gli uomini, al momento dell’Incarnazione. U na seconda venuta è quella che si realizza nel l’oggi della vita, e che è incessante. Essa pren de forma in una molteplicità di modi, a co minciare dall’Eucaristia, presenza reale del Si gnore in mezzo ai suoi, per continuare con i sa cramenti, la parola della divina Scrittura, i fra telli, soprattutto se piccoli e bisognosi. Una ter za venuta, da attendere nella speranza, è quella che si realizzerà alla fine dei tempi, quando il Signore ritornerà nella gloria e tutto sarà ri capitolato in lui.
L’Avvento ha anche una dimensione mariana...
Nel tempo dell’Avvento il popolo cristiano è chiamato a rinnovare la consapevolezza che la sua vita è tutta contenuta nel mistero di Cristo, Colui che era, che è e che viene. Anche per que sto, l’Avvento è un tempo marcatamente «ma riano ». La Santissima Vergine è colei che in mo do unico e irripetibile ha vissuto l’attesa del Fi glio di Dio, è colei che in modo singolare è tut ta contenuta nel mistero di Cristo.
In che modo i singoli fedeli e le comunità cri stiane possono aiutarsi a vivere meglio questo momento forte del tempo liturgico della Chiesa?
Entrando in questo tempo con l’atteggiamen to interiore di chi si prepara a vivere un perio do di conversione e di rinnovamento, orien tando con decisione la propria vita al Signore Gesù. La Chiesa, con l’anno liturgico, ci offre periodicamente la grazia di vivere momenti spi ritualmente forti, occasioni propizie per ritro vare lo slancio del cammino verso la santità. Nell’Avvento un tale slancio ha un tono singo lare, che è quello della gioia. La gioia al pensie ro che il Signore si è già mostrato nel suo volto di amore misericordioso e inimmaginabile. La gioia al pensiero che il Signore è nostro con temporaneo e vicino oggi, nel presente della nostra esistenza, nella quotidianità semplice delle nostre giornate. La gioia al pensiero che il futuro non è avvolto nell’oscurità, ma risplen de della luce del Cielo di Dio in Cristo. Tutto questo diventa esperienza di vita anche in virtù di un cammino personale e comunitario di con versione, fatto di una più intensa e prolungata preghiera, di una qualche forma penitenziale e di distacco dalla mentalità del secolo presente, di una carità più generosa e autenticamente cristiana.
Quali sono le caratteristiche delle celebrazioni in questo periodo?
La liturgia, per il tramite dei riti e delle preghiere, conduce alla partecipazione attiva del mistero celebrato. Pertanto, nella celebrazioni del tem po di Avvento, deve trasmettere il senso del l’attesa tipico dell’Avvento. Lo deve fare con le sue preghiere, con il suo canto, con il suo silenzio, con i suoi colori e con le sue luci. In tutto deve farsi pre sente il mistero del Signore che viene, lui che è il Princi pio e la Fine della storia; in tutto deve rendersi in qual che modo toccabile la gioia vera e sobria della fede; in tutto deve trasparire l’im pegno per il cambiamento del cuore e della mente per un’appartenenza più radicale a Dio.
E quali le particolarità delle liturgie pontificie?
Se pure in un contesto peculiare, quale quello dovuto alla presenza del Santo Padre, le liturgie pontificie non possono che presentare le caratteristiche tipiche di questo tempo dell’anno. Con una nota in più: quello della esem plarità. Perché non è mai da dimenticare che le celebrazioni presiedute dal Papa sono chiama te a essere punto di riferimento per l’intera Chie sa. È il Papa il Sommo Pontefice, il grande liturgo nella Chiesa, colui che, anche attraverso la celebrazione, esercita un vero e proprio ma gistero liturgico a cui tutti devono rivolgersi.
Quest’anno in particolare la liturgia dei primi Vespri di Avvento è inserita in una «Veglia per la vita nascente». Qual è il significato di que sto particolare «abbinamento»?
Si tratta di un abbinamento che si sta rivelan do felice. L’iniziativa di una «Veglia per la vita na scente », promossa dal Pontificio Consiglio per la famiglia, viene in tal modo a inserirsi nella ce lebrazione di inizio dell’Avvento, un tempo quanto mai indicato per il richiamo al tema del la vita. L’Avvento è il tempo dell’attesa di Maria, che portava nel grembo il Verbo di Dio fatto carne.
L’Avvento è l’attesa della Vita vera, quella che si è manifestata nel Figlio di Dio fat to uomo, pienezza e compimento del disegno di Dio sull’umanità. In quella Vita, apparsa a Betlemme, ha trovato significato nuovo e definitivo la dignità di ogni vita umana. Così, davvero, pregare per la vita nascente, nel contesto della celebrazione dei Primi Vespri per l’inizio dell’anno liturgico, risulta significativo e provvidenziale.
© Copyright Avvenire, 27 novembre 2010
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2 commenti:
IL Sommo POntefice il "primo" liturgo a cui tutti ( I VEscovi) devono far riferimento. Invece, quanta sciatteria nelle nostre parrocchie, quanto poca attenzione per gli spazi sacri. Cartelloni, cianfrusaglie , adesivi, fanno si che lo spazio sacro si trasformi in uno spazio "sociale" dove chiunque può inventare quello che piace. Non è così. Non lo era nella Tradizione della Chiesa.
Tradizione, che va recuperata e valorizzata.
Mons Marini è un vero esempio nelle parole e nei gesti di Liturgia vissuta in spirito umile e rispettoso.
Per me è di grande insegnamento
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